Un accertamento fiscale negli Usa e una intercettazione. Silvio Berlusconi tenta la carta delle nuove prove per chiedere una revisione del processo Mediaset per cui è stato condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale. Mentre il governo Letta pone la questione di fiducia sulla legge di Stabilità, di fatto fissando il voto sulla decadenza il 27 novembre, il leader di Forza Italia annuncia urbi et orbi che questi documenti cambieranno la storia del suo processo e fa sapere che si rivolgerà alla magistratura di Brescia. La nuova mossa potrebbe essere l’ennesima manovra dilatoria. Già lo scorso settembre l’ex presidente del Consiglio aveva annunciato una svolta parlando di una sentenza svizzera risultata poi inesistente. Il tutto mentre arriva in Italia l’amico Vladimir Putin che, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe avergli già consegnato un passaporto diplomatico che gli permetterebbe di viaggiare all’estero indisturbato. Solo qualche giorno il Cavaliere aveva dichiarato che se avesse avuto i documenti se ne sarebbe andato ad Antigua. Ma c’è chi ha avanzato anche un’altra ipotesi: che l’ex premier possa essere nominato ambasciatore in Vaticano per la Russia.
Berlusconi: “Chiederò la revisione del processo a Brescia”. Le novità importanti, per quanto riguarda il processo Mediaset, sono che in Usa il fisco americano sta per procedere con una causa verso Frank Agrama e altre persone, ritenute responsabili di evasione fiscale importante, e da queste situazioni emergono testimonianze di importanti dirigenti del gruppo Agrama, che dimostrano come la vicenda che vede il gruppo Agrama protagonista sia una vicenda da cui Silvio Berlusconi è assolutamente, completamente estraneo, altri sono i protagonisti e sono dichiarati in modo chiaro, senza possibilità che si possa interporre alcun dubbio – spiega l’ex premier parlando in terza persona -. Probabilmente ne leggerò anche una parte, e darò la notizia che noi intendiamo presentare quanto prima una domanda di revisione del processo alla Corte competente, la Corte d’appello di Brescia, fidando sul fatto che questa domanda possa essere assolutamente accolta, per la chiarezza di queste notizie, che oltretutto sono anche confermate da molti testimoni, che i giudici di primo e secondo grado non hanno voluto nemmeno ascoltare. Abbiamo le deposizioni di tutti questi inascoltati testimoni, che fanno riferimento alla realtà, una realtà che mi vede completamento estraneo, che esclude assolutamente ogni mia partecipazione a qualsiasi fatto illegittimo”.
L’intercettazione tra Frank Agrama e Bruce Gordon. Ci sarebbe anche una intercettazione tra il produttore Frank Agrama, condannato in via definitiva a 3 anni dalla Cassazione come “socio occulto” del sistema di frodi ideato dal Cavaliere, e Bruce Gordon, presidente della distribuzione Paramount, tra le carte che dovrebbero cambiare la storia del processo. Una conversazione in cui i due direbbero: “Stiamo diventando veramente ricchi”. Cosa questo significhi lo spiegherà Berlusconi alle 15.30 in conferenza stampa. Certo è ed è nelle motivazioni della sentenza che la testimonianza di Gordon è tra quelle considerate importanti dai giudici della Cassazione per il verdetto finale. Il 21 dicembre 1993 il top manager in una lettera al collega Lucas aveva confermato “la totale sovrapponibilità tra Agrama e Berlusconi, posto che non vi è distinzione né tra le società né tra le persone, né tra le cifre’. (…) A conferma del legame a doppio filo tra il produttore e il Cavaliere. Ora invece il Cavaliere vorrebbe far pensare che i due avrebbero tramato alle sue spalle per truffarlo.
