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Sardegna: Capo Malfatano salvo, ma non le coste

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Ci sono volute due sentenze della magistratura amministrativa per salvare Capo Malfatano, Comune di Teulada, Sardegna. E questa è nel contempo una bella ed una cattiva notizia.

La bella notizia l’ho già detta: prima il TAR Sardegna e poi il Consiglio di Stato hanno sancito l’illegittimità di un’enorme/ennesima speculazione edilizia sulle martoriate coste della Sardegna. Circa 200.000 metri cubi di cemento a 300 metri dalla splendida spiaggia di Tueredda.

La cattiva notizia è che ancora una volta sia stato necessario l’intervento della magistratura per fermare lo scempio. Perché dall’altra parte erano tutti d’accordo, il Comune di Teulada, la Soprintendenza, la Regione Sardegna, ed ovviamente i costruttori tra i quali Benetton (“United Colors of Benetton”, ricordate?) e Caltagirone. Da questa parte la ferma volontà di un singolo pastore, Ovidio Marras, di 82 anni, e del supporto ricevuto dal Gruppo di Intervento Giuridico e di Italia Nostra per fermare lo scempio. Ed è purtroppo una cattiva notizia anche il fatto che una parte delle costruzioni sono in corso d’opera.

Ho già scritto in passato della follia delle seconde case, delle scritte “vendesi” sempre più numerose anche in Sardegna. Eppure il virus edificatorio non pare arrestarsi. E l’ultimo atto è stato lo stravolgimento del Piano Paesaggistico di Soru, da parte della Giunta Cappellacci (“cominci a preparare il cemento e i mattoni”), che darebbe il via libera a nuove lottizzazioni sul litorale, fortunatamente impugnato dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

Si dice che il mondo ambientalista dice sempre di no. Ma, come dice giustamente un mio caro amico: “continueremo a dire sempre di no, se dall’altra parte proporranno e progetteranno sempre le stesse cose”.





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