“A seguito di richieste specifiche di divieto di atto liturgico nelle scuole, viene sospesa la benedizione natalizia”. Inizia con queste parole l’avviso inoltrato il 6 dicembre agli oltre mille alunni dell’istituto comprensivo statale Galilei di Tradate, una cittadina di 18mila abitanti in provincia di Varese. L’appuntamento con la benedizione natalizia è stato sospeso dopo che, nei giorni scorsi, preside e consiglio di istituto hanno ricevuto una puntuale richiesta da parte del papà di una alunna. Tutto è iniziato i primi giorni di dicembre, quando i genitori hanno ricevuto, per i loro figli, la richiesta di autorizzazione a partecipare alla benedizione con il parroco in orario scolastico. Secondo quanto previsto dalla scuola, chi non avrebbe accettato la benedizione sarebbe rimasto in classe per il tempo necessario. “Questa soluzione ci è sembrata fuori dal mondo – spiega Elia Bogani, il genitore che ha sollevato il caso – da atei laicisti io e mia moglie ci siamo interrogati su cosa fare. Abbiamo scelto di difenderci da questa ennesima clericalata”.
Bogani ha così scaricato dal sito dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) il modello di diffida da inviare al consiglio di istituto: “Non abbiamo mandato tale e quale, abbiamo modificato la diffida in una normale lettera di richiesta, citando le fonti normative, per sollevare la questione e far presente che la scuola si stava apprestando a compiere un atto vietato dalla legge, chiedendo quindi di annullare o posticipare l’evento fuori dall’orario scolastico”. Alla richiesta di Elia Bogani aveva risposto la preside, Paola Tadiello, cercando di giustificare la posizione della scuola: “Si tratta in sostanza di una lieve modulazione dell’orario di religione che viene proposto in forma collettiva, solo per questa occasione, effettuando la lezione di religione con l’invito del parroco come esperto e con atto di culto su richiesta dei genitori”. Poche ore più tardi il presidente del consiglio di istituto, Vito Nigro, riconosce invece la fondatezza dei rilievi sollevati da Bogani, aprendo il caso che si è concluso con la sospensione della benedizione.
Il tutto, come si può immaginare, ha sollevato un vespaio di polemiche. Il papà in questione è stato bersagliato di critiche bipartisan da parte di genitori e politici locali. Attacchi più o meno politicamente corretti, più o meno argomentati: “Abbiamo chiesto che venisse rispettata la legge – spiega Bogani – ma ce ne stanno dicendo di tutti i colori. Sui social network è in atto una vera e propria lapidazione mediatica. Sono convinto di non essere l’unico a pensarla così, molti magari non si esprimono per paura di danneggiare i propri figli”. Critiche sono arrivate anche dall’assessore all’istruzione, Andrea Botta (Pd): “Sono molto dispiaciuto per la cancellazione della benedizione natalizia: era una tradizione che si ripeteva da anni e non aveva mai dato fastidio a nessuno”, poi solidarizza con la dirigente scolastica che “di fronte ad una possibile denuncia di un genitore si è trovata a dover sostituire la benedizione con uno scambio di auguri a cui parteciperò con molto piacere per mostrare l’affetto di tutta l’Amministrazione ai bambini e alle maestre delle scuole cittadine. Le sentenze e le leggi vanno rispettate, si sa, ma ciò non toglie il dispiacere per la cancellazione della benedizione a cui avrebbero partecipato la maggioranza dei bambini”.