I testimoni inascoltati. Era il 26 settembre del 2011 quando il presidente del collegio di primo grado tagliò una decina di testi della difesa. Il giudice Edoardo D’Avossa in quell’occasione aveva parlato di prescrizione ritenendo stringere i tempi perché il dibattimento era iniziato nel 2006 e ancora non si riusciva a chiudere. I testimoni tagliati all’epoca era tutti residenti all’estero e nonostante le convocazioni da parte del Tribunale non si erano mai presentati in aula. Adesso a processo definito e fuori tempo massimo però dovrebbero dare il loro contributo.
Come con la tangente a Bettino Craxi. In passato tante volte il Cavaliere in conferenza stampa ha tentato di sviare l’attenzione sulle indagini che lo hanno coinvolto. Quando i magistrati milanesi scoprirono la mazzetta a Bettino Craxi (processo prescritto grazie alle attenuanti generiche) il Cavaliere, era la fine del 1995, convocò una conferenza stampa e annunciò l’equivoco: quei soldi erano il pagamento “per la commercializzazione di diritti televisivi” all’imprenditore Tarak Ben Ammar (poi entrato nel consiglio di amministrazione di Mediaset nel 1996 ). Il Tg5 intervistò l’imprenditore franco tunisino che confermò la versione dell’allora premier. Ma quelle parole non entrarono mai in un verbale: convocato tre volte i magistrati milanesi non sono mai riusciti a interrogarlo.
Intanto l’Europa, come riporta il Corriere della Sera, ha messo sotto accusa l’Irlanda per il ritardo accumulato, ben sette anni, nel rispondere alla richiesta di assistenza giudiziaria dell’Italia su due società: la Olympus trading Ltd e la Olympus trading Ireland Ltd per i processi Mediatrade e Mediaset. Un’altra rogatoria quella di Hong Kong sarebbe stata bloccata per anni grazie ai buoni uffici dell’ex senatore Idv Sergio De Gregorio.
Giustizia & Impunità
Processo Mediaset, l’ultima spiaggia di Berlusconi: “Le carte che mi scagionano”
Una intercettazione e un accertamento fiscale sull'ex socio occulto Frank Agrama le carte che dovrebbero cambiare la storia del processo. Ma la nuova mossa potrebbe essere l'ennesima manovra dilatoria: fra due giorni il Senato deciderà per la sua decadenza. Già lo scorso settembre l'ex presidente del Consiglio aveva annunciato una svolta parlando di una sentenza svizzera risultata inesistente
Un accertamento fiscale negli Usa e una intercettazione. Silvio Berlusconi tenta la carta delle nuove prove per chiedere una revisione del processo Mediaset per cui è stato condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale. Mentre il governo Letta pone la questione di fiducia sulla legge di Stabilità, di fatto fissando il voto sulla decadenza il 27 novembre, il leader di Forza Italia annuncia urbi et orbi che questi documenti cambieranno la storia del suo processo e fa sapere che si rivolgerà alla magistratura di Brescia. La nuova mossa potrebbe essere l’ennesima manovra dilatoria. Già lo scorso settembre l’ex presidente del Consiglio aveva annunciato una svolta parlando di una sentenza svizzera risultata poi inesistente. Il tutto mentre arriva in Italia l’amico Vladimir Putin che, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe avergli già consegnato un passaporto diplomatico che gli permetterebbe di viaggiare all’estero indisturbato. Solo qualche giorno il Cavaliere aveva dichiarato che se avesse avuto i documenti se ne sarebbe andato ad Antigua. Ma c’è chi ha avanzato anche un’altra ipotesi: che l’ex premier possa essere nominato ambasciatore in Vaticano per la Russia.
