Michael Schumacher, l’ex pilota di Formula 1 in coma dopo una caduta dagli sci, sta un po’ meglio. I medici hanno annunciato un nuovo intervento che ha permesso di diminuire la pressione intracranica: “Ci sono stati piccolissimi miglioramenti” che erano “inattesi”. Lo scanner cerebrale aveva evidenziato una situazione che ha incoraggiato il personale dell’ospedale di Grenoble (Francia) a procedere a una seconda operazione, eseguita ieri sera intorno alle 22 e durata un paio di ore. “Non è fuori pericolo. Abbiamo guadagnato un po’ di tempo. Le ore che verranno saranno cruciali” dicono i medici. La situazione è quindi “un po’ più sotto controllo”.
Il sette volte campione del mondo stava sciando ad una velocità compresa tra i 60 e i 100 chilometri orari. Secondo The Times, che cita fonti investigative, il pilota andava fortissimo. Lo sportivo, che indossava il casco che si è spaccato in due, sciava fuoripista. “Non possiamo pronunciarci sul futuro di Michael Schumacher” avevano detto ieri i medici impossibilitati a sciogliere la prognosi. Che non è stata sciolta neanche oggi. “È in rianimazione“, mantenuto in “ipotermia” è “tenuto in coma artificiale“.
“Alla fine di ieri pomeriggio abbiamo visto un leggero miglioramento transitorio nelle sue condizioni di salute” hanno dichiarato in conferenza stampa i sanitari dell’ospedale di Grenoble: “Ecco perché – spiega Jean-Francois Payen il primario anestesista – abbiamo fatto una nuova tac che ha mostrato condizioni di stabilità“. “Non ci sono segnali che fanno presagire un peggioramento delle sue condizioni cliniche. Non possiamo dire – ha aggiunto Payen – che ce l’abbiamo fatta. Ci sono alti e bassi, ma la situazione è leggermente migliorata rispetto a ieri”.
I medici sono rimasti “sorpresi” dopo aver visto i risultati Tac, ma avvertono: “Attenzione il cammino è lunghissimo. Impossibile fare previsioni sul futuro. Abbiamo decisi di parlare di segni oggettivi. Sarebbe disonesto da nostra e vostra parlare del futuro, domani o sei mesi. Non arrivate a conclusioni sbagliate. Prevedere un trasferimento sarebbe pericoloso. In seguito – ha aggiunto il primario – ci porremo questa domanda e poi decideremo in modo collegiale quando sarà possibile organizzare questo trasferimento. Una comunità medica molto allargata sta lavorando collegialmente. Per ora è importante che sia curato qui”. Alla domanda sulla strategia per le prossime 24 ore: “Correggere un certo numero di anomalie che esistono. Direi di darsi un po’ di tempo in questo fase di stabilità che stiamo osservando. Una situazione migliore rispetto a quella di ieri mattina”. Secondo i medici comunque la “situazione è critica” e lo stato dell’atleta continua essere “fragile”.
Quella della nuova operazione è stata una decisione difficile: “Ne abbiamo parlato con la famiglia, perché quella dell’intervento è stata una decisione difficile. L’ematoma era proprio in prossimità del cervello ma tutti i parametri ci hanno permesso di prosciugarlo e di ridurre la pressione cranica. Quindi la pressione intracranica è migliorata. Ma ci sono altre lesioni nel cervello e le teniamo sotto controllo. Quindi il paziente deve continuare a stare in rianimazione” hanno proseguito i medici rispondendo alle domande dei cronisti. I medici hanno tenuto a precisare che qualsiasi paziente, anonimo o famoso, viene curato con il medesimo impegno e lo stesso sforzo terapeutico.
“A nome della famiglia vorrei ringraziare i medici e i giornalisti” ha detto Gerard Saillant, il medico e amico del pilota, già presente ieri in conferenza stampa. Il luminare ha chiesto “di non mettere pressione sui medici, sulla famiglia e su tutti noi”.
Il manager di Schumacher, Sabine Kehm, ha poi offerto ulteriori dettagli sull’incidente confermando tra l’altro la rottura del casco al momento dell’impatto sulle rocce. “Nell’effettuare una curva è impattato su una prima roccia che evidentemente non ha visto ed è stato catapultato giù contro un’altra roccia. È stata una catena di circostanze negative ed è stato davvero molto sfortunato. Comunque non è vero che Michael andava a forte velocità“. Secondo Kehm il pilota ha lasciato la pista su cui sciava a Meribel per aiutare un amico che era caduto. Schumi, secondo la ricostruzione, sarebbe dunque entrato in un’area ricoperta da neve fresca tra due piste dove avrebbe poi colpito un sasso, che lo ha sbalzato in avanti facendolo poi finire contro una roccia.