Gli aspiranti sono più di 1.500, i posti 60. Venti in meno degli attuali 80 Onorevoli del Consiglio regionale della Sardegna grazie ai tagli ai costi della politica. Tante le riconferme, con i soliti big della politica, a cui si aggiunge la carica degli amministratori locali, spesso di minuscoli centri. Si vota il 16 febbraio e ormai le liste nelle otto circoscrizioni sono state consegnate. I simboli depositati sono ben 28 tra conferme e sorprese. Con la conta, tra gli esordienti, di chi ce l’ha fatta e chi no. Tra due giorni dovranno essere ufficializzati i nomi dei candidati alla carica di presidente della Regione.
La corsa, i candidati. Per ora se ne contano 7: si tratta del governatore uscente Ugo Cappellacci (centrodestra), l’economista Francesco Pigliaru (centrosinistra) che ha sostituito l’eurodeputata Pd Francesca Barracciu; la scrittrice Michela Murgia per la coalizione “Sardegna Possibile”; Mauro Pili ex presidente della Regione ed ex deputato Pdl che corre per la coalizione moderata e autonomista “Unidos”; il filosofo Pier Franco Devias per il “Fronte Unidu Indipendentista”; l’insegnante Gigi Sanna che si presenta con il “Movimento Zona Franca” (una parte, l’altra è alleata con il centrodestra) per la rivendicazione della fiscalità di vantaggio. E poi Cristina Puddu (Meris di Malu Entu), di fatto esclusa.
I sommersi e i salvati. Il Movimento 5 stelle non parteciperà alle elezioni regionali, il leader Grillo ha negato l’utilizzo del simbolo e a nulla sono valsi i tentativi dell’ultim’ora. Il caos ha avuto la meglio ma i cosiddetti “orfani” non si sono arresi. Ad ogni modo la lista “Nuovo Movimento Sardegna”, riconducibile agli attivisti, non ce l’ha fatta. Non ha infatti raggiunto il numero di firme necessarie a chi non ha un rappresentante nell’Assemblea. La prima bocciatura dalla Corte di Appello di Cagliari era arrivata per il logo, poi modificato: troppo simile a quello del M5S, 5 asterischi al posto delle 5 stelle sulla sagoma della Sardegna. E puntano il dito controBeppe Grillo “il cui silenzio dimostra disinteresse per la nostra Isola”. A sorpresa, invece, spunta un’altra lista civica dei grillini “Iride, Onestà e Progresso”, grazie all’adesione tecnica del consigliere regionale uscente del Pd, Tarcisio Agus – passato al gruppo misto – ha aggirato lo scoglio delle firme. Ora si dovrà pensare al candidato governatore, in due giorni.
Altri esclusi sono gli indipendentisti di Meris di Malu Entu, lista riconducibile alla repubblica autoproclamata dal leader Doddore Meloni. Mancano i requisiti nella documentazione, così la candidata Cristina Puddu non potrà partecipare. Ma si aspetta ancora l’ufficialità. Ha superato invece lo scoglio delle firme la coalizione “Sardegna possibile” guidata dalla scrittrice Michela Murgia e ha presentato, prima in assoluto, le tre liste collegate (due civiche, l’altra del partito indipendentista ProgReS – Progetu Repùblica). Con la mancata corsa di Cristina Puddu sarà la prima e unica donna, a partecipare alle elezioni per un posto da governatrice.
I guai giudiziari. Il rinnovo dell’Assemblea legislativa è attraversato dai fatti giudiziari. Tra tutte l’inchiesta bis per peculato sui fondi ai gruppi regionali che è costato il posto da candidata a Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del centrosinistra, perché indagata. E non mancano le polemiche nella base Pd perché, dopo la sua sostituzione, sono stati ricandidati alcuni onorevoli coinvolti. La presenza degli indagati è, anche in questo caso, bipartisan. Mentre il governatore – e candidato – Cappellacci è stato assolto ieri dall’accusa di bancarotta nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Municipalizzata di Carloforte per fatti estranei alla politica. Restano per lui altri due processi aperti, uno per abuso d’ufficio nell’inchiesta P3.