Alluvione Natale 2009, alluvione giugno 2011, nevone febbraio 2012, siccità estate 2012, maltempo autunno 2012, frane primavera 2013, maltempo aprile 2013, tornado maggio 2013, nubifragio su nota località balneare giugno 2013, emergenza caldo luglio 2013, infine alluvione gennaio 2014. Tutto questo (e qualcosa senz’altro abbiamo dimenticato) dove (neve a parte) è successo? Bangladesh? Haiti? Indonesia? Filippine? Piccole isole minacciate dal global warming e in zone sismiche e vulcani?
No, tutto questo in Emilia Romagna, zona fra le (finora) più ricche, industrializzate, avanzate, ma anche inquinate dell’Italia e non solo. Un’emergenza continua, per le quali si proclama lo “stato di calamità naturale”, ottima occasione per gestire l’emergenza in urgenza, anziché prevenire con calma prima degli eventi. Solo fatalità? Fate un po’ voi, ne abbiamo già parlato in altri post, sulle frane, sul tornado. Ma vediamo cosa è successo e, per quanto possibile, perché, in questi giorni, a Modena in particolare, nell’area nord, verso Albareto, Sorbara, Bomporto e Bastiglia in particolare. Lasciamo alla cronaca riportare i danni e vediamo in brevi punti il perché di quanto è successo.
1) E’ piovuto tanto, troppo per il mese di gennaio, e non solo: oltre 300 mm in 2-3 giorni nelle zone dell’Appennino dove vi sono le sorgenti dei principali fiumi, Secchia, Panaro, ma anche per l’Enza (nel Reggiano) e in misura minore il Reno, nel bolognese.
2) Con simili piogge, l’alluvione è un fenomeno naturale per il fiume, del resto la pianura padana è una pianura alluvionale e proprio per questo è fertile. Va però detto che se l’alluvione è per così dire inevitabile, i danni possono e devono essere limitati con opportune scelte sul territorio.
3) Non è nevicato, nemmeno in montagna; a gennaio (ma anche in autunno, stagione tipica delle grandi alluvioni), non solo è raro avere simili piogge, ma almeno in montagna dovrebbe nevicare, invece è, appunto, piovuto tanto, troppo per la stagione. Andrebbe approfondito meglio, se ci sono altri casi simili in passato e altri aspetti, ma questa è, almeno in parte, una conseguenza del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici. Non dimentichiamocelo alla prima nevicata.
4) Ha ceduto un argine nei pressi del ponte della TAV MI-BO, peraltro in una fase di piena notevole (sono incomprensibili al pubblico e probabilmente anche ai pubblici amministratori i termini tecnocratici di “criticità ordinaria idraulica”) ma non al massimo dell’onda di piena.
Perché si è rotto l’argine? Difficile dirlo, anche qui cause complesse. Vi sono, e si possono fare, varie ipotesi, ma anche concause. Le nutrie? Può darsi, qualcuno dà magari la colpa agli ambientalisti, ma dimentica che furono introdotte per farne pellicce. Comunque gli argini vanno tenuti in manutenzione; è stato fatto? Eventuale colpa è degli enti che dovevano fare manutenzione, o dei tagli che li hanno ridotti in ginocchio? Gli argini sono stati controllati prima (quando non piove) ed erano sorvegliati dalla Protezione civile durante la piena?
Al di là di queste e altre cause e concause, si ha l’impressione che un evento alluvionale di questa portata sia stato sottovalutato, come se si confidasse sulla fortuna “tanto da noi non succede”, “siamo ottimisti”, “l’Emilia non si ferma mai”.
Concludiamo con una riflessione; dopo il terremoto molti politici gongolavano inaugurando nuove scuole (alcune già allagate, non da piene, ma da rotture di tubi dell’acqua!) ricevendo applausi e ringraziamenti; come se i soldi dei finanziamenti fossero di tasca loro, invece che dalle casse pubbliche o dalle offerte dei cittadini e organizzazioni varie che sopperiscono ai tagli dello Stato.
Ricordiamo che, diversi decenni fa, politici molto più schivi e meno inclini all’applauso, avevano progettato e realizzato le casse di espansione che, per anni, hanno evitato o ridotto le esondazioni; casse di espansione che, ormai, non risultano più sufficienti.
