Di rinvio in rinvio, di promessa in promessa, spariscono dall’orizzonte del Governo i risarcimenti per i parenti delle vittime della strage di Bologna. L’ennesimo slittamento, nonostante gli annunci del ministro Graziano Delrio. L’ex sindaco di Reggio Emilia, durante le commemorazioni per l’anniversario del 2 agosto, aveva fatto sperare le famiglie delle 85 vittime, assicurando l’impegno dell’esecutivo di risolvere la questione entro poche settimane. E invece dei risarcimenti, nella legge di stabilità appena passata al Senato, non c’è nemmeno l’ombra.
Durissimo il commento delle associazioni, che non nascondo l’amarezza per l’ennesimo bluff arrivato da Roma. “Gli impegni presi solennemente a Bologna il 2 agosto, ad oggi, non sono stati mantenuti” denunciano Roberto Della Rocca, vicepresidente dell’associazione italiana vittime del terrorismo, e il deputato Pd e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi. “Valutiamo tutto ciò con grande amarezza e profonda delusione. Se tutto questo dovesse persistere il disprezzo dei familiari delle vittime del terrorismo, nei confronti di questo Governo sarebbe totale”.
Va detto che il provvedimento è legato non solo ai risarcimenti, ma anche ai contributi e alle pensioni. Ed è atteso da quasi dieci anni, visto che dovrebbe rendere pienamente funzionante la legge 206 delle 2004, che regola i benefici economici e fiscali riservati ai familiari delle persone vittime di atti di terrorismo e stragi. E quindi non interessa solo Bologna, ma anche Firenze, ad esempio, dove in prima fila per l’applicazione della legge ci sono i parenti delle vittime della bomba in via dei Georgofili, esplosa il 27 maggio del 1993.
Eppure, solo 3 mesi fa, il ministro per gli Affari regionali Delrio aveva annunciato quello che tutti speravano di sentire. Prima nella sala del consiglio comunale di Bologna, riunito per il 33esimo anniversario della strage, poi a margine delle commemorazioni ufficiali. “Contiamo di inserire nel prossimo decreto sicurezza il provvedimento sui risarcimenti” aveva assicurato. “Attendiamo il responso dell’Economia ma in poche settimane, al massimo in pochi mesi, risolveremo questo problema. Finalmente va a compimento un atto dovuto un concreto riconoscimento per i parenti delle vittime e dei feriti”.
Già a metà agosto però la questione era stata rimandata alla discussione sul provvedimento dedicato alla previdenza. E poi ancora alla manovra. Fino ai giorni scorsi, quando c’è stato l’ultimo rinvio. L’emendamento proposto dai senatori Sergio Lo Giudice, Rita Ghedini, Claudio Broglia, Giancarlo Sangalli, che puntava a inserire i risarcimenti nella legge di stabilità, è stato accantonato. “Non appena la finanziaria arriva alla Camera presenterò un emendamento per inserire la questione dei risarcimenti Poi,se non me lo votano, io voto contro” ha fatto sapere Paolo Bolognesi. .
Emilia Romagna
Strage Bologna, risarcimenti fuori dalla legge di stabilità. Nonostante le promesse
L'ultima assicurazione era stata quella del ministro Graziano Delrio durante la commemorazione annuale. Ma il provvedimento non è stato inserito nemmeno nell'ultimo decreto sicurezza
Di rinvio in rinvio, di promessa in promessa, spariscono dall’orizzonte del Governo i risarcimenti per i parenti delle vittime della strage di Bologna. L’ennesimo slittamento, nonostante gli annunci del ministro Graziano Delrio. L’ex sindaco di Reggio Emilia, durante le commemorazioni per l’anniversario del 2 agosto, aveva fatto sperare le famiglie delle 85 vittime, assicurando l’impegno dell’esecutivo di risolvere la questione entro poche settimane. E invece dei risarcimenti, nella legge di stabilità appena passata al Senato, non c’è nemmeno l’ombra.
