Ha dormito in una stanza con altri sette siriani, questa mattina alle 7 è andato a ritirare la colazione, come hanno fatto i 219 profughi ospiti del centro d’accoglienza di Lampedusa, e l’ha consumata nella stessa stanza in cui ha dormito, come fanno tutti gli altri. Mentre alcuni vanno nel cortile, quando non piove. Perchè manca una sala mensa. Prima notte di Khalid Chaouki al Centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove il giovane deputato del Pd si è barricato domenica 22 dicembre, al termine della sua visita, annunciando di non avere intenzione di lasciare la struttura di contrada Imbriacola “fino a quando non verranno trasferiti i superstiti del naufragio del 3 ottobre” in cui morirono 366 profughi “ma anche Khalid“, il ragazzo siriano autore del video del Tg2 in cui si vedono i profughi che vengono ‘disinfettati’ nudi nel cortile del centro.

Una scelta che non ha mancato di destare molto scalpore ma che il parlamentare di origini marocchine è deciso di portare fino in fondo. Ma come ha trascorso la sua prima notte al centro il deputato Pd? “Siamo andati a letto non prima dell’una – racconta Chaouki all’agenzia ADNKRONOS – perchè qui vanno a letto molto tardi. In piena notte sono stato svegliato dalle urla di una ragazza che correva nel cortile, avanti e indietro, gridando con tutte le sue forze. E’ stata una scena straziante. Poi il medico di turno l’ha calmata e la giovane profuga è tornata a letto stremata. Mi hanno raccontato che scene come queste si ripetono spesso qui, perchè queste persone sono devastate da un punto di vista psicologico. E poi sono anche molto stanche di vivere recluse, in questo centro, come se fossero dei detenuti, senza avere mai commesso alcun reato. Queste lunghe permanenze creano tanta frustrazione. Dovrebbero restare qui non oltre le 96 ore invece c’è gente che sta qui da tre mesi e anche più. E spesso, anzi sempre, la struttura è sovraffollata”. “Quanta disperazione ho visto sui volti dei migranti, c’è una grande tensione, ogni pretesto è buono per andare in escandescenze – prosegue ancora Chaouki – E’ una situazione davvero assurda a cui va posta rimedio”. Da quando il deputato Pd è entrato nel Cpa di Lampedusa, ha ascoltato le storie di tanti profughi ospiti della struttura. “Hanno storie terribili – racconta Chaouki – Ho parlato a lungo anche con Khalid, l’autore del video andato in onda e che ci ha sconvolti tutti. E’ un ragazzo siriano di 27 anni, un avvocato, anche molto preparato. Spesso qui lo ‘usano’ come mediatore per calmare le acque quando ci sono diverbi. E’ un ragazzo proprio in gamba”. Khalid da alcuni giorni fa lo sciopero della fame perchè chiede di lasciare il Centro d’accoglienza. “E io resterò qui – dice il deputato suo omonimo – fino a quando non verrà trasferito”. Ha ricevuto molte telefonate ieri, tra cui Gianni Cuperlo, presidente Pd. Ma non del segretario Pd, Matteo Renzi: “Ma mi ha chiamato il suo portavoce…”, chiosa Chaouki. E poi il vice ministro del’Interno Filippo Bubbico. “Mi ha chiesto com’era la situazione qui al centro e gliel’ho detto”, dice.

Il deputato del Pd ha anche parlato a lungo con gli operatori del centro d’accoglienza di Lampedusa. “Sono molto dispiaciuti ma anche amareggiati – racconta il deputato Pd – perchè lavorano tanto e mi hanno detto che sono stati costretti a fare quel trattamento in quelle condizioni assurde perchè non c’era altra possibilità. Ma tra i denti mi hanno anche detto che i veri responsabili di ciò che è accaduto stanno altrove, non al Centro d’accoglienza…”. Khalid Chaouki ha la voce calma al telefono, è determinato ad andare avanti fino a quando non raggiungerà il suo scopo, il trasferimento dei profughi. “Un parlamentare deve ascoltare – spiega – deve fare le leggi, ma ero convinto che dopo quanto accaduto lo scorso 3 ottobre, dopo il naufragio con 366 morti, le cose sarebbero cambiate. Invece le condizioni del centro sono sempre quelle, qui piove dai tetti, i pavimenti sono allagati, come è acaduto ieri perchè pioveva e i bagni quasi sempre non funzionano. Ci sono condizioni igieniche pessime“. Il deputato si prepara a trascorrere la sua seconda giornata al Cenro d’accoglienza. “Sono davvero determinato – dice ancora conun sorriso – Non possiamo più restare a guardare, bisogna agire. E se serve resterò qui a lungo”.

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