Una maxi frode fiscale da 904 milioni di euro. E’ questo il reato che i pm contestano a cinque persone ai vertici della Erg. Tra gli indagati, compare Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo e fratello di Edoardo, presidente della società genovese di raffinerie e della Sampdoria. Ai tempi dei fatti nel mirino della procura, nel 2010, Alessandro Garrone era amministratore delegato del gruppo. Un altro pezzo grosso dell’azienda a finire sotto indagine è stato Luca Bettonte, attuale ad del gruppo: era il firmatario della dichiarazione dei redditi contestata dai pm, in qualità di direttore generale dell’azienda. La Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni negli uffici di Erg a Roma, Genova e Milano.
Al centro della vicenda l’emissione di fatture, per forniture di greggio alla Erg, da parte di una società delle Bermuda ritenuta inesistente. L’ipotesi di lavoro dei pm è che il petrolio non venisse acquistato direttamente dal produttore, ma da una società riconducibile alla Erg, che a sua volta lo comprava dal produttore. Il tutto al fine di aumentarne i costi e di ridimensionare il versamento dell’Iva. I documenti contabili delle transazioni, è scritto nel decreto di perquisizione, sono stati poi utilizzati nelle dichiarazioni dei redditi. L’indagine è coordinata dai pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi: l’inchiesta è stata aperta dopo una verifica fiscale effettuata all’inizio dell’anno dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
“Fermo restando la volontà che vengano accertati al più presto i fatti”, si legge in una nota dell’azienda, “la società ritiene doveroso rispettare l’indagine in corso da parte delle autorità, alle quali ha assicurato fin dall’inizio piena e totale collaborazione. TotalErg ha, infatti, sempre perseguito una corretta gestione e garantito il rispetto delle leggi e delle normative vigenti e confida pertanto che ciò emergerà dall’inchiesta dell’autorità”. La società precisa che il coinvolgimento di Erg nelle indagini “è da ricondurre esclusivamente alla partecipazione di TotalErg, joint venture (51% ERG e 49% Total) nata dalla fusione di Total Italia ed Erg Petroli”.
La notizia delle perquisizioni negli uffici Erg ha avuto immediate ripercussioni a Piazza Affari: il titolo in Borsa, dopo essere stato sospeso per eccesso di ribasso, è arrivato a cedere oltre sette punti percentuali sul listino milanese per chiudere con un tonfo del 6,74 per cento.