Il mondo FQ

Dai lavoro in Italia? Allora ti punisco!

Commenti

Nella nostra piccola azienda manifatturiera (65 dipendenti) abbiamo fatto un semplice esercizio:

– smettiamo di produrre in Italia, licenziamo i 55 dipendenti dedicati alla produzione e compriamo, a parità di costo, gli stessi prodotti all’estero; mantenendo all’interno la sola forza commerciale e amministrativa.

Ne conseguirebbe, a parità di conto economico, che:

– guadagneremmo immediatamente 71.000 € in più dovuti al risparmio IRAP sul monte salari dipendenti;
– non pagheremmo più allo Stato Italiano circa 490.000 € di tasse per i dipendenti;
– non verseremmo più 450.000 € nelle casse INPS di contributi previdenziali;
– lo Stato dovrebbe farsi carico di 55 disoccupati in più

Totale 1.011.000 € in meno di entrate per le casse pubbliche!

Viene spontanea la domanda: “Ma governo e sindacati dove vivono? Sanno almeno fare questi calcoli elementari?” Se 55 dipendenti licenziati producono un mancato gettito complessivo di 1.000.000 di euro, 1.200.000 disoccupati dall’inizio della crisi (2008) dovrebbero generare approssimativamente 21.800.000.000 € di mancato gettito complessivo annuo.

55: 1.000.000=1.200.000:X
X= 21.818.000.181

21.000.000.000 solo di minori entrate alle quali occorre aggiungere il costo sociale per i disoccupati che a 400 € al mese per un solo anno ammonterebbero a 5.760.000.000.
Totale generale 27.560.000.000.

Come ho detto si è trattato di un “esercizio” che non applicheremmo mai consapevoli che il nostro patrimonio aziendale è stato costruito con la collaborazione di tutti coloro che con noi lavorano; sono persone, famiglie con figli che non possono essere gettate nella disperazione dal nostro, pur legittimo, diritto al maggior guadagno.

Però attenzione che, continuando a favorire le rendite finanziarie (tassazione 12,5-20% non cumulativo, contro l’oltre 56% del reddito d’impresa produttiva), attivando condoni fiscali (che sono un premio per gli evasori), applicando addizionali ogni dove, senza introdurre adeguate misure correttive saremo, presto destinati a soccombere anche noi con tutti i 65 dipendenti.

 

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione