Nonostante le bordate della neo-rinata Forza Italia, il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano viene salutato con favore dal premier Enrico Letta. “Credo che quello che è successo nel centrodestra aiuterà la stabilità in Italia, ne sono sicuro”, ha spiegato il presidente del Consiglio durante un convegno del Financial Times. Una stabilità che sarà garantita, secondo le parole del premier, anche dai colleghi di partito del Pd e, in particolare, da Matteo Renzi, favorito nella corsa alla segreteria. All’evento organizzato dalla testata inglese, il capo del governo non parla solo di politica, ma anche di economia: in particolare, annuncia la creazione di un comitato tecnico che lavori agli investimenti sulle reti Telecom.

Ma Letta non è l’unico, all’interno dell’esecutivo, a dirsi soddisfatto della nascita dei gruppi autonomi fedeli al vicepremier. Con la rottura del Pdl il governo, “potrà rafforzarsi perché finiscono ossessione e ricatti quotidiani per il futuro giudiziario e politico di Berlusconi“, sostiene il viceministro dell’Economia Stefano Fassina. “Ma allo stesso tempo c’è un rischio di indebolimento“, avverte l’esponente Pd, “causato dal possibile accentuarsi di un populismo antieuropeo portato avanti da Forza Italia” e che può essere contrastato “dicendo la verità, criticando l’austerità cieca dettata dalla Ue”.

“Renzi sta dalla nostra parte”. Ma il premier deve guardare a destra come a sinistra per assicurare la stabilità di un governo, minacciata anche dal caso Cancellieri. E così gli è toccato smentire le voci che vogliono Matteo Renzi, in prima fila per la segreteria del Pd, pronto ad affondare l’esecutivo. “Con Renzi siamo sullo stesso percorso, sulla stessa linea”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Il 2014 è un anno decisivo per le riforme e garantire la stabilità al governo è un punto cruciale per lavorare. Sono certo che il Pd, che Renzi, Cuperlo e gli altri saranno da questa parte perché sanno benissimo che il cambiamento istituzionale e alcun riforme economiche saranno decisive per il Paese”.

Al via un comitato tecnico per gli investimenti su reti Telecom. Davanti alla platea del Financial Times, il premier non può non parlare di economia. E così affronta la questione delle reti Telecom. “Noi siamo convinti che il tema delle reti sia assolutamente strategico e riteniamo che l’Italia sia indietro da tanti punti di vista” è la premessa del presidente del Consiglio. “Abbiamo dato il compito ad un comitato tecnico costituito da Francesco Caio e due esperti di reti di presentare entro fine anno un rapporto sullo stato degli investimenti sulla rete e quale deve essere l’investimento dello Stato perché l’Italia sia competitiva”. Il rapporto, ha aggiunto Letta, “non farà sconti e dovrà descrivere lo stato della rete e gli obiettivi da raggiungere, che qualunque sia il proprietario della rete dovrà conseguire”. E sul piano delle telecomunicazioni, aggiunge: “L’Italia è un paese in cui esiste un divario geografico e generazionale sull’agenda digitale. È necessario avere un mercato unico europeo sulle telecomunicazioni e questo pone un problema di competitività nei confronti di Cina e Stati Uniti”.

Dalla Legge di stabilità alle privatizzazioni, l’agenda economica di Letta. Il premier, che definisce il consolidamento dei conti un “mantra di questo governo”, difende la Legge di stabilità criticata dall’Europa, sostenendo che contiene “misure fiscali di riduzione del costo del lavoro nei prossimi tre anni”. Nell’agenda di Letta rientra anche un piano di privatizzazioni, che per la verità il premier promette da mesi. “In questa settimana verrà presentato il piano di privatizzazioni che sta discutendo in questi giorni il ministero dell’Economia”, ha annunciato il capo del governo, spiegando che il provvedimento riporterà il deficit al 2,5 per cento. “Sono sicuro che la finanziaria è quella giusta e che con il piano di privatizzazioni ci consentirà di ridurre il debito il prossimo anno per la prima volta dopo cinque anni”, ha spiegato il presidente del Consiglio. Sul tema, si è espresso anche il ministro per lo Sviluppo Economico. “Questa settimana dovrebbe essere pronto un piano che indica quali beni che non sono strategici per il paese possono essere privatizzati”, ha spiegato Flavio Zanonato. “Ci sono dei beni immobili e ci sono anche quote di società senza perdere in alcuni casi il controllo”.

Ma sul tavolo del governo c’è anche il tema spending review: “Oggi faremo il primo comitato interministeriale della spending review con Carlo Cottarelli che ha piena fiducia e mandato, proprio perché dobbiamo tornare ad una stagione di tagli che rendano possibili gli investimenti”. Altro intervento su cui insiste il premier, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che sarà discussa in questi giorni a Palazzo Madama. “Sono sicuro che il Senato è consapevole dell’importanza di un approvazione rapida – ha affermato Enrico Letta – perché si tratta di cambiare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. Abbiamo bisogno di avere questa abolizione nella Costituzione”.

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