Non è un’indagine semplice per la piccola Procura di Ivrea. Sopravvissuta al taglio delle sedi giudiziarie, ora si trova ad affrontare un’inchiesta come quella sui 16 lavoratori morti e cinque malati per amianto della Olivetti, per cui sono indagati Carlo De Benedetti, il fratello Franco, Corrado Passera e altri 21 dirigenti. Sono solo tre i magistrati, il procuratore capo Giuseppe Ferrando e i due sostituti, che devono portare avanti il lavoro ordinario. Considerando la competenza territoriale su un’area da 523mila abitanti, la procura di Ivrea è la seconda sede giudiziaria piemontese per estensione, ma è sprovvista di forze.

Per questo motivo Ferrando ha scritto una mail al procuratore generale del Piemonte e Valle d’Aosta Marcello Maddalena e al procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli chiedendo il “prestito” di un magistrato che possa aiutare il sostituto Lorenzo Boscagli, che da più di un anno porta avanti l’indagine. Ferrando, che fino a pochi mesi fa lavorava alla Procura di Torino, cerca in particolare un ex collega che si sia già occupato della materia. Serve uno dei pm del pool di Raffaele Guariniello specializzato nella sicurezza sul lavoro, uno di quei magistrati che si sono occupati di processi come quello contro gli ex proprietari dell’Eternit, il processo pilota sulla strage silenziosa dell’amianto. Nella mail il capo della procura di Ivrea spiega come sia “particolarmente complessa la ricostruzione della vicenda sia sotto il profilo dello svolgimento delle singole mansioni dei lavoratori, sia per il periodo interessato (dagli anni Sessanta fino agli anni Novanta), sia per la ricostruzione della struttura dell’organizzazione societaria della Olivetti”.

A fornire un po’ di informazioni e materiale potrebbero essere i sindacati, risvegliati dopo le notizie dell’ultima settimana. La Cgil (che con un suo avvocato, Laura D’Amico, aveva già seguito il processo per la morte di Lucia Delaurenti che ha portato alla condanna dell’ex ad Ottorino Beltrami, deceduto ad agosto) ha aperto martedì uno “sportello amianto”, sull’esempio di quello che per anni ha operato a Casale Monferrato gli operai della Eternit che si ammalavano di cancro. A Casale però, in un contesto più grave, i sindacati erano impegnati da anni, mentre a Ivrea è stato necessario che la ‘bolla’ esplodesse. Ora a tenere in piedi lo sportello ci saranno anche due ex delegati del sindacato che hanno lavorato negli stabilimenti della Olivetti, Giuseppe Capella e Ezio Sciandra. Nella sola mattinata di martedì già una decina di persone si sono rivolte a loro.

Bisognerà fare un lavoro certosino, raccogliere le segnalazioni dei malati da indirizzare verso l’assistenza sanitaria e legale, ma anche ‘indagare’ sull’uso dell’amianto. “La gente viene, pure quella che non si è ammalata, per raccontare come si lavorava. Le aziende non sono quelle robe che ci fanno vedere nelle fiction”, dice Capella riferendosi alla fiction su Adriano Olivetti trasmesso da Raiuno. Sciandra afferma che nessun lavoratore era al corrente della pericolosità del talco, sebbene l’Olivetti avesse ottenuto nel febbraio 1981 un’analisi del Politecnico di Torino che dimostrava la presenza massiccia di amianto nel talco usato come lubrificante dei componenti.

Della questione si occuperà pure il patronato Inas della Cisl: “Negli ultimi anni i nostri uffici hanno seguito una decina di casi di mesotelioma pleurico riconducibili agli ambienti di lavoro Olivetti”, ha spiegato il segretario Cisl Torino-Canavese Sergio Melis. Contattato da ilfattoquotidiano.it, il sindacalista afferma che i casi diagnosticati dai medici, e poi seguiti dal patronato, devono confluire nel fascicolo delle indagini perché i medici sono tenuti a segnalarli per legge. “Sta diventando un grande problema – ammette -. Anni fa non potevamo immaginarlo. Pensavamo che questi casi fossero provocati dall’amianto nelle strutture”. Ora anche loro si metteranno a fare ricerche: “In questi giorni ho cercato alcuni ex delegati per stilare una mappa delle lavorazioni. Riprenderemo in mano i casi seguiti dal patronato per ricostruire le vicende di questi operai”.

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