Shopping in gioielleria, regali di nozze, acquisti di auto. Sono stati spesi così, secondo gli investigatori, i fondi destinati ai gruppi dell’Assemblea regionale siciliana. Nell’inchiesta sono indagati per peculato 83 consiglieri delle ultime tre legislature e 14 consulenti e dipendenti dell’Ars. Le spese illegittime, secondo gli investigatori, ammontano a oltre dieci milioni di euro. Tra gli indagati nell’inchiesta c’è anche Davide Faraone, deputato del Pd responsabile del Welfare nella segreteria formata da Matteo Renzi.
”Sono indagato per un importo di 3.300 euro e posso dimostrare che si tratta di soldi spesi per attività politica”, ha spiegato l’esponente democratico arrivando nella sede del partito, specificando che non si parlerà di questa vicenda nella segreteria di oggi. “In ogni caso – ha aggiunto – se mi accorgessi che la mia vicenda è di ostacolo o danneggi il Pd non esiterei a fare un passo indietro. Ho piena fiducia nella Guardia di Finanza e nella magistratura, se qualcuno ha usato i fondi pubblici e le risorse per fini personali, questo sarebbe molto grave. Chi ha sbagliato deve essere perseguito”.
Tra gli altri parlamentari finiti sotto inchiesta per peculato anche l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’attuale presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e il suo predecessore Francesco Cascio. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati, tra l’altro a Francesco Musotto, ex capogruppo Mpa nella scorsa legislatura, anche all’ex deputata Giulia Adamo, ex Udc, Rudy Maira, del Pid e Antonello Cracolici, del Pd. Ma c’è anche Lino Leanza, oggi Articolo 4, Cataldo Fiorenza, ex Mpa, Marianna Caronia, anche lei ex Mpa e oggi anche ex deputata, ma anche l’Udc Nicola D’Agostino. Tutti avrebbero disposto o autorizzato alcune spese non istituzionali, o comunque non giustificate. L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, è coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Maurizio Agnello e Sergio Demontis. Già nei mesi scorsi le Fiamme gialle avevano iniziato una serie di indagini e perquisizioni sui conti dei consiglieri regionali.
In particolare, tra le spese contestate dalla procura di Palermo all’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, secondo ambienti politici, ci sono anche spese fatte con i fondi del gruppo per l’acquisto di cialde per il caffè, bottiglie di acqua minerale e per la pubblicazione di necrologi. Rudy Maira avrebbe ricevuto 24 bonifici per un totale di 51mila giustificati come acquisto di un’auto: veicolo che però, dalle indagini, risulta di uso privato e non per il gruppo politico. Giulia Adamo avrebbe speso 1.690 euro in una gioielleria, Maira avrebbe comprato un’auto (lui dice che è del gruppo) e il Pd avrebbe preso 2.500 euro dalla cassa del gruppo per pagare il regalo di nozze per un’impiegata. Il Pd dice che fu un anticipo e che poi i parlamentari del gruppo restituirono la somma.
Francesco Musotto avrebbe speso invece 45 mila euro senza giustificazione. Musotto ha sempre sostenuto che l’ex presidente Raffaele Lombardo gli avrebbe chiesto di aiutare la presentazione di liste a livello nazionale, alle elezioni amministrative del 2010. “Io ho preso i soldi e li ho consegnati, non me li sono certo presi io”. Di rimando Raffaele Lombardo aveva replicato: “Di tutto questo renda conto e li restituisca. Ha perso tempo – Io dal gruppo e dal partito, compresi questi ultimi due mesi da pensionato non di lusso, non mi faccio rimborsare neppure l’aereo, tanto per essere chiari”.
Oltre alle spese in gioielleria e per auto di lusso, ci sarebbero anche alcuni viaggi fatti dai deputati con famiglia al seguito e shopping nei negozi con l’acquisto di borse griffate, sempre a spese dell’Ars. Anche per queste uscite le fiamme gialle non avrebbero trovato pezze giustificative.