“se si vuole veramente la ripresa economica, se si vogliono determinare nuove possibilità di occupazione, se si vuole avere garanzia per l’aumento della produttività e quindi del reddito nazionale e il benessere delle popolazioni, le scelte da farsi in primo luogo sono quelle della difesa da così vaste ondate di piena dei fiumi e non la televisione a colori o le autostrade”
Domenico Pietri, Sindaco di Campogalliano, in occasione delle alluvioni del 1972 e 1973
Franco Fondriest e Luca Lombroso
Esperti di politiche ambientali
Ambiente & Veleni - 20 Gennaio 2014
Alluvione in Emilia: tutta colpa delle nutrie?
Alluvione Natale 2009, alluvione giugno 2011, nevone febbraio 2012, siccità estate 2012, maltempo autunno 2012, frane primavera 2013, maltempo aprile 2013, tornado maggio 2013, nubifragio su nota località balneare giugno 2013, emergenza caldo luglio 2013, infine alluvione gennaio 2014. Tutto questo (e qualcosa senz’altro abbiamo dimenticato) dove (neve a parte) è successo? Bangladesh? Haiti? Indonesia? Filippine? Piccole isole minacciate dal global warming e in zone sismiche e vulcani?
No, tutto questo in Emilia Romagna, zona fra le (finora) più ricche, industrializzate, avanzate, ma anche inquinate dell’Italia e non solo. Un’emergenza continua, per le quali si proclama lo “stato di calamità naturale”, ottima occasione per gestire l’emergenza in urgenza, anziché prevenire con calma prima degli eventi. Solo fatalità? Fate un po’ voi, ne abbiamo già parlato in altri post, sulle frane, sul tornado. Ma vediamo cosa è successo e, per quanto possibile, perché, in questi giorni, a Modena in particolare, nell’area nord, verso Albareto, Sorbara, Bomporto e Bastiglia in particolare. Lasciamo alla cronaca riportare i danni e vediamo in brevi punti il perché di quanto è successo.
1) E’ piovuto tanto, troppo per il mese di gennaio, e non solo: oltre 300 mm in 2-3 giorni nelle zone dell’Appennino dove vi sono le sorgenti dei principali fiumi, Secchia, Panaro, ma anche per l’Enza (nel Reggiano) e in misura minore il Reno, nel bolognese.
2) Con simili piogge, l’alluvione è un fenomeno naturale per il fiume, del resto la pianura padana è una pianura alluvionale e proprio per questo è fertile. Va però detto che se l’alluvione è per così dire inevitabile, i danni possono e devono essere limitati con opportune scelte sul territorio.
3) Non è nevicato, nemmeno in montagna; a gennaio (ma anche in autunno, stagione tipica delle grandi alluvioni), non solo è raro avere simili piogge, ma almeno in montagna dovrebbe nevicare, invece è, appunto, piovuto tanto, troppo per la stagione. Andrebbe approfondito meglio, se ci sono altri casi simili in passato e altri aspetti, ma questa è, almeno in parte, una conseguenza del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici. Non dimentichiamocelo alla prima nevicata.
4) Ha ceduto un argine nei pressi del ponte della TAV MI-BO, peraltro in una fase di piena notevole (sono incomprensibili al pubblico e probabilmente anche ai pubblici amministratori i termini tecnocratici di “criticità ordinaria idraulica”) ma non al massimo dell’onda di piena.
Perché si è rotto l’argine? Difficile dirlo, anche qui cause complesse. Vi sono, e si possono fare, varie ipotesi, ma anche concause. Le nutrie? Può darsi, qualcuno dà magari la colpa agli ambientalisti, ma dimentica che furono introdotte per farne pellicce. Comunque gli argini vanno tenuti in manutenzione; è stato fatto? Eventuale colpa è degli enti che dovevano fare manutenzione, o dei tagli che li hanno ridotti in ginocchio? Gli argini sono stati controllati prima (quando non piove) ed erano sorvegliati dalla Protezione civile durante la piena?
Al di là di queste e altre cause e concause, si ha l’impressione che un evento alluvionale di questa portata sia stato sottovalutato, come se si confidasse sulla fortuna “tanto da noi non succede”, “siamo ottimisti”, “l’Emilia non si ferma mai”.