Durissimo il commento delle associazioni, che non nascondo l’amarezza per l’ennesimo bluff arrivato da Roma. “Gli impegni presi solennemente a Bologna il 2 agosto, ad oggi, non sono stati mantenuti” denunciano Roberto Della Rocca, vicepresidente dell’associazione italiana vittime del terrorismo, e il deputato Pd e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi. “Valutiamo tutto ciò con grande amarezza e profonda delusione. Se tutto questo dovesse persistere il disprezzo dei familiari delle vittime del terrorismo, nei confronti di questo Governo sarebbe totale”.
Va detto che il provvedimento è legato non solo ai risarcimenti, ma anche ai contributi e alle pensioni. Ed è atteso da quasi dieci anni, visto che dovrebbe rendere pienamente funzionante la legge 206 delle 2004, che regola i benefici economici e fiscali riservati ai familiari delle persone vittime di atti di terrorismo e stragi. E quindi non interessa solo Bologna, ma anche Firenze, ad esempio, dove in prima fila per l’applicazione della legge ci sono i parenti delle vittime della bomba in via dei Georgofili, esplosa il 27 maggio del 1993.
Eppure, solo 3 mesi fa, il ministro per gli Affari regionali Delrio aveva annunciato quello che tutti speravano di sentire. Prima nella sala del consiglio comunale di Bologna, riunito per il 33esimo anniversario della strage, poi a margine delle commemorazioni ufficiali. “Contiamo di inserire nel prossimo decreto sicurezza il provvedimento sui risarcimenti” aveva assicurato. “Attendiamo il responso dell’Economia ma in poche settimane, al massimo in pochi mesi, risolveremo questo problema. Finalmente va a compimento un atto dovuto un concreto riconoscimento per i parenti delle vittime e dei feriti”.
Già a metà agosto però la questione era stata rimandata alla discussione sul provvedimento dedicato alla previdenza. E poi ancora alla manovra. Fino ai giorni scorsi, quando c’è stato l’ultimo rinvio. L’emendamento proposto dai senatori Sergio Lo Giudice, Rita Ghedini, Claudio Broglia, Giancarlo Sangalli, che puntava a inserire i risarcimenti nella legge di stabilità, è stato accantonato. “Non appena la finanziaria arriva alla Camera presenterò un emendamento per inserire la questione dei risarcimenti Poi,se non me lo votano, io voto contro” ha fatto sapere Paolo Bolognesi. .
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Meloni legge in Aula il Manifesto di Ventotene: “Non è la mia Europa”. Opposizioni protestano, caos e seduta sospesa. Lei: “Non ho tempo per la lotta nel fango”
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Israele attacca ancora Gaza, “morti 970 palestinesi in 48 ore”. Hamas: “Colpito edificio Onu e ucciso operatore straniero”. Idf nega
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Il libro bianco per la difesa Ue e i paletti agli acquisti con i prestiti finanziati da eurobond
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Spinelli, scusala. Ai tempi sarebbe stata dalla parte di chi ti ha mandato al confino". Lo scrive l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, postando una foto di Altiero Spinelli.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La lettura del manifesto di Ventotene da parte di Giorgia Meloni oggi è stata una provocazione, quando utilizza certe modalità si dimentica di essere la presidente del Consiglio e torna ad essere militante del suo partito". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex presidente Pd e ministra Rosy Bindi, intervistata da Giorgio Lauro e Marisa Laurito.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Voler delegittimare gli autori, unanimemente riconosciuti come i fondatori morali dell’Europa, grazie ai quali Giorgia Meloni può sedere in Parlamento come presidente del consiglio, è stata un’operazione inaccettabile. Va ben oltre ogni dialettica possibile è per questo che le opposizioni si sono ribellate". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista a Radio Radicale dopo la sospensione dell’Aula di Montecitorio.
"Ricordo poi alla destra - aggiunge infine il leader di SI - che ci sarà ben una ragione per cui un edificio dei Palazzi della Ue a Bruxelles è dedicato proprio ad Altiero Spinelli".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “Il Manifesto di Ventotene è stato scritto durante la dittatura fascista. È un documento simbolo di libertà e democrazia, che ha espresso una visione per sconfiggere l'oppressione e indicato un percorso federale europeista come risposta ai sovranismi devastanti". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche europee della Camera.
