Il nome e il cognome, sotto la scritta: “Vivisettore assassino di animali. E’ un tuo vicino di casa abita in via…”. Poi la foto insieme al numero di telefono e l’invito a chiamare “il boia” per dirgli “quello che pensi”. Tra le vie di Milano sono spuntati questa notte inquietanti manifesti contro tre ricercatori universitari e scienziati. A finire nel mirino di alcuni animalisti sono stati Alberto Corsini, docente di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano, insieme ai colleghi Edgardo D’Angelo e Claudio Genchi.
L’episodio è stato denunciato sulla pagina Facebook del gruppo “A favore della sperimentazione animale“, dopo la segnalazione di un ricercatore del dipartimento di informatica all’Università Bicocca che questa mattina ha scattato alcune foto ai volantini. Corsini è accusato di “uccidere e torturare animali” da più di 30 anni. “In uno degli ultimi esperimenti condotti – si legge ancora – ha intossicato con farmaci e vivisezionato 63 conigli. Vergogna assassino!“. I manifesti sono stati affissi in zona Stazione Centrale, vicino all’abitazione del docente che ha preferito non commentare l’accaduto ma si è detto “rasserenato dalla solidarietà espressa dai miei studenti”. Ma Alberto Corsini non è l’unico docente italiano ad entrare in queste farneticanti “liste di proscrizione”. Nella notte – riporta il sito internet della rivista cattolica Tempi – sono apparsi altri manifesti e scritte di minaccia in zona Piola (non distante dalle aule della Città Studi) contro Edgardo D’Angelo, docente e ricercatore nel campo della fisiopatologia all’Università Statale in pensione da anni. Anche qui viene riportato l’indirizzo di casa e il numero di telefono. L’altro “identikit” finito nei volantini è quello del professore di Veterinaria dell’Università di Milano, Claudio Genchi.
Dura la condanna dell’Università degli Studi che “esprime piena solidarietà ai suoi ricercatori, fatti vittime di gravi intimidazioni e minacce da parte di sedicenti militanti che si richiamano ai movimenti animalisti. Questi ultimi, vergognosi episodi – continua la nota – sono già stati denunciati dall’Ateneo alle autorità giudiziarie. Ribadiamo – conclude l’università – il nostro impegno in difesa della ricerca come strumento di miglioramento delle conoscenze e di cura per le persone malate. Ribadiamo il nostro sostegno a chi lavora con passione per il raggiungimento di questi obiettivi”.
Intanto la Digos ha avviato accertamenti per risalire agli autori del gesto, che potrebbero essere indagati per minacce. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella che porta ad ambienti anarchici. E’ la prima volta che presunti animalisti compiono un’azione del genere dove viene indicato direttamente con nome, fotografia, indirizzo e numero di telefono un “nemico”. Ma a differenza di altri paesi europei, in Italia non si sono mai verificate aggressioni fisiche nei confronti di medici o professori che praticano test per motivi scientifici.
Il caso arriva anche nell’aula del Senato, dove il senatore del Nuovo centrodestra Carlo Giovanardi ha denunciato “al presidente Piero Grasso lo scandaloso ultimo episodio di fanatismo ideologico del fondamentalismo animalista”.
Queste nuove azioni contro chi sostiene o pratica la ricerca scientifica sugli animali arrivano a poche settimane dalle minacce e dagli auguri di morte scagliati contro Caterina Simonsen, la studentessa 25enne di Padova gravemente malata che aveva ringraziato i ricercatori per averle salvato la vita grazie alla sperimentazione su cavie animali. Attacchi che ad agosto investirono anche Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano che aveva bollato la nuova norma sulla ricerca animale come “l’ennesimo colpo alla ricerca”. E per questo venne bersagliato di critiche da alcuni animalisti e dal capogruppo del Movimento 5 Stelle di Sarzana (La Spezia) Valter Chiappini. Il consigliere del M5S aveva chiesto alla Giunta di annullare l’intervento dello scienziato (sull’invecchiamento cerebrale, ndr) previsto per domenica 1° settembre al Festival della Mente di Sarzana.
Sempre a Milano, ad aprile, un gruppo di animalisti fece irruzione nel dipartimento di Farmacologia dell’università del capoluogo lombardo. Durante il blitz vennero aperte le gabbie di roditori e topi. I ricercatori denunciarono: “Distrutti anni di ricerca su Parkinson e autismo”.