Il voto sulla decadenza è un “colpo di Stato” e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe dare la grazia senza che questa venga richiesta. Silvio Berlusconi a 4 giorni dalla discussione in Senato per la sua espulsione dal Parlamento per effetto della condanna definitiva per frode fiscale si prepara ad abbandonare la maggioranza delle larghe intese – e questo è il meno – e attacca di nuovo tutti i nemici storici: magistratura, sinistra, giornali. Un’ora e mezzo di discorso (durante un meeting di Giovane Italia, a Roma) che per lunghi brani è stato la consueta riproposizione di grandi classici (Magistratura democratica, Vittorio Mangano eroe, la sinistra nelle scuole). Un monologo in cui ha ricostruito la sua storia, parlando di sé in terza persona. Ma in coda ecco gli affondi più duri che così cancellano in un secondo il vernissage del Nuovo Centrodestra e le parole di Alfano: “Mercoledì 27 – dice il Cavaliere – ci sarà il voto del Senato per fare fuori il presidente del centrodestra – ha detto – dopo un periodo di vent’anni di tentativi che non erano andati in porto. Questa operazione si chiama colpo di Stato“.
E subito dopo l’ultimo appello – a tratti quasi rabbioso – al Quirinale: “Il presidente della Repubblica non dovrebbe avere un attimo di esitazione a dare, senza che io presenti la richiesta, perché ho la dignità di non chiederla, un provvedimento che cancelli l’ignominia dell’affido ai servizi sociali“. Infine quella che chiama la “sfida” alla sinistra: “Sfidiamo apertamente questa sinistra che non ha mai rinnegato la sua storia e l’ideologia più criminale e disumana del mondo e fa dell’odio un comportamento invincibile, non pensino che noi lasceremo che questo colpo di Stato si realizzi senza reazione da parte nostra”. E chiama ancora una volta la piazza: per reagire alla “violenza nei confronti della democrazia e della libertà”, esorta gli azzurri a “stare uniti”: “Faremo delle manifestazioni (una è già fissata per il 27, ndr) e tutti dobbiamo partecipare”. Il Partito Democratico replica immediatamente: “E’ un’orgia di affermazioni eversive” dichiara Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd.
Le richieste d’autografo e il ritorno della canzone di Forza Italia
Mille mani protese e la richiesta di un autografo, come sottofondo l’inno di Forza Italia. L’incontro di Berlusconi con i giovani berlusconiani. Nella passerella finale il Cavaliere si è fermato davanti alle telecamere ma non ha risposto alle domande dei giornalisti e ha firmato il badge ad un sostenitore. Era arrivato alle 17.30 visibilmente affaticato, salendo i gradini della scala d’accesso della sala con incedere stanco, un po’ cupo in volto. Poi è salito sul palco da un corridoio laterale e ha confessato ai ragazzi di non aver dormito. Intorno a lui solo donne: in prima fila siede la fidanzata Francesca Pascale, accanto al leader sul palco la fondatrice del movimento, Annagrazia Calabria, ed è presente anche Renata Polverini con indosso un coloratissimo abito arancione.
“Umiliato da don Mazzi che mi vuole mettere a pulire i cessi”
L’aveva già detto in mattinata al Mattino, lo ripete in diretta davanti ai giovani: la sentenza definitiva del processo Mediaset sarà “ribaltata”. Ma Berlusconi pensa già evidentemente al giorno dell’esecuzione della pena che si avvicina. “Ma vi sembra, a parte l’umiliazione di sentire don Mazzi ‘Berlusconi venga a pulire i cessi qui da noi’, quell’altro che dice ‘venga qui a Scampia così le va giù la pancia’ (si riferisce al maestro di judo Gianni Maddaloni, che però non ha mai detto la cosa della pancia, ndr), a parte questo credete che dovrei espormi al ridicolo?”. E poi in Senato “è stata calpestata la verità e la legge e messo da parte il regolamento del Senato. Come chiamate voi coloro che si comportano al di là della legge, violando la legge? Io li chiamo fuorilegge”. Il Cavaliere lamenta che la decisione sia stata presa in “tempi record”, violando il principio di irretroattività con la legge Severino e cambiando anche le norme sul voto segreto “a maggioranza”.
“La magistratura giudica per ideologia politica”
Il passaggio più lungo dell’orazione in stile Pcus del Cavaliere è dedicato – e non è una novità – alla magistratura. “Nella magistratura – dice Berlusconi – non si giudica più per quello che è il fatto oggetto del giudizio ma o per un’ideologia politica o per un ‘do ut des‘ tra magistrati”. Secondo il Cavaliere “si è verificata una situazione in Italia per quanto riguarda la magistratura che nel 1964 ha fondato la corrente Magistratura democratica. Poi questa corrente si è divisa in due, una parte è stata nella ortodossia del Partito Comunista italiano e una parte ha scelto di stare con gli extraparlamentari. Quest’ultima parte è stata poi accusata dal Pci di avere appoggiato in una assemblea le tesi delle Brigate rosse”. Una corrente talmente forte, quella di Magistratura democratica, che a un certopunto “avendo visto che in 41 processi che mi riguardavano con i collegi normali non aveva successo decise che tutti i collegi dovevano essere presidiati da 3 giudici di estrema sinistra”. Nel processo Mediaset nel quale Berlusconi è stato condannato definitivamente al contrario neanche uno dei giudici può essere ritenuto vicino a Magistratura democratica, tantomeno quelli di Cassazione – come scrisse anche il Giornale.