"Quel progetto coraggioso degli Stati Uniti d'Europa, la cui ambizione ha consentito di avere oltre 70 finora di pace nel nostro Continente e di garantire diritti fondamentali. Meloni dovrebbe vergognarsi di una vera e propria apologia di fascismo che offende gravemente la nostra storia, la nostra memoria, il fondamento della nostra Costituzione democratica. Un'inaccettabile arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dalla totale ambiguità della risoluzione di maggioranza sulla difesa europea che non dà nessun mandato chiaro alla Premier in vista del prossimo Consiglio Ue”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Meloni come Trump. Ha deciso di prendere a pugni i fondamentali della Repubblica e dell’Europa. Attorno ai fondamentali è ora di organizzare una risposta politica, democratica e civile". Lo scrive sui sociale Pierluigi Bersani.
Milano, 19 mar. (Adnkronos)(Adnkronos) - "Suzuki sta attraversando un periodo particolarmente positivo grazie all'andamento in crescita su tutte le aree globalmente coperte dal marchio''. Lo dice Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia.
L'unica eccezione forse è proprio l'Europa, dove l'instabilità dei regolamenti sta delineando qualche incertezza. In realtà la crescita a livello mondiale è quasi del 4%, e nei primi nove mesi dell'esercizio fiscale - che noi, essendo giapponesi, iniziamo dal primo aprile e lo terminiamo il 31 marzo successivo - abbiamo già raggiunto 2 milioni e 600mila unità vendute, numero che ci colloca nella top 10 dei costruttori mondiali di auto".
"Suzuki ha un feeling con l’Italia - prosegue Nalli - Dal 2013, quando è cominciato il ciclo di rinnovamento di tutta la gamma, Suzuki è sempre cresciuta, sia di volumi che di quota di mercato. Non ha fatto eccezione il 2024, con un incremento che ci ha portati al 2,4% di quota di mercato. Nei primi due mesi del 2025, come dicevo, l'instabilità dei regolamenti europei ha influenzato anche le politiche del quartier generale, che è molto orientato e molto forte su mercati asiatici come il Giappone e soprattutto l'India. Ma siamo ottimisti per il prossimo futuro, sapendo che l'Europa in questo momento sta mettendo mano ai regolamenti”.
“Suzuki non ha una strategia segreta, ma quella che ha sempre dichiarato fin dall'inizio, ovvero cercare di dare al cliente quello che si aspetta, quello che serve per la mobilità – commenta Nalli in merito ai nuovi modelli, anche alla luce della flessione sul mercato italiano – Parliamo quindi di una gamma interamente ibrida: fin dal 2020 Suzuki è l'unico marchio tutto e solo ibrido; e poi, anche per rispettare le normative - perché Suzuki discute le norme ma poi le deve rispettare - il lancio di una vettura elettrica, che si chiama eVitara ed è la Vitara che ci si aspetta dalla Suzuki, ossia un fuoristrada duro e puro in versione elettrica”.
Sulle strategie future, Nalli aggiunge "Suzuki Motor Corporation ha intrapreso una strada multipath, cioè che segue diversi percorsi. L'ibrido sarà la nostra principale soluzione per la mobilità del futuro, unita all'elettrico: questo perché l'Europa ce lo chiede, il pianeta ce lo chiede e di conseguenza seguiamo volentieri le norme in tal senso. Non trascuriamo poi altre soluzioni come quelle dei biocarburanti o dei carburanti sintetici. In particolare Suzuki è molto attiva sul biometano, addirittura ne è produttore per il mercato indiano" conclude il Presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Pur di coprire le divisioni della destra, le bordate di Salvini, la patriota Meloni è disposta a irridere i padri della Patria e dell’Europa. Se guida il Governo di una Repubblica democratica è grazie a loro, che dal confino fascista di Ventotene concepivano un sogno di libertà". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri nella segreteria nazionale del Pd.