Nonostante la tregua dopo l’ondata che si è abbattuta tra Natale e Santo Stefano, il maltempo continua a creare disagi in Nord Italia. Situazione ancora difficile a Cortina d’Ampezzo per la mancanza di elettricità. Ma ad essere stato colpito dalla violenta perturbazione proveniente dal Nord Atlantico è tutto il bellunese. Dalla mattina di venerdì sono stati almeno 200 uomini gli interventi per ripristinare l’elettricità sulle linee danneggiate. Anche oggi però rimane alto il rischio valanghe in alcune zone. Due scialpinisti sono stati travolti da una slavina che si è staccata nel primo pomeriggio a Crissolo, in alta Valle Po in provincia di Cuneo. Intanto la Regione Liguria ha chiesto lo stato di emergenza per i danni provocati a Santo Stefano dalla pioggia e il forte vento.
Cortina d’Ampezzo senza elettricità. Nella famosa località sciistica del bellunese l’energia viene ancora garantita dall’uso di gruppi elettrogeni d’emergenza e i cellulari funzionano a singhiozzo. Il sospetto è che i guasti causati dal maltempo riguardino sia la linea ad alta che quella a media tensione. Nel frattempo le squadre dei vigili del fuoco hanno compiuto decine di interventi nella notte per rimuovere alberi che ostruivano le sedi stradali e portare gruppi elettrogeni soprattutto in case vacanze con disabili. Una situazione che porta disagi nel momento più importante della stagione invernale. E provoca le proteste degli albergatori, che lamentano un danno economico: “Gli ospiti capiscono perchè siamo tutti nella stessa situazione, ma il malumore c’è”, spiegano dall’Associazione albergatori di Cortina d’Ampezzo. “Siamo tagliati fuori dal mondo, i telefoni non funzionano. C’è caos non solo a Cortina, ma in tutto il bellunese – affermano – Siamo stati messi in ginocchio“. Per questo gli albergatori di Cortina, meta di turismo soprattutto in questi giorni di feste, sono pronti a “chiedere chiarimenti” per i disagi subiti. E una volta ottenute delucidazioni valuteranno come agire. “Stiamo facendo di tutto e ci stiamo attrezzando nei limiti del possibile – concludono – ma c’è un danno economico“. Stessa lamentela, avanzata con più forza, da parte dei commercianti. Fino al 95% dei negozi sono rimasti con le serrande abbassate. Gian Pietro Ghedina, consigliere comunale e consigliere della Consulta comunale di Confcommercio di Cortina d’Ampezzo, dice: “E’ un danno inevitabile non aver potuto lavorare in questi giorni di massimo afflusso di turisti. Oggi le situazioni sono diverse, alcune vie sono illuminate, altre senza luce. Quasi tutti, il 90-95% dei negozi, hanno chiuso: mancano il riscaldamento, l’elettricità, non funzionano i Pos. Ora ci interessa riaprire le attività il prima possibile e riportare tutto alla normalità. Sono cose che non dovrebbero succedere, valuteremo le eventuali responsabilità“. A restare isolata non è solo Cortina. La situazione critica riguarda anche le zone montane del Cadore, del Comelico e dell’Ampezzano. Lo racconta Matteo Gracis, giornalista free lance che si trova sul luogo, spiegando che sarebbero 56mila le utenze di 29 comuni prive di energia elettrica e con disagi sempre maggiori. “Un esempio per tutti: nella zona abbiamo un unico distributore di benzina attivo a Perarolo e il carburante sta finendo”.
Black out in tutto il bellunese. Sono state oltre 200 le operazioni di soccorso compiute nella zona di Belluno dai vigili del fuoco a causa dei danni sulle linee dell’elettricità. “Dalle prime luci dell’alba un elicottero – si legge in una note del corpo – sta sorvolando il bellunese con a bordo tecnici di Enel e Terna per individuare le situazioni critiche esistenti. Numerose frazioni montane della Vallata Agordina sono infatti prive di elettricità, per questo i vigili del fuoco stanno operando per arrivare a una più rapida soluzione del problema”. Da stamani sono state fatte ricognizione nelle zone di Agordo, Alleghe, Caprile, Arabba, Falcade, Passo San Pellegrino dove sono stati riscontrati danni alle linee elettriche aeree e alla cabine, soprattutto a causa di alberi caduti per la neve. Al momento sono impiegati nelle operazioni di soccorso un centinaio di vigili permanenti, e un centinaio di volontari. Per rispondere alle numerose chiamate dei cittadini, spesso per richiesta di informazioni sulla situazione, è stato raddoppiato il personale in servizio nella sala operativa del comando provinciale di Belluno. Analogo servizio di ricognizione e intervento, conclude la nota, viene effettuato attualmente in Val Sesia con un elicottero del nucleo dei vigili del fuoco di Torino.
La Liguria chiede lo stato di emergenza. Lo ha annunciato il presidente della Regione Claudio Burlando dopo i danni provocati dal maltempo nelle ultime ore. Burlando ha spiegato che “l’intensità delle piogge è stata altissima ma per fortuna un po’ diluita nel tempo e nello spazio”. Nonostante questo “registriamo molti danni in tanti comuni grandi e piccoli”. Molte frane hanno interessato Genova e Serra Riccò – dove ci sono 50 sfollati – sia diverse località costiere e dell’ entroterra: “Ha colpito duro anche la mareggiata – ha sottolineato Burlando facendo il punto con l’assessore alla protezione civile Renata Briano – e molti comuni stanno contando i danni provocati dalla violenza del mare”. La pioggia ha fatto esondare due fiumi: “Per fortuna – ha sottolineato il presidente ligure – sono due fiumi “dolci”, non cattivi, l’Entella e il Bormida, e le acque non hanno perciò colpito con violenza”. Per far fronte all’emergenza la Regione userà subito le accise sui carburanti, già prorogate nel 2014, e attende dal Governo aiuti attraverso la Legge di Stabilità.
Ancora alto il rischio valanghe. Una slavina si è staccata nel primo pomeriggio di oggi sulle montagne del cuneese, a Crissolo, a 2000 metri di altezza. Sono rimasti coinvolti due ragazzi che secondo le prime informazioni stavano sciando fuoripista. I due sono stati subito soccorsi ed estratti dalla neve. Trasferiti all’ospedale di Savigliano, non sarebbero in pericolo di vita. Per il rischio valanghe è stata chiusa la statale Carnica a confine con l’Austria. L’Anas comunica che sulla strada statale un tratto è provvisoriamente chiuso al km 32,875 (Passo Monte Croce Carnico/confine con l’Austria), in direzione nord. In tutto il Friuli Venezia Giulia il rischio rimane elevato (4 in una scala da 1 a 5). Per questo le escursioni sono sconsigliate, fa sapere il Bollettino valanghe. Sulle Alpi quattro sciatori sono morti questa mattina travolti da valanghe sulle Alpi. A Saint-Moritz (Svizzera) due persone sono state travolte da una slavina ed una è morta. Altri due decessi sono avvenuti a La Clusaz (Francia), in fuoripista, dove sono tutt’ora in corso le operazioni di soccorso. Un altro sciatore è morto in Svizzera dopo essere stato travolto da una slavina. La vittima è un irlandese di 27 anni residente nel cantone di Zurigo. Appassionato di scialpinismo, era disperso da ieri sera a sud di Realp, nel cantone di Uri (Svizzera centrale). Questa mattina, dopo che un elicottero aveva avvistato nella zona una colata di neve, il soccorso alpino svizzero ha attivato le ricerche e ha ritrovato il corpo dello sciatore sepolto sotto la neve.