La Regione Lazio è fallita da dieci anni, sui suoi conti pesa una voragine da 4 miliardi di euro, solo nel 2012, i suoi debiti ammontano a 11,7 miliardi che non riuscirà a pagare. Il sistema degli appalti pubblici è al collasso, mentre la spesa ospedaliera è “squilibrata e inefficiente” e l’assenza della politica pesa. La radiografia disastrosa dello stato di salute dell’ente da nove mesi guidato dal successore di Renata Polverini, Nicola Zingaretti, emerge dalla relazione dei consiglieri della Corte dei Conti, Rosario Scalia e Maria Teresa D’Urso, all’udienza di parificazione del rendiconto regionale dell’Ente.
L’indebolimento del quadro economico generale, la diversa allocazione delle risorse e la riduzione dei trasferimenti statali alle regioni, ovvero “la stretta finanziaria” ha messo in “tensione la tenuta degli equilibri del bilancio della Regione Lazio, che già versava in una strutturale crisi di liquidità”, riportano i magistrati contabili. I quali sottolineano come il fatto che “l’amministrazione regionale non ha predisposto ed approvato il Dpef 2012-2014 e la carenza, in un quadro finanziario regionale da tempo economicamente compromesso”, privi la politica di un “indispensabile strumento di programmazione“.
Per i magistrati contabili del Lazio, infatti, “nel bilancio preventivo 2012 della Regione le capacità di entrata e di spesa fanno emergere percentuali di scostamento che testimoniano un’incapacità programmatoria dell’ente”. Quindi “il bilancio preventivo 2012 risulta approvato in una situazione di pareggio solo formale, basato su una programmazione inidonea a garantire l’equilibrio di bilancio previsto dalla Costituzione”, anzi, “idonea a favorire un disavanzo della gestione di competenza che si è poi verificato”. Ecco che allora i dati contabili dell’esercizio finanziario 2012 “evidenziano la situazione di preoccupante deterioramento dei conti. La gestione dell’esercizio 2012 non ha garantito l’osservanza del principio dell’equilibrio di bilancio. In sostanza, l’amministrazione regionale ha “sostenuto maggiori spese rispetto alle risorse che ha accettato”.
Uno dei dati importanti segnalati è che l’indebitamento 2012 è di 11,741 miliardi di euro cifra notevole benché in diminuzione del 3,83% rispetto al corrispondente importo 2011″. La tenuta della situazione finanziaria complessiva, quindi, “deve essere valutata anche con riferimento alla sostenibilità prospettica dell’indebitamento regionale, cioè alla capacità reale delle casse regionali di onorare quegli impegni che, negli anni, sono stati coperti con lo stanziamento di mutui, poi non accesi”. Nel caso della Regione Lazio l’indicatore della sostenibilità di indebitamento nel periodo 2003-2012 “è sempre negativo ed in misura significativa nell’ultimo triennio dimostrando, quindi, che attraverso l’istituto del cosiddetto mutuo a pareggio si è rappresentata una situazione solo formale di equilibrio dei conti“. In conclusione, la Regione Lazio “si trova da almeno un decennio in stabili condizioni di insolvenza finanziaria, attenuata nel 2013 dal ricorso al decreto pagamento”.
Tra l’altro “dalla relazione illustrativa sull’inventario emerge la mancanza nell’amministrazione regionale della cognizione completa del patrimonio immobiliare. La stessa amministrazione stima necessario un periodo di 3/5 anni per definire la situazione ed entrare nella normalità operativa per il completamento dell’attività di identificazione, censimento ed accatastamento di ogni singola partita. Tuttavia emerge, per la prima volta, nell’amministrazione regionale, la consapevolezza del problema e la volontà di pervenire ad una conoscenza piena del dato sostenziale”, sottolinea ancora la relazione.
Segnali parzialmente positivi, poi, dalla sanità. “L’analisi dei dati relativi al settore sanitario mostra per il 2012 una significativa ulteriore contrazione del deficit d’esercizio che si attesta a -720,5 milioni di euro, con una riduzione dell’8% circa rispetto al risultato d’esercizio 2011. La progressiva riduzione delle perdite a partire dal 2007 risulta confermata dal confronto con Regioni soggette al piano di rientro, dal quale emerge come il risultato del Lazio in termini di riduzione percentuale del deficit si dimostra tra i più rilevanti”, spiegano i magistrati contabili. Che rilevano d’altro canto una riduzione della spesa sanitaria dell’ente che nel 2012 ammontava a 10,602 miliardi di euro contro il 10,645 del 2011.
