Una delibera della regione Piemonte per un finanziamento da 500mila euro per la “ricerca scientifica” di Davide Vannoni: parte da qui l’inchiesta della procura di Torino sul presidente della Stamina Foundation. Il pm Giancarlo Avenati Bassi ha ipotizzato il reato di tentata truffa e ha chiesto il rinvio a giudizio di Vannoni. L’episodio risale al 2007, quando la giunta guidata da Mercedes Bresso sceglie di destinare mezzo milione all’associazione di medicina rigenerativa Onlus, con sede legale in via Giolitti 41, di cui è socio Vannoni. Il finanziamento viene suddiviso in due tranche, una da 350mila euro e una da 150mila, per la realizzazione di un “laboratorio per lo sviluppo di tecnologie biomediche applicabili nell’ambito della medicina rigenerativa con l’utilizzo di cellule mesenchimali adulte autologhe”.
La delibera, già firmata e protocollata, viene bloccata in extremis dopo l’intervento dell’assessore Andrea Bairati. Secondo i magistrati Vannoni, sfruttando alcune entrature politiche, avrebbe fatto pressione su esponenti della giunta e del consiglio regionale. I rapporti con gli esponenti politici piemontesi era iniziato per le attività del fondatore di Stamina Foudation nel campo del marketing e dei call center.
Si tratta della seconda inchiesta aperta a Torino, che coinvolge Vannoni, dopo quella del maggio 2010, quando la Procura aprì un’inchiesta sulle attività della Stamina Foundation onlus, l’associazione torinese fondata da lui nel 2009 “per sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa”. Da allora, dopo l’avvio delle “cure” con il metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia (ottobre 2011), è iniziato il braccio di ferro tra il professor Vannoni, laureato in lettere e filosofia, e gli esperti dell’Aifa e del ministero che non hanno rilevano alcuna “consistenza scientifica” nel suo metodo, e per questo lo hanno bocciato.