Oasi avvelenate sulle rotte migratorie degli uccelli. Dopo i pomodori e l’insalata coltivata su campi contaminati nella Terra dei fuochi, ora ci sono i pennuti rifocillati nelle acque tossiche. Per i volatili sono come i porti nel lungo viaggio da un continente all’altro. All’apparenza sono biotopi che salvaguardano la biodiversità. Ma custodiscono un segreto: sono stagni di rifiuti tossici, riempiti d’acqua, dove cacciatori, quasi sempre bracconieri e spesso pregiudicati, si appostano ai bordi per sparare agli uccelli, che finiscono sulle tavole del Nord Italia. La prelibatezza dei palati si chiama polenta e “osei”, al sapore di piombo. Non c’è la prova scientifica che la salute sia a rischio per chi mangia quella carne, ma molti lo sospettano. Gli uccelli, infatti, trovano nutrimento proprio in quell’oasi inzuppata dalle sostanze più pericolose e si abbeverano nell’acqua inquinata.
Ce ne sarebbero circa un migliaio di questi stagni sparsi nel Casertano, dal Castel Volturno in su, verso Cancello e Arnone, poi all’interno in direzione Capua, spesso poco distante dal fiume Volturno, secondo un censimento di alcuni anni del Corpo Forestale dello Stato. Così, se l’acqua si abbassa, si fa presto a riempire quei piccoli laghetti artificiali con delle tubazioni improvvisate. Sono grandi 50 metri per 50, a volte 100 per 30 e l’acqua è alta dai 20 ai 40 centimetri. La “tecnica” di sepoltura dei rifiuti è abbastanza semplice: si scava un profondo fossato di decine di metri, lo si riempie di sostanze tossiche, spesso bidoni di sostanze chimiche tossiche, sopra le quali si stende il manto di terra appena scavato e, perché l’acqua non filtri nel suolo, si fa un drenaggio con sassi e altro materiale e poi si riempie d’acqua. Successivamente la tecnica si è sempre più affinata per sotterrare sempre più rifiuti, spesso provenienti dalle industrie del Nord e le zone umide sono diventate sempre più grandi. Ad avviare la lucrosa pratica è la Camorra che controlla l’intera zona.
È il 7 ottobre del 1997 quando Carmine Schiavone, pentito, parente del boss Francesco Schiavone, parla davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. E dice: “Gli abitanti di quei paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castelvolturno avranno forse vent’anni di vita”. A quel tempo la dichiarazione viene secretata, ora è stato tolto il segreto. Dunque: vicino alla Terra dei fuochi ora ci sono le oasi tossiche.
Col passare degli anni gli uccelli migratori acquatici, ma non solo quelli, fanno tappa in quei laghetti, che diventano dei richiami naturali. Infatti, il Casertano è uno delle zone degli uccelli migratori. Dal Germano reale ai fenicotteri, dalle anatre al beccaccino, dalle marzaiole alle quaglie, dai fringuelli alle allodole. E se non fanno tappa ci sono i richiami elettromagnetici a richiamarli, benché siano vietati. I Casalesi, infatti, sono creativi e dopo le tombe tossiche, si reinventano una nuova attività: il business della caccia. Richiamano nel Casertano sfegatati cacciatori che si appostano in prossimità dei laghetti e fanno fuoco sugli uccelli, ignari dei pericoli e di quelle bombe tossiche sepolte sott’acqua.
A volte sono gli stessi affiliati alla criminalità a uccidere i volatili e venderli. “Impossibile un controllo a tappeto del territorio”, riferisce la Forestale, “ci vorrebbero centinaia di agenti. Solo in una sera abbiamo beccato sei bracconieri. Chi controlla le oasi tossiche sono quasi sempre pregiudicati, hanno armi con la matricola abrasa”. Timori che sono anche del responsabile Lipu della Campania, Matteo Palmisani: “Quando andiamo a controllare i laghetti siamo sempre accompagnati dai carabinieri. A Castel Volturno e a Mondragone hanno scavato illegalmente per vendere la sabbia per uso edilizio. La casa dello studente a L’Aquila, crollata provocando otto morti, era stata costruita proprio con quella sabbia salmastra che ha corroso l’armatura. Lì, ci sono stati sepolti i bidoni di sostanze chimiche”.
Proprio quelle sostanze hanno creato un vasto inquinamento delle falde acquifere e del terreno. Ma gli scavi hanno inoltre provocato l’abbassamento del suolo e l’acqua salmastra, nella zona del litorale Domizio, è penetrata fin dentro i terreni, rendendoli improduttivi. Non tutti i laghetti sono inquinati lungo il litorale, ma all’interno la Terra dei fuochi si è trasformata nelle oasi tossiche.
Ambiente & Veleni
Terra dei Fuochi, “oasi tossiche sulle rotte degli uccelli migratori”
I censimenti della Guardia forestale ne contano un migliaio. Spesso usate anche dai bracconieri - che richiamano gli uccelli con richiami illegali - per rifornire il mercato di cacciagione che finisce sulle nostre tavole
Oasi avvelenate sulle rotte migratorie degli uccelli. Dopo i pomodori e l’insalata coltivata su campi contaminati nella Terra dei fuochi, ora ci sono i pennuti rifocillati nelle acque tossiche. Per i volatili sono come i porti nel lungo viaggio da un continente all’altro. All’apparenza sono biotopi che salvaguardano la biodiversità. Ma custodiscono un segreto: sono stagni di rifiuti tossici, riempiti d’acqua, dove cacciatori, quasi sempre bracconieri e spesso pregiudicati, si appostano ai bordi per sparare agli uccelli, che finiscono sulle tavole del Nord Italia. La prelibatezza dei palati si chiama polenta e “osei”, al sapore di piombo. Non c’è la prova scientifica che la salute sia a rischio per chi mangia quella carne, ma molti lo sospettano. Gli uccelli, infatti, trovano nutrimento proprio in quell’oasi inzuppata dalle sostanze più pericolose e si abbeverano nell’acqua inquinata.
Ce ne sarebbero circa un migliaio di questi stagni sparsi nel Casertano, dal Castel Volturno in su, verso Cancello e Arnone, poi all’interno in direzione Capua, spesso poco distante dal fiume Volturno, secondo un censimento di alcuni anni del Corpo Forestale dello Stato. Così, se l’acqua si abbassa, si fa presto a riempire quei piccoli laghetti artificiali con delle tubazioni improvvisate. Sono grandi 50 metri per 50, a volte 100 per 30 e l’acqua è alta dai 20 ai 40 centimetri. La “tecnica” di sepoltura dei rifiuti è abbastanza semplice: si scava un profondo fossato di decine di metri, lo si riempie di sostanze tossiche, spesso bidoni di sostanze chimiche tossiche, sopra le quali si stende il manto di terra appena scavato e, perché l’acqua non filtri nel suolo, si fa un drenaggio con sassi e altro materiale e poi si riempie d’acqua. Successivamente la tecnica si è sempre più affinata per sotterrare sempre più rifiuti, spesso provenienti dalle industrie del Nord e le zone umide sono diventate sempre più grandi. Ad avviare la lucrosa pratica è la Camorra che controlla l’intera zona.
È il 7 ottobre del 1997 quando Carmine Schiavone, pentito, parente del boss Francesco Schiavone, parla davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. E dice: “Gli abitanti di quei paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castelvolturno avranno forse vent’anni di vita”. A quel tempo la dichiarazione viene secretata, ora è stato tolto il segreto. Dunque: vicino alla Terra dei fuochi ora ci sono le oasi tossiche.
Col passare degli anni gli uccelli migratori acquatici, ma non solo quelli, fanno tappa in quei laghetti, che diventano dei richiami naturali. Infatti, il Casertano è uno delle zone degli uccelli migratori. Dal Germano reale ai fenicotteri, dalle anatre al beccaccino, dalle marzaiole alle quaglie, dai fringuelli alle allodole. E se non fanno tappa ci sono i richiami elettromagnetici a richiamarli, benché siano vietati. I Casalesi, infatti, sono creativi e dopo le tombe tossiche, si reinventano una nuova attività: il business della caccia. Richiamano nel Casertano sfegatati cacciatori che si appostano in prossimità dei laghetti e fanno fuoco sugli uccelli, ignari dei pericoli e di quelle bombe tossiche sepolte sott’acqua.
A volte sono gli stessi affiliati alla criminalità a uccidere i volatili e venderli. “Impossibile un controllo a tappeto del territorio”, riferisce la Forestale, “ci vorrebbero centinaia di agenti. Solo in una sera abbiamo beccato sei bracconieri. Chi controlla le oasi tossiche sono quasi sempre pregiudicati, hanno armi con la matricola abrasa”. Timori che sono anche del responsabile Lipu della Campania, Matteo Palmisani: “Quando andiamo a controllare i laghetti siamo sempre accompagnati dai carabinieri. A Castel Volturno e a Mondragone hanno scavato illegalmente per vendere la sabbia per uso edilizio. La casa dello studente a L’Aquila, crollata provocando otto morti, era stata costruita proprio con quella sabbia salmastra che ha corroso l’armatura. Lì, ci sono stati sepolti i bidoni di sostanze chimiche”.
Proprio quelle sostanze hanno creato un vasto inquinamento delle falde acquifere e del terreno. Ma gli scavi hanno inoltre provocato l’abbassamento del suolo e l’acqua salmastra, nella zona del litorale Domizio, è penetrata fin dentro i terreni, rendendoli improduttivi. Non tutti i laghetti sono inquinati lungo il litorale, ma all’interno la Terra dei fuochi si è trasformata nelle oasi tossiche.
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Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.