Una cosa giusta e puntuale, su Matteo Renzi, l’hanno detta i lavoratori del trasporto pubblico di Firenze in sciopero contro la privatizzazione, che ben lo conoscono. Anzi due. La prima “Renzi, nemico dei lavoratori”. La seconda “Renzi bugiardo”. Entrambe si possono leggere sugli striscioni inalberati durante la manifestazione che i lavoratori hanno organizzato per opporsi ai piani scellerati di colui che si accinge a divenire il leader del Partito democratico.
Non credo che i lavoratori fiorentini abbiano espresso tali giudizi a cuor leggero. Essi, se, come ritengo, vanno presi sul serio, delineano una figura dai caratteri inquietanti e, da entrambi i punti di vista, pericolosamente vicina al Berlusconi appena estromesso dal Senato. Col quale del resto erano già risaltate notevoli affinità, dalla richiesta di colloquio privato formulata quando Silvio era ancora all’apice del potere, alla comune passione per i finanzieri, alla capacità, di cui entrambi senza dubbio dispongono, di accattivare, con eloquio superficiale ma a tale fine efficace, l’attenzione e il consenso di un popolo, quello italiano, oramai in gran parte abbrutito da anni di televisione di pessima qualità e dal degrado infinito dell’istruzione pubblica e del tessuto sociale.
Una sorta di Tony Blair in salsa fiorentina, con qualche annetto di ritardo sull’originale, come del resto si conviene a un Paese oramai arretrato e sempre più periferico come il nostro. Del resto, siamo giusti. La privatizzazione dei trasporti pubblici non è certo, purtroppo, un’iniziativa esclusiva del sindaco di Firenze, ma la carta, apparentemente obbligata ma certamente perdente, cui quasi tutti gli amministratori locali, vessati dal governo e dalla finanza, stanno facendo ricorso.
Certamente, tuttavia, Matteo Renzi è in prima fila nella svendita del patrimonio pubblico e dei diritti sociali e dei lavoratori. Coerentemente del resto con le sue radici ideologiche e culturali persone, che sono quelle della Democrazia Cristiana, e non certo della corrente progressista di un Dossetti e nemmeno di un La Pira.
Non è del resto casuale che il Pd, partito oramai asservito al cento per cento ai bisogni del potere, abbia oggi un gruppo dirigente nel quale le persone di estrazione democristiana, come Renzi e Letta, costituiscono la vera élite dominante. Come evidenziato correttamente dal Censis nel suo ultimo rapporto, l’inetta classe dirigente italiana, lungi dal poter risolvere la crisi in atto, che pure provoca tante vittime e tanti danni, cerca di approfittarne per rilegittimare il proprio potere. E maestri in questo sono ovviamente i democristiani, dovunque collocati.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 7 Dicembre 2013
Renzi, il Berluschino di riserva contro i lavoratori
Una cosa giusta e puntuale, su Matteo Renzi, l’hanno detta i lavoratori del trasporto pubblico di Firenze in sciopero contro la privatizzazione, che ben lo conoscono. Anzi due. La prima “Renzi, nemico dei lavoratori”. La seconda “Renzi bugiardo”. Entrambe si possono leggere sugli striscioni inalberati durante la manifestazione che i lavoratori hanno organizzato per opporsi ai piani scellerati di colui che si accinge a divenire il leader del Partito democratico.
Non credo che i lavoratori fiorentini abbiano espresso tali giudizi a cuor leggero. Essi, se, come ritengo, vanno presi sul serio, delineano una figura dai caratteri inquietanti e, da entrambi i punti di vista, pericolosamente vicina al Berlusconi appena estromesso dal Senato. Col quale del resto erano già risaltate notevoli affinità, dalla richiesta di colloquio privato formulata quando Silvio era ancora all’apice del potere, alla comune passione per i finanzieri, alla capacità, di cui entrambi senza dubbio dispongono, di accattivare, con eloquio superficiale ma a tale fine efficace, l’attenzione e il consenso di un popolo, quello italiano, oramai in gran parte abbrutito da anni di televisione di pessima qualità e dal degrado infinito dell’istruzione pubblica e del tessuto sociale.
Una sorta di Tony Blair in salsa fiorentina, con qualche annetto di ritardo sull’originale, come del resto si conviene a un Paese oramai arretrato e sempre più periferico come il nostro. Del resto, siamo giusti. La privatizzazione dei trasporti pubblici non è certo, purtroppo, un’iniziativa esclusiva del sindaco di Firenze, ma la carta, apparentemente obbligata ma certamente perdente, cui quasi tutti gli amministratori locali, vessati dal governo e dalla finanza, stanno facendo ricorso.
Certamente, tuttavia, Matteo Renzi è in prima fila nella svendita del patrimonio pubblico e dei diritti sociali e dei lavoratori. Coerentemente del resto con le sue radici ideologiche e culturali persone, che sono quelle della Democrazia Cristiana, e non certo della corrente progressista di un Dossetti e nemmeno di un La Pira.
Non è del resto casuale che il Pd, partito oramai asservito al cento per cento ai bisogni del potere, abbia oggi un gruppo dirigente nel quale le persone di estrazione democristiana, come Renzi e Letta, costituiscono la vera élite dominante. Come evidenziato correttamente dal Censis nel suo ultimo rapporto, l’inetta classe dirigente italiana, lungi dal poter risolvere la crisi in atto, che pure provoca tante vittime e tanti danni, cerca di approfittarne per rilegittimare il proprio potere. E maestri in questo sono ovviamente i democristiani, dovunque collocati.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.