“Ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini”. Lo scrive Beppe Grillo in una lettera, pubblicata sul suo blog, ai vertici di polizia, carabinieri ed esercito invitando le forze dell’ordine a ripetere quanto avvenuto lunedì 9 dicembre a Torino e Genova: togliersi il casco. Un gesto, che ha fatto il giro del web attraverso i filmati pubblicati dai manifestanti e dai siti di informazione. L’asse ipotizzato dal comico genovese tra cittadini e agenti ha un unico obiettivo: “Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro”.
Parole che hanno fatto discutere i rappresentanti delle forze dell’ordine. Hanno respinto ogni tipo di strumentalizzazione i sindacati di polizia Siulp, Sap e Coisp. Ma anche Cocer (Guardia di finanza). Felice Romano, segretario generale del Siulp (uno dei due principali sindacati di polizia) respinge l’invito al mittente: “Noi abbiamo giurato fedeltà alle istituzioni e al popolo italiano”. Intervistato da radio Capital spiega il gesto di togliersi il casco, che ha suscitato interpretazioni opposte. Ieri Romano aveva parlato di “solidarietà” (leggi il comunicato stampa del Siulp). Oggi più cauto, racconta di un episodio “simbolico, non di adesione” agli organizzatori della protesta dei Forconi, “per dire che noi condividiamo e viviamo la stessa drammaticità che vivono i cittadini italiani in questo momento”. Stessa linea adottata dal Sap, il secondo sindacato per numero di iscritti tra gli agenti: “Un appello ridicolo e strumentale. Può servire solo ad aumentre il disagio che in questi giorni stanno vivendo le forze dell’ordine”, spiega Nicola Tanzi, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia.
La provocazione di Grillo viene subito respinta anche da Franco Maccari, segretario generale del Coisp: “E’ una idiozia: i poliziotti non hanno la libertà di decidere chi e cosa proteggere. Noi eseguiamo degli ordini. Questi appelli di Grillo sono un esercizio di populismo puro. Non siamo burattini nelle sue mani”. E aggiunge: “Toglierci il casco? Non certo perché ce lo dice Grillo”, taglia corto il leader del Coisp. “Alla prossima manifestazione, magari ci toglieremo anche i vestiti. Così vediamo se i politici ascoltano anche noi”. Della stessa opinione il segretario del Siap Giuseppe Tiani: “I poliziotti cittadini respingono al mittente gli inquietanti e farneticanti inviti all’insubordinazione e alla contestazione rivolti da Grillo: inviti che certamente mai potranno essere accolti dai lavoratori in uniforme. Non ci stiamo a bieche strumentalizzazioni, utili a fomentare oltremodo lo scontro sociale e a rintuzzare i focolai della legittima protesta, solo per il proprio tornaconto politico”. Gli uomini e le donne della polizia, dunque, sono “fermamente contrari alle possibili derive violente nelle manifestazioni di piazza, perché appartenenti ad una Polizia democratica. Trent’anni fa abbiamo fortemente lottato affinché la polizia fosse smilitarizzata e perché fosse sentinella delle libertà”. Dunque “abiuriamo ogni posizione ed interpretazione, come quella grillina, che tenti di scardinare i fondamenti della democrazia”.
La lettera di Grillo punta il dito, ancora una volta, contro parlamento, governo e presidente della Repubblica che “stanno svolgendo arbitrariamente le loro funzioni”. E anche sui partiti, perché “delegittimati dai continui scandali, dalla trattativa Stato-mafia, dalla contiguità di alcuni loro membri con la criminalità organizzata, dall’indifferenza verso i problemi del Paese, dall’appropriazione indebita di 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici bocciati dalla volontà popolare attraverso un referendum”. A schierarsi contro le parole del leader del Movimento 5 Stelle sono stati numerosi rappresentanti politici in Parlamento. Tra questi, critiche anche dal fronte interno. Il senatore Francesco Campanella, spesso critico con il movimento, ha dichiarato: “Le forze dell’ordine servono a salvaguardare l’ordine costituito. L’ira degli onesti, ancorché terribile, va sfogata nelle urne elettorali”. Mentre il “collega” Luigi Di Maio, vicepresidente della camera, ha commento su facebook la vicenda: “Centosessanta parlamentari del Movimento 5 Stelle (incluso il vice presidente della Camera) girano senza scorte e auto blu da 9 mesi e stanno benissimo. Gli altri che stanno criticando il post di Grillo da ore, provino questo brivido una volta tanto”.
Forti le critiche dal Partito Democratico. Per il capogruppo al Senato del Pd Luigi Zanda le forze dell’ordine “hanno garantito settant’anni di vita democratica e continueranno a farlo con convinzione, lealtà e professionalità, senza farsi imbambolare dagli inviti sovversivi di chi non perde occasione per cercare di indebolire la nostra convivenza civile e pacifica”. A fargli eco la senatrice Stefania Pezzopane: “Quello di Grillo è un invito palese a incendiare il Paese. Forse la vera paura di Grillo è di essere ‘scavalcato’ da queste nuove proteste, che mettono purtroppo a repentaglio la sua figura di agitatore di piazze e dimostrano la paralisi della seppur ampia rappresentanza grillina nelle istituzioni”. Nichi Vendola, leader di Sel, ha commentato su twitter: “Giocare cinicamente con la disperazione della gente e l’agitar di sciabole: ingredienti pericolosi per la democrazia italiana”.
Forza Italia e Lega Nord chiedono che il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riferisca alla Camera sulla protesta dei Forconi. Elio Vito (Fi) ha sollevato il tema, sostenuto poi dal collega azzurro Francesco Paolo Sisto che ha chiesto che “il ministro dia una spiegazione”, per comprendere “se si tratta di un’insubordizione a un ordine” da parte dei poliziotti. Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica, ha parlato invece di una situazione pericolosa: “Quella del leader del Movimento 5 Stelle è un’escalation che non può e non deve essere sottovalutata, ma che anzi va condannata duramente. Beppe Grillo evoca l’insurrezione e la lotta armata, gettando benzina sul fuoco senza tenere conto degli esiti imprevedibili che le sue parole possono avere”. Secondo Pier Ferdinando Casini (Popolari per l’Italia) “i destinatari della missiva sono persone serie e le respingeranno al mittente”.