Berlusconi: “Chiederò la revisione del processo a Brescia”. Le novità importanti, per quanto riguarda il processo Mediaset, sono che in Usa il fisco americano sta per procedere con una causa verso Frank Agrama e altre persone, ritenute responsabili di evasione fiscale importante, e da queste situazioni emergono testimonianze di importanti dirigenti del gruppo Agrama, che dimostrano come la vicenda che vede il gruppo Agrama protagonista sia una vicenda da cui Silvio Berlusconi è assolutamente, completamente estraneo, altri sono i protagonisti e sono dichiarati in modo chiaro, senza possibilità che si possa interporre alcun dubbio – spiega l’ex premier parlando in terza persona -. Probabilmente ne leggerò anche una parte, e darò la notizia che noi intendiamo presentare quanto prima una domanda di revisione del processo alla Corte competente, la Corte d’appello di Brescia, fidando sul fatto che questa domanda possa essere assolutamente accolta, per la chiarezza di queste notizie, che oltretutto sono anche confermate da molti testimoni, che i giudici di primo e secondo grado non hanno voluto nemmeno ascoltare. Abbiamo le deposizioni di tutti questi inascoltati testimoni, che fanno riferimento alla realtà, una realtà che mi vede completamento estraneo, che esclude assolutamente ogni mia partecipazione a qualsiasi fatto illegittimo”.
L’intercettazione tra Frank Agrama e Bruce Gordon. Ci sarebbe anche una intercettazione tra il produttore Frank Agrama, condannato in via definitiva a 3 anni dalla Cassazione come “socio occulto” del sistema di frodi ideato dal Cavaliere, e Bruce Gordon, presidente della distribuzione Paramount, tra le carte che dovrebbero cambiare la storia del processo. Una conversazione in cui i due direbbero: “Stiamo diventando veramente ricchi”. Cosa questo significhi lo spiegherà Berlusconi alle 15.30 in conferenza stampa. Certo è ed è nelle motivazioni della sentenza che la testimonianza di Gordon è tra quelle considerate importanti dai giudici della Cassazione per il verdetto finale. Il 21 dicembre 1993 il top manager in una lettera al collega Lucas aveva confermato “la totale sovrapponibilità tra Agrama e Berlusconi, posto che non vi è distinzione né tra le società né tra le persone, né tra le cifre’. (…) A conferma del legame a doppio filo tra il produttore e il Cavaliere. Ora invece il Cavaliere vorrebbe far pensare che i due avrebbero tramato alle sue spalle per truffarlo.
I testimoni inascoltati. Era il 26 settembre del 2011 quando il presidente del collegio di primo grado tagliò una decina di testi della difesa. Il giudice Edoardo D’Avossa in quell’occasione aveva parlato di prescrizione ritenendo stringere i tempi perché il dibattimento era iniziato nel 2006 e ancora non si riusciva a chiudere. I testimoni tagliati all’epoca era tutti residenti all’estero e nonostante le convocazioni da parte del Tribunale non si erano mai presentati in aula. Adesso a processo definito e fuori tempo massimo però dovrebbero dare il loro contributo.
Come con la tangente a Bettino Craxi. In passato tante volte il Cavaliere in conferenza stampa ha tentato di sviare l’attenzione sulle indagini che lo hanno coinvolto. Quando i magistrati milanesi scoprirono la mazzetta a Bettino Craxi (processo prescritto grazie alle attenuanti generiche) il Cavaliere, era la fine del 1995, convocò una conferenza stampa e annunciò l’equivoco: quei soldi erano il pagamento “per la commercializzazione di diritti televisivi” all’imprenditore Tarak Ben Ammar (poi entrato nel consiglio di amministrazione di Mediaset nel 1996 ). Il Tg5 intervistò l’imprenditore franco tunisino che confermò la versione dell’allora premier. Ma quelle parole non entrarono mai in un verbale: convocato tre volte i magistrati milanesi non sono mai riusciti a interrogarlo.
Intanto l’Europa, come riporta il Corriere della Sera, ha messo sotto accusa l’Irlanda per il ritardo accumulato, ben sette anni, nel rispondere alla richiesta di assistenza giudiziaria dell’Italia su due società: la Olympus trading Ltd e la Olympus trading Ireland Ltd per i processi Mediatrade e Mediaset. Un’altra rogatoria quella di Hong Kong sarebbe stata bloccata per anni grazie ai buoni uffici dell’ex senatore Idv Sergio De Gregorio.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".