C’è anche un pezzo del Pd ad aprire alla liberalizzazione delle droghe leggere, con un ddl favorevole alla depenalizzazione firmato dal senatore Luigi Manconi. Una proposta di riforma della legge Fini- Giovanardi che, assicura il capogruppo dem nella commissione Affari sociali della Camera, Donata Lenzi, arriverà “presto” ed è “è all’ordine del giorno dei lavori della Camera“. Anche il segretario democratico chiarisce la sua posizione: “Iniziamo a rimettere la distinzione tra droghe leggere e pesanti – ha detto Matteo Renzi a ‘Otto e mezzo’ – Ma è schizofrenico passare come ha fatto la Lega dal proibizionismo totale alla legalizzazione”. “Nessun commento per ora dall’area cattolica dei democratici, mentre anche il leader di Sel Nichi Vendola insiste sulla riforma perché “la Fini-Giovanardi è una legge sbagliata, feroce, inefficace. Il proibizionismo non è altro che manna dal cielo per i narcotrafficanti”.
Il dibattito si riapre dopo le dichiarazioni dell’assessore lombardo all’agricoltura Gianni Fava (Lega Nord) favorevole all’abrogazione della normativa vigente, che considera “liberticida”. A prendere le distanze dalla proposta di Fava nella Lega sono il segretario Matteo Salvini e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Nel Carroccio, soltanto il deputato Gianluca Pini, pur riconoscendo che “non è una priorità”, su Facebook si schiera a fianco dell’assessore e invita il segretario a “trovare una sintesi intelligente sulla questione”. “Al netto del fatto che vi sono emergenze più drammatiche come la mancanza di lavoro – scrive – sul rivedere la legge Fini-Giovanardi (e aggiungo anche anche la Merlin sulla prostituzione) sono d’accordo con l’amico Gianni Fava”. “Sconcertato” invece Maurizio Gasparri di Forza Italia perché “la droga è tale sempre, crea dipendenza e spesso la morte”.
Il ddl Manconi “in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati” prevede “la non punibilità della coltivazione per uso personale di marijuana e della cessione di piccoli quantitativi dei derivati della cannabis finalizzata all’immediato consumo personale. Si prevede, poi, il ripristino della distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti, con una riduzione delle pene per le prime, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis”. Secondo il senatore democratico, “dopo trent’anni di fallimenti della politica proibizionista in tutto il mondo, che ha portato solo ampliamento del mercato e del numero di consumatori, carcerizzazione di massa e sofferenze sociali, si è avviata finalmente una riflessione da parte di molti enti pubblici e di alcuni stati nazionali”.
Contrario a qualsiasi revisione della normativa vigente il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri. “Mi sembra un’idea folle che si commenta da sola”, spiega. “Leggo sconcertato di alcune iniziative legislative per la liberalizzazione della cannabis. Antiche questioni che l’evidenza scientifica e il buon senso avrebbero dovuto definitivamente chiudere ma che invece tornano contro ogni logica. Ma come si fa a non avere chiaro il concetto che in caso di legalizzazione aumenterebbe il rischio di uso di stupefacenti?”. Gasparri ritiene inoltre che “in questo modo si toglie l’appalto della vendita alla criminalità per darlo a qualcun altro” e assicura che “ipotesi legislative in questo senso troveranno una forte opposizione in Parlamento e non saranno mai legge dello Stato“.