Tuttavia “permane l’esigenza di un costante controllo di particolari settori della spesa e la necessità di mantenere alto il grado di attenzione in ordine alla situazione patrimoniale. E’ indispensabile poi rilevare come permanga l’esigenza di bilanciare l’obiettivo della deospedalizzazione con il contemporaneo sviluppo e implementazione delle forme alternative di assistenza”. E, per quanto riguarda la situazione patrimoniale, “i consistenti ritardi nell’erogazione delle risorse spettanti hanno prodotto effetti ancora visibili sulla situazione patrimoniale delle aziende”. Vale poi “richiamare l’attenzione su come il progressivo aumento della quota di partecipazione regionale alla spesa sanitaria ha portato la stessa ad assorbire nel 2012 il 67% delle entrate tributarie della Regione – concludono i consiglieri – a fronte del 98% che si è registrato invece nel 2011”.
La relazione è stata ufficializzata proprio mentre il quotidiano romano Il Tempo, da notizia di tre iscrizioni nel registro degli indagati aperto dalla Procura di Rieti sui rimborsi d’oro della Regione Lazio sotto la gestione Polverini. L’indagine è nata dagli accertamenti sulle spese di Franco Fiorito, detto “Batman”, ex capogruppo del Pdl, che portò poi alle dimissioni del presidente. Nel fascicolo aperto sarebbero indagati anche l’ex tesoriere e consigliere regionale del Pd, Mario Perilli, l’ex vicepresidente della Regione Lazio e attuale sindaco di Civitavecchia, Esterino Montino e l’allora consigliere del Pd e ora caposegreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino, Enzo Foschi che si è subito affrettato a dichiarare di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia sostenendo che “da accertamenti fatti presso la Procura di Rieti ad oggi la notizia di un’indagine nei miei confronti risulta priva di fondamento. Per questo ho dato mandato al mio avvocato di querelare il Tempo“.
L’ipotesi di reato avanzata dagli inquirenti reatini è di peculato. L’inchiesta sarebbe partita all’indomani dello scandalo che travolse l’ex capogruppo del Pdl alla Pisana. Nel mirino degli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardai di Finanza sarebbero finite le spese compiute, anche nel Reatino, dai consiglieri regionali del Pd. Si parla di decine di servizi televisivi, cene, alberghi e organizzazioni di eventi.
Economia
Regione Lazio fallita da dieci anni. Solo nel 2012 voragine di 4 miliardi di euro
Secondo la Corte dei Conti l’indicatore della sostenibilità di indebitamento nel periodo 2003-2012 dell'ente "è sempre negativo ed in misura significativa nell’ultimo triennio dimostrando, quindi, che attraverso l’istituto del cosiddetto mutuo a pareggio si è rappresentata una situazione solo formale di equilibrio dei conti"
La Regione Lazio è fallita da dieci anni, sui suoi conti pesa una voragine da 4 miliardi di euro, solo nel 2012, i suoi debiti ammontano a 11,7 miliardi che non riuscirà a pagare. Il sistema degli appalti pubblici è al collasso, mentre la spesa ospedaliera è “squilibrata e inefficiente” e l’assenza della politica pesa. La radiografia disastrosa dello stato di salute dell’ente da nove mesi guidato dal successore di Renata Polverini, Nicola Zingaretti, emerge dalla relazione dei consiglieri della Corte dei Conti, Rosario Scalia e Maria Teresa D’Urso, all’udienza di parificazione del rendiconto regionale dell’Ente.
L’indebolimento del quadro economico generale, la diversa allocazione delle risorse e la riduzione dei trasferimenti statali alle regioni, ovvero “la stretta finanziaria” ha messo in “tensione la tenuta degli equilibri del bilancio della Regione Lazio, che già versava in una strutturale crisi di liquidità”, riportano i magistrati contabili. I quali sottolineano come il fatto che “l’amministrazione regionale non ha predisposto ed approvato il Dpef 2012-2014 e la carenza, in un quadro finanziario regionale da tempo economicamente compromesso”, privi la politica di un “indispensabile strumento di programmazione“.
Per i magistrati contabili del Lazio, infatti, “nel bilancio preventivo 2012 della Regione le capacità di entrata e di spesa fanno emergere percentuali di scostamento che testimoniano un’incapacità programmatoria dell’ente”. Quindi “il bilancio preventivo 2012 risulta approvato in una situazione di pareggio solo formale, basato su una programmazione inidonea a garantire l’equilibrio di bilancio previsto dalla Costituzione”, anzi, “idonea a favorire un disavanzo della gestione di competenza che si è poi verificato”. Ecco che allora i dati contabili dell’esercizio finanziario 2012 “evidenziano la situazione di preoccupante deterioramento dei conti. La gestione dell’esercizio 2012 non ha garantito l’osservanza del principio dell’equilibrio di bilancio. In sostanza, l’amministrazione regionale ha “sostenuto maggiori spese rispetto alle risorse che ha accettato”.
Uno dei dati importanti segnalati è che l’indebitamento 2012 è di 11,741 miliardi di euro cifra notevole benché in diminuzione del 3,83% rispetto al corrispondente importo 2011″. La tenuta della situazione finanziaria complessiva, quindi, “deve essere valutata anche con riferimento alla sostenibilità prospettica dell’indebitamento regionale, cioè alla capacità reale delle casse regionali di onorare quegli impegni che, negli anni, sono stati coperti con lo stanziamento di mutui, poi non accesi”. Nel caso della Regione Lazio l’indicatore della sostenibilità di indebitamento nel periodo 2003-2012 “è sempre negativo ed in misura significativa nell’ultimo triennio dimostrando, quindi, che attraverso l’istituto del cosiddetto mutuo a pareggio si è rappresentata una situazione solo formale di equilibrio dei conti“. In conclusione, la Regione Lazio “si trova da almeno un decennio in stabili condizioni di insolvenza finanziaria, attenuata nel 2013 dal ricorso al decreto pagamento”.
Tra l’altro “dalla relazione illustrativa sull’inventario emerge la mancanza nell’amministrazione regionale della cognizione completa del patrimonio immobiliare. La stessa amministrazione stima necessario un periodo di 3/5 anni per definire la situazione ed entrare nella normalità operativa per il completamento dell’attività di identificazione, censimento ed accatastamento di ogni singola partita. Tuttavia emerge, per la prima volta, nell’amministrazione regionale, la consapevolezza del problema e la volontà di pervenire ad una conoscenza piena del dato sostenziale”, sottolinea ancora la relazione.
Segnali parzialmente positivi, poi, dalla sanità. “L’analisi dei dati relativi al settore sanitario mostra per il 2012 una significativa ulteriore contrazione del deficit d’esercizio che si attesta a -720,5 milioni di euro, con una riduzione dell’8% circa rispetto al risultato d’esercizio 2011. La progressiva riduzione delle perdite a partire dal 2007 risulta confermata dal confronto con Regioni soggette al piano di rientro, dal quale emerge come il risultato del Lazio in termini di riduzione percentuale del deficit si dimostra tra i più rilevanti”, spiegano i magistrati contabili. Che rilevano d’altro canto una riduzione della spesa sanitaria dell’ente che nel 2012 ammontava a 10,602 miliardi di euro contro il 10,645 del 2011.
Tuttavia “permane l’esigenza di un costante controllo di particolari settori della spesa e la necessità di mantenere alto il grado di attenzione in ordine alla situazione patrimoniale. E’ indispensabile poi rilevare come permanga l’esigenza di bilanciare l’obiettivo della deospedalizzazione con il contemporaneo sviluppo e implementazione delle forme alternative di assistenza”. E, per quanto riguarda la situazione patrimoniale, “i consistenti ritardi nell’erogazione delle risorse spettanti hanno prodotto effetti ancora visibili sulla situazione patrimoniale delle aziende”. Vale poi “richiamare l’attenzione su come il progressivo aumento della quota di partecipazione regionale alla spesa sanitaria ha portato la stessa ad assorbire nel 2012 il 67% delle entrate tributarie della Regione – concludono i consiglieri – a fronte del 98% che si è registrato invece nel 2011”.
La relazione è stata ufficializzata proprio mentre il quotidiano romano Il Tempo, da notizia di tre iscrizioni nel registro degli indagati aperto dalla Procura di Rieti sui rimborsi d’oro della Regione Lazio sotto la gestione Polverini. L’indagine è nata dagli accertamenti sulle spese di Franco Fiorito, detto “Batman”, ex capogruppo del Pdl, che portò poi alle dimissioni del presidente. Nel fascicolo aperto sarebbero indagati anche l’ex tesoriere e consigliere regionale del Pd, Mario Perilli, l’ex vicepresidente della Regione Lazio e attuale sindaco di Civitavecchia, Esterino Montino e l’allora consigliere del Pd e ora caposegreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino, Enzo Foschi che si è subito affrettato a dichiarare di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia sostenendo che “da accertamenti fatti presso la Procura di Rieti ad oggi la notizia di un’indagine nei miei confronti risulta priva di fondamento. Per questo ho dato mandato al mio avvocato di querelare il Tempo“.
L’ipotesi di reato avanzata dagli inquirenti reatini è di peculato. L’inchiesta sarebbe partita all’indomani dello scandalo che travolse l’ex capogruppo del Pdl alla Pisana. Nel mirino degli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardai di Finanza sarebbero finite le spese compiute, anche nel Reatino, dai consiglieri regionali del Pd. Si parla di decine di servizi televisivi, cene, alberghi e organizzazioni di eventi.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.