Buongiorno segretario Renzi, proverò a sintetizzare quello che forse milioni di famiglie italiane con un familiare disabile vorrebbero raccontarti. Mi sembra essenziale farlo ricordandoti che il nostro è innanzitutto un grande Paese che per primo in Europa ha abolito, alla fine degli anni ’70, le classi speciali nella scuola e scelse di chiudere i manicomi, diventando un modello per l’intero occidente. Parlare di disabilità, ora che hai la responsabilità della guida del Pd, è diventato indispensabile anche per aiutarci/ti a ritrovare il senso di una comunità civile, che nasce e individua nella solidarietà un valore fondamentale. Guardare la disabilità, mentre la scuola va avanti con sempre meno risorse per gli oltre 230.000 alunni disabili, può essere utile per capire in che direzione stiamo andando. Interrogarsi sul perché, nonostante la sentenza n. 80 della Corte costituzionale del febbraio 2010, la politica non abbia dato risposte alla richiesta di integrazione delle famiglie costrette a rivolgersi ai Tar per garantire ai loro figli un tempo scuola di qualità, è dunque una esigenza di democrazia. Parlare di disabilità dopo lo sfregio, parzialmente arginato dalla introduzione di risibili franchigie, compiuto dal governo dei tecnici di considerare un indicatore economico gli assegni di invalidità, è quantomai importante.
Parlare di disabilità al cospetto di un Parlamento composto da onorevoli cittadini che dovrebbero spiegarci cosa intendono fare dei livelli essenziali di assistenza, come intendono finanziare le politiche di sostegno ai nostri figli, fratelli e genitori più deboli, diventa allora un’esigenza di democrazia dalla quale non si può sfuggire. Si fa una gran fatica a vivere con un familiare disabile quando, solamente perché si nasce in una regione del Sud, si scopre tutti i giorni che si hanno meno diritti a prescindere e per sempre. Si fa una gran fatica a chiedere e a chiedersi perché questo debba essere un dato scontato e immodificabile. Soprattutto, si fa una gran fatica a credere che dalla risicata crescita di pochi decimali di punto di pil dovrebbe derivare un qualche beneficio per chi vive nel disagio: di fronte a una crisi come quella che stiamo attraversando, la risposta che dovrebbe dare un Paese serio è la condivisione, la ricerca della uguaglianza, l’ostinata difesa dei diritti costituzionali. E la condivisione è al servizio proprio dei più indifesi e i disabili sono tra questi. La ricerca della uguaglianza dovrebbe tornare a essere la bussola della politica di un grande partito popolare. Noi abbiamo una grande speranza, un’irriducibile volontà di non rassegnazione, sappiamo che intorno alla disabilità come intorno a ogni condizione di disagio cresce e si sviluppa una comunità migliore e solidale.
Caro segretario, tu sai che non è possibile andare avanti decidendo di “non decidere”, immagino che tu abbia idea di cosa significhi essere il padre di un ragazzo disabile che cresce, diventa più alto e pesante di te e ti rendi conto di non avere più la forza per aiutarlo a lavarsi, fare una doccia o mettergli le scarpe? Confido nel fatto che saprai identificare le risorse, qualificarne l’utilizzo senza sprechi per consentire ai milioni di disabili italiani di condurre una vita dignitosa. Predisponi un’anagrafe nazionale della disabilità, richiedi agli enti locali una mappatura delle residenze sanitarie e socio sanitarie. Presto scoprirai un universo di diritti negati, di famiglie disperate per il tempo che passa, di loschi trafficanti di interessi. Se sarai capace di trasformare la politica occupandoti anche dei disabili, sarà una grande sfida in cui a vincere non sarà nessun partito o movimento, ma tutti gli italiani, un Paese. Il nostro ne ha un grande bisogno, ma soprattutto ne hanno bisogno donne e uomini che potrebbero non sapere mai quello che avrai fatto per loro.
Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2013
Toni Nocchetti
Presidente 'Tutti a scuola onlus', medico
Diritti - 28 Dicembre 2013
Caro Renzi, il Paese sarà migliore se ti occuperai anche dei disabili
Buongiorno segretario Renzi, proverò a sintetizzare quello che forse milioni di famiglie italiane con un familiare disabile vorrebbero raccontarti. Mi sembra essenziale farlo ricordandoti che il nostro è innanzitutto un grande Paese che per primo in Europa ha abolito, alla fine degli anni ’70, le classi speciali nella scuola e scelse di chiudere i manicomi, diventando un modello per l’intero occidente. Parlare di disabilità, ora che hai la responsabilità della guida del Pd, è diventato indispensabile anche per aiutarci/ti a ritrovare il senso di una comunità civile, che nasce e individua nella solidarietà un valore fondamentale. Guardare la disabilità, mentre la scuola va avanti con sempre meno risorse per gli oltre 230.000 alunni disabili, può essere utile per capire in che direzione stiamo andando. Interrogarsi sul perché, nonostante la sentenza n. 80 della Corte costituzionale del febbraio 2010, la politica non abbia dato risposte alla richiesta di integrazione delle famiglie costrette a rivolgersi ai Tar per garantire ai loro figli un tempo scuola di qualità, è dunque una esigenza di democrazia. Parlare di disabilità dopo lo sfregio, parzialmente arginato dalla introduzione di risibili franchigie, compiuto dal governo dei tecnici di considerare un indicatore economico gli assegni di invalidità, è quantomai importante.
Parlare di disabilità al cospetto di un Parlamento composto da onorevoli cittadini che dovrebbero spiegarci cosa intendono fare dei livelli essenziali di assistenza, come intendono finanziare le politiche di sostegno ai nostri figli, fratelli e genitori più deboli, diventa allora un’esigenza di democrazia dalla quale non si può sfuggire. Si fa una gran fatica a vivere con un familiare disabile quando, solamente perché si nasce in una regione del Sud, si scopre tutti i giorni che si hanno meno diritti a prescindere e per sempre. Si fa una gran fatica a chiedere e a chiedersi perché questo debba essere un dato scontato e immodificabile. Soprattutto, si fa una gran fatica a credere che dalla risicata crescita di pochi decimali di punto di pil dovrebbe derivare un qualche beneficio per chi vive nel disagio: di fronte a una crisi come quella che stiamo attraversando, la risposta che dovrebbe dare un Paese serio è la condivisione, la ricerca della uguaglianza, l’ostinata difesa dei diritti costituzionali. E la condivisione è al servizio proprio dei più indifesi e i disabili sono tra questi. La ricerca della uguaglianza dovrebbe tornare a essere la bussola della politica di un grande partito popolare. Noi abbiamo una grande speranza, un’irriducibile volontà di non rassegnazione, sappiamo che intorno alla disabilità come intorno a ogni condizione di disagio cresce e si sviluppa una comunità migliore e solidale.
Caro segretario, tu sai che non è possibile andare avanti decidendo di “non decidere”, immagino che tu abbia idea di cosa significhi essere il padre di un ragazzo disabile che cresce, diventa più alto e pesante di te e ti rendi conto di non avere più la forza per aiutarlo a lavarsi, fare una doccia o mettergli le scarpe? Confido nel fatto che saprai identificare le risorse, qualificarne l’utilizzo senza sprechi per consentire ai milioni di disabili italiani di condurre una vita dignitosa. Predisponi un’anagrafe nazionale della disabilità, richiedi agli enti locali una mappatura delle residenze sanitarie e socio sanitarie. Presto scoprirai un universo di diritti negati, di famiglie disperate per il tempo che passa, di loschi trafficanti di interessi. Se sarai capace di trasformare la politica occupandoti anche dei disabili, sarà una grande sfida in cui a vincere non sarà nessun partito o movimento, ma tutti gli italiani, un Paese. Il nostro ne ha un grande bisogno, ma soprattutto ne hanno bisogno donne e uomini che potrebbero non sapere mai quello che avrai fatto per loro.
Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2013
Lady Etruria
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Mondo
Summit di Parigi sull’Ucraina: presente anche Meloni. Scholz frena: “Sbagliato parlare di truppe europee sul terreno”. Starmer: “Serve intesa duratura con Mosca”
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Russia ancora contro Mattarella: ‘Parallelo con Hitler? Conseguenze’. Ovazione in Aula per il Presidente. M5s: “Noi non l’avremmo detto”
Politica
Conte lancia la piazza anti-governo: “Stanchi di prese in giro”. Schlein: “Ci siamo, organizziamola insieme”
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che l'Europa è consapevole che i suoi legami con gli Stati Uniti sono entrati in una "nuova fase", dopo aver partecipato a una riunione di emergenza sulla sicurezza con altri leader europei a Parigi. "Tutti a questo incontro sono consapevoli che le relazioni transatlantiche, l'alleanza Nato e la nostra amicizia con gli Stati Uniti sono entrate in una nuova fase. Lo vediamo tutti", ha detto Tusk ai giornalisti a Parigi.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.