E’ toccato a Francesco Merlo di Repubblica il debutto nella rubrica “Giornalista del giorno” sul blog di Beppe Grillo, annunciata venerdì con l’attacco a Maria Novella Oppo dell’Unità, colpevole di aver scritto un articolo “diffamatorio” sul movimento. Annuncio a cui sono seguite polemiche incandescenti sul rapporto tra il leader del Movimento Cinque stelle e l’informazione. Senza alcun commento, è riportato un brano di un articolo dell’editoralista di Repubblica pubblicato ieri: “Certo anche io sono un giornalista e non mi fa piacere che già domani potrei essere esposto (ancora una volta) alla gogna”, scriveva Merlo. “Ma è giusto ricordare che gli ultimi elenchi di giornalisti, le ultime schedature di ‘obiettivi sensibili’, le hanno fatte in Italia quelli che poi, dopo qualche anno, aspettarono in via Solferino Walter Tobagi“. Dopo la citazione del giornalista assassinato nel 1980 a Milano dal gruppo parabrigatista “XXVIII Marzo”, Merlo continua: “E, a ritroso i camorristi che inseguirono la Mehari di Giancarlo Siani e i mafiosi che pedinarono Pippo Fava sino alla sede del teatro stabile di Catania”.
Questa la conclusione del brano riportato sul blog: “E’ vero che Grillo non è ancora terrorista né camorrista né mafioso. Sempre più però il suo codice di violenza, i suoi roghi, le sue scomuniche, i suoi avvertimenti, i suoi manganelli foscamente rimandano alla ‘sgrammatica’ dei terroristi, dei camorristi, dei mafiosi”. Il post non è corredato dalla foto del giornalista. Due giorni fa la pubblicazione del volto di Maria Novella Oppo aveva provocato ulterioriori critiche al comico genovese, accusato di voler additare un bersaglio. Fra i numerosi commenti sul blog, moltissime le critiche al giornalista e qualche voce contraria all’iniziativa, vista come un potenziale boomerang per il movimento.
Una presa di posizione che non è piaciuta ad alcuni parlamentari. Dopo le critiche di Luis Alberto Orellana, a pubblicare un articolo di “riflessione” è stato il senatore Francesco Campanella. Nel testo cerca di fare un distinguo tra i giornalisti faziosi e quelli che svolgono con correttezza il loro lavoro. “Come in tutte le categorie di persone”, scrive, “ci sono persone diverse: gradevoli e sgradevoli, intellettualmente oneste e disoneste, vendute ed incorruttibili. In una visione democratica matura, i loro giudici sono i lettori: io vinco il sonno per leggere l’articolo di un giornalista credibile, mentre preferisco la lettura di un volantino di un supermercato a quella di un giornalista fazioso o disonesto”. E poi continua: “Se il soggetto criticato dal giornalista è potente e si esprime in modo aspro e sbrigativo, la sua reazione ha uno sgradevole sapore di bullismo, specialmente se il giornalista non appartiene al novero delle grandi firme ma è un nome poco conosciuto fuori dall’ambiente”. Un atteggiamento da evitare, secondo Campanella: “Il Movimento 5 Stelle deve guardarsi da atteggiamenti di questa sorta. Troppo importante e difficile è il compito che ha assunto su mandato di 9 milioni di cittadini”.