Il thriller in sala brianzola di Paolo Virzì – Il Capitale Umano giovedì 9 gennaio nelle sale – non poteva avere miglior battage pubblicitario. Quello della polemica politica di ispirazione leghista. E così dopo la sfuriata dell’assessore provinciale al Turismo Andrea Monti contro il regista livornese – che aveva parlato in una intervista di “paesaggio gelido, ostile e minaccioso”, di “grumi di villette pretenziose”, di “ville sontuose dai cancelli invalicabili” – e la condivisione da parte del presidente della Provincia Monza e Brianza Dario Allevi della reazione del suo assessore, arriva il commento del regista: “È una polemica buffa e scomposta, del tutto infondata” dice Virizì all’Adnkronos dopo aver già spiegato che la Brianza mostrata nel film è una “metafora”. Anche perché il film – visto solo dai critici cinematografici – è ispirato a un romanzo made in Usa e ambientato in Connecticut.
“Leggendo qualche giornale questa mattina pensavo fosse una parodia, credo che chi dice e scrive queste cose anzitutto non ha visto il film e non sa che l’ambientazione è in una Brianza immaginaria, basti pensare che il luogo dove avviene l’incidente stradale che avvia la storia non esiste: l’abbiamo chiamato Ormate Brianza perché ha un suono plausibile ma sfido chiunque a trovarlo su una carta geografica” prosegue. “Gli attacchi che ho letto mi sembrano del tutto infondati. Discutere di un film è interessante, discutere di una mezza frase del suo regista meno. Preferirei si parlasse del film, dei suoi attori straordinari (nel cast ci sono Bentivoglio, Gifuni, Golino e Tedeschi Bruni, ndr), del suo essere un appassionante, spero, intreccio fra noir e commedia umana che racconta mal riposte aspirazioni di ricchezza. Mi sembra una polemica basata su un pregiudizio acido. Certo che l’Italia si è un po’ incattivita, siamo in un momento di grande rabbia, di astio, ma mi permetterei di suggerire -afferma Virzì con autoironia- di occuparsi di cose più serie”. Quanto alle sottolineature sui finanzimenti pubblici al film, Virzì rinvia il tema alla produzione: “Non mi occupo di queste cose, riguardano i produttori”, salvo dire che “quelli del fondo di garanzia sono soldi che vengono restituiti e se film ha successo è persino un affare per Stato che lo ha finanziato”.
Il presidente della Provincia brianzola aveva fatto notare notare come Virzì nell’intervista avesse abbia parlato di Arese (in provincia di Milano), Osnago (in provincia di Lecco) e dei paesaggi di Varese e Como: “In questo modo, con le sue parole coinvolge la Lombardia intera, non solo la Brianza” chiedendo al regista di ricredersi: “Gli farei vedere l’associazionismo, il mondo dei piccoli e medi imprenditori che si svegliano presto tutte le mattine per andare al lavoro. Qui non c’è quell’aridità di cui parla, sono generalizzazioni”. Per il presidente, la Brianza è “una zona da promuovere in maniera positiva, non negativa, ha fatto tanto per l’Italia”. Ciò che spiace maggiormente ad Allevi è che “la gente possa vedere il film e pensare che la Brianza sia davvero un luogo così”. Intanto la pellicola ha già ricevuto recensioni lusinghiere e da giovedì tutti potranno vederlo e giudicare.
“Offrire il nostro contributo a questo progetto di Paolo Virzì e Indiana production è stato per noi un onore, anche perché una delle nostre finalità è far conoscere un territorio lombardo che ha molto da offrire sotto il profilo cinetelevisivo” dice Alberto Contri, direttore generale di Lombardia film commission. La fondazione si è occupata dell’attività di sartoria, dell’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico e della gestione dei contatti col Comune di Milano per l’organizzazione del set in spazi pubblici. “Il contributo offerto dalla fondazione – aggiunge Contri – ci aiuta anche a dare corpo ad un altro nostro obiettivo, che è quello di promuovere il cinema presso giovani potenziali nuovi talenti, in sintonia con quanto stanno già facendo le scuole civiche, il Comune ed altre istituzioni milanesi”.