Mentre migliaia di studenti greci vanno a scuola digiuni per le ristrettezze economiche delle proprie famiglie, i deputati si lamentano perché cinquemila euro di rimborsi spese mensili non sono sufficienti a fare politica. Sono 32mila gli studenti che hanno sperimentato la fame a scuola. Quando sono stati registrati i primi dati, nel 2012, il 60% degli scolari greci si trovava in una condizione di insicurezza alimentare, mentre il 23% era in una condizione di fame assoluta. Si segnala inoltre che i bambini sottopeso sono il 48% del totale, numero ancora gravissimo.
Nel corto circuito della crisi greca, però, c’è anche una buona notizia in termini di cambiamento delle abitudini alimentari: a seguito di un progetto ad hoc della Fondazione Niarchos c’è stato un aumento del consumo di frutta, verdura e latte bianco a scuola nella misura del 40-47 per cento. L’Istituto di Medicina Preventiva, salute ambientale e occupazionale (Prolepsis) ha ricevuto infatti dalla Fondazione Stavros Niarchos sedici milioni di euro, destinati a trecento istituti scolastici e cinquantamila studenti. Dopo quasi due anni di positiva attuazione, il programma da aprile 2012 ad oggi ha distribuito tre milioni di pasti, altrettanti di frutta, un milione e mezzo di bottiglie di latte e duecentomila confezioni di yogurt e miele. La situazione, seppur leggermente migliorata, rimane comunque difficile.
Intanto in occasione di una mozione presentata dal partito del Syriza, il Parlamento greco per la prima volta nella sua storia è stato “costretto” a rivelare i compensi e le indennità dei trecento deputati: il rimborso a forfait è di 11mila euro al mese, poco più di 5mila netti. “Con cinquemila euro mensili di rimborsi non è proprio possibile fare politica sul territorio”, ha dichiarato in Parlamento la deputata conservatrice del partito al governo di Nea Dimokratia, Iorghia Tzamtzi. Nel silenzio totale dell’esecutivo e dei colleghi parlamentari.
Chissà cosa avranno pensato i genitori di quei bambini che vanno a scuola digiuni o non sufficientemente nutriti nell’ascoltare questa lamentela, proprio alla vigilia della visita a Berlino del premier Antonis Samaras e quando il ministero delle Finanze rivela i dati dei pignoramenti: ben 56 immobili al giorno, di proprietari che non sono più solvibili. Solo nel mese di ottobre le autorità fiscali hanno messo all’asta 1.553 tra case, terreni e fabbricati: in totale 14.197 nei primi dieci mesi dell’anno in corso. Rispetto al 2012 le aste immobiliari sono in aumento del 26,3 per cento.