“Polizia giudiziaria esercito di fedelissimi le cui attività sono sconosciute al governo”
Secondo la ricostruzione dell’ex presidente del Consiglio peraltro “la polizia giudiziaria è diventata un esercito di fedelissimi con lo stesso orientamento delle procure le cui attività sono assolutamente sconosciute al ministro degli Interni e della Giustizia e del presidente del Consiglio, ve lo posso dire perché ci sono passato”. Secondo la storia rivisitata da Berlusconi “oltre ad alcuni esponenti della sinistra dellaDemocrazia cristiana, sono stati anche lasciati in pace quelli della Lega e del Msi dalla magistratura che non contavano per i loro numeri in Parlamento. A un certo punto si era compiuta una missione. La magistratura aveva valutato che la sinistra aveva ottenuto il potere e poteva mantenerlo definitivamente. Ma ci fu un imprevisto, uno che faceva bene l’imprenditore e si divertiva a farlo e non dormiva più la notte”. Tra gli altri “nemici” da mettere nel mirino è il Corriere della Sera: “Da sempre organo non ufficiale, anzi ufficiale, della procura di Milano”.
“La sinistra nella giustizia, nei giornali, nella scuola, nell’università”
In Italia, d’altronde, la sinistra è andata a prendere il potere “nella giustizia, nel giornalismo, la scuola, l’università. E nei tribunali Magistratura democratica a poco a poco è diventata dominante, tutti gli altri magistrati dipendono da loro”. “A poco a poco – afferma – Md ha trasformato la magistratura da ordine dello Stato, in un contropotere capace di contrastare e mettere sotto gli altri due, il legislativo e l’esecutivo. E in Parlamento non si riesce a far approvare una legge che sia sgradita all’Anm”.
“Vittorio Mangano è stato un eroe”
Tra i numeri di repertorio anche la definizione di “eroe” per Vittorio Mangano, mafioso conosciuto poi come “stalliere di Arcore” perché fu assunto come fattore a Villa San Martino. “Credo – spiega Berlusconi – che Marcello abbia detto bene quando ha definito Mangano un eroe” per non aver ceduto ai pm che gli ‘chiedevano di testimoniare il falsò sui “rapporti tra Berlusconi e la mafia”.
“Monti? Non aveva meriti per diventare senatore a vita”
Poi ricorda la fine del suo quarto governo – sempre più in bilico al Senato e sotto i colpi delle impennate dello spread tra Btp e Bund tedeschi – che aprì poi la strada alla nomina di Mario Monti a Palazzo Chigi: “Firmai io la nomina di Mario Monti a senatore a vita, sebbene a mio parere il professore Monti non aveva meriti tali da ottenere il ruolo di senatore a vita. Non mi risultano scritti scientifici degni di particolare attenzione…”.
“De Gregorio convinto dai magistrati ad accusarmi”
Nel discorso prendono ovviamente una larga parte i vari processi in cui Berlusconi è coinvolto. L’ex presidente del Consiglio tra questi sceglie quello per la presunta corruzione dell’ex senatore Sergio De Gregorio: “Disse ai procuratori: ‘Ho ricevuto 2 milioni di euro in nero, in contanti, portati da una terza persona’. Ma che ragione avrei avuto? De Gregorio aveva una bancarotta fraudolenta addosso. I pm di Napoli l’hanno convinto a fare questa dichiarazione per accusarmi, De Gregorio ha accettato di dirsi colpevole e di patteggiare a 18 mesi. I pm gli hanno detto che la bancarotta sarebbe andata sotto il tappeto se avesse detto qualcosa di Berlusconi”.
“Libertà contro l’oppressione dello Stato, fiscale, giudiziaria”
Berlusconi poi ripropone una sua “lezione” sul liberalismo di cui si dice portatore. “Sono preoccupato perché vogliono togliere la libertà. Libertà contro l’oppressione dello Stato, fiscale, giudiziaria”. Poi torna a parlare di nazismo e comunismo, della loro barbarie e rilegge un discorso da lui pronunciato davanti al movimento giovanile del Partito popolare europeo. “La libertà non si perde tutta d’un colpo, è come una corda tesa che piano piano si sfilaccia e poi diventa libertà condizionata, libertà ferita fino a che non c’è più”, avverte i ragazzi. E invoca la necessità di un Paese “dove non si colpiscano gli avversari politici”. Alla platea dei giovani di Fi elenca quattro principi cardine: “Primazia della persona dello Stato, difesa dei diritti di tutti i cittadini, economia sociale di mercato e necessità di controllare lo Stato e di mettere un limite alla sua attività”. “Per me la libertà è l’essenza dell’uomo, l’essenza del nostro cuore. Il diritto alla libertà è il primo tra tutti i diritti, il bene sommo da cui derivano tutti gli altri – sottolinea l’ex capo del governo – Viene prima dello Stato anzi è esso a giustificare la ragione dello Stato che ha compito primario garantire l’esercizio della libertà”.