Concludiamo con una riflessione; dopo il terremoto molti politici gongolavano inaugurando nuove scuole (alcune già allagate, non da piene, ma da rotture di tubi dell’acqua!) ricevendo applausi e ringraziamenti; come se i soldi dei finanziamenti fossero di tasca loro, invece che dalle casse pubbliche o dalle offerte dei cittadini e organizzazioni varie che sopperiscono ai tagli dello Stato.
Ricordiamo che, diversi decenni fa, politici molto più schivi e meno inclini all’applauso, avevano progettato e realizzato le casse di espansione che, per anni, hanno evitato o ridotto le esondazioni; casse di espansione che, ormai, non risultano più sufficienti.
“se si vuole veramente la ripresa economica, se si vogliono determinare nuove possibilità di occupazione, se si vuole avere garanzia per l’aumento della produttività e quindi del reddito nazionale e il benessere delle popolazioni, le scelte da farsi in primo luogo sono quelle della difesa da così vaste ondate di piena dei fiumi e non la televisione a colori o le autostrade”
Domenico Pietri, Sindaco di Campogalliano, in occasione delle alluvioni del 1972 e 1973
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il momento più stressante? Quando i Duran Duran si sono presentati con un tir di strumenti loro e durante uno stacco pubblicitario abbiamo dovuto fare un miracolo per portare sul palco e collegare tutto. Ma ci siamo riusciti. Perché al lavoro sul festival c'è una squadra incredibile, tecnici di eccellenza". A parlare con grande orgoglio del lavoro fatto su Sanremo 2025 è Pippo Balistreri, direttore di palco del festival dal 1981: "Mi chiamò Ravera. Io facevo il dj. La mia fortuna fu parlare le lingue. Arrivarono i Dire Straits e nessuno riusciva a comunicarci, tranne io. Lì è iniziato tutto", racconta Balistreri in un'intervista all'Adnkronos.
Quest'anno con 29 artisti in gara, più le 4 Nuove Proposte, e una serata cover con oltre 140 artisti sul palco, il lavoro è stato frenetico: "A Sanremo tutte le edizioni sono impegnative. Certo la serata cover è sempre quella che ci mette più alla prova, con tutti quegli artisti ospiti, molti con strumenti sul palco. Dietro le quinte c'è un traffico che nemmeno nelle metropoli all'ora di punta". L'unico disguido è successo con Bresh e De André: "Sì ma la reazione di Cristiano De André non è stata carina, anche perché il body pack si era staccato perché lui si era mosso sullo sgabello. Può succedere e bisogna avere rispetto di chi lavora ai ritmi in cui si lavora a Sanremo. Non mi è piaciuto", sottolinea senza giri di parole. Così come, in maniera molto schietta, dice di non essere contento della vittoria di Olly: "Una vittoria muscolare. Musicalmente c'era di meglio", afferma. E confessa quello che sarebbe stato il suo podio ideale: "Giorgia al primo posto, Gabbani al secondo e Achille Lauro al terzo".
"Il momento più bello del festival? Per me il duetto di Giorgia con Annalisa sulle note di 'Skyfall'. Una performance stupenda. Ho fatto i complimenti a Giorgia, il suo festival è stato bellissimo. E non sono l'unico a pensare che meritasse lei la vittoria visto il boato di disapprovazione che si è sentito all'Ariston dopo l'annuncio della cinquina finalista che non prevedeva né lei né Lauro. Un peccato", insiste.
Negli ultimi due anni, Balistreri, a chi glielo ha chiesto subito dopo la fine del festival, ha detto che sarebbe stato il suo ultimo Sanremo. Ma a richiederglielo oggi, con qualche giorno di decompressione, la risposta cambia: "La domenica sono esausto e dico sempre: 'mai più'. Finiamo alle 2, andiamo a cena, andiamo a dormire alle 4, e io alle 9.30 sono di nuovo in piedi per andare alle prove. Impegnativo. Ma, se me lo chiederanno ancora, vedremo. Negli ultimi anni la Rai mi ha affiancato dei giovani, è normale che prima o poi ci sia un passaggio di consegne", dice senza sciogliere la riserva sul prossimo anno.
Di una cosa però Balistreri è certo: "Un festival di Sanremo fuori dalla Rai non ce lo vedo proprio. Nessuno può avere una competenza, un know how come quello accumulato da questa azienda. E questo dovrà pure pesare. I materiali e la tecnica della Rai su questo fronte non hanno eguali, non solo in Italia". (di Antonella Nesi)
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".