Esplode il caso Neymar, e il Barcellona si trova sull’orlo di una crisi di nervi. In un’affollata conferenza stampa al Camp Nou, seguita a una lunga ed estenuante riunione straordinaria delle giunta direttiva del club, Sandro Rosell annuncia le sue dimissioni irrevocabili dal Barcelona Fc, di cui era presidente dal giugno 2010. “La mia fase qui è finita”, spiega, e annuncia che il suo successore, e temporaneo reggente delle sorti del club, sarà Josep Bartomeu. Almeno fino al 2016, fino alle prossime elezioni.
Oltre 160mila soci, un fatturato che secondo le ultime stime di Deloitte arriva a 482 milioni di euro (e debiti con le banche più o meno per la stessa cifra), la gloriosa polisportiva catalana che si è sempre sentita mes que un club, rimane invece invischiata in una brutta storia di soldi spariti nelle operazioni intorno all’acquisto del talento brasiliano Neymar. Tutto comincia con la denuncia di Jordi Cases, uno dei soci che decide di volerci vedere chiaro nella faccenda. A dicembre Cases presenta una denuncia presso l’Audiencia Nacional. Secondo colui che fino a ieri era lo sfidante più pericoloso di Rosell nelle elezioni del 2016, e oggi è il candidato forte, il presidente dimissionario si sarebbe intascato tutto o una parte di 40 milioni di euro o più che ballano nell’acquisto dal Santos del calciatore brasiliano Neymar avvenuto il giugno scorso.
A bilancio il Barça ha iscritto una spesa di 57 milioni, più vari bonus che fanno salire la cifra. Senza però mai rendere pubblici, nemmeno ai soci, i termini del contratto di acquisto per non violare una specifica clausola di segretezza dell’accordo. Mentre il Santos ha dichiarato di averne incassati 17 (di cui ben 8 andati a due società, la Dis e la Teisa, che gestiscono i diritti d’immagine del giocatore). Ne mancano 40. Su quei 40 milioni in ballo spariti nella tratta San Paolo – Barcellona, sta ora indagando il giudice Pablo Ruz, che ritiene le accuse “verosimili” e ha chiesto alla Fifa tutti i documenti sul contratto d’acquisto depositato. E su quei soldi si è giocata la partita politica che ha portato ieri sera all’annuncio delle dimissioni da parte di Rosell.
L’ipotesi più probabile è che questi soldi siano finiti alla N&N, una società gestita da Neymar senior per conto del figlio. E qui comincia il mistero, alimentato dalla famosa clausola di segretezza voluta da Rosell. Non è infatti chiaro se quei soldi se li siano divisi Neymar padre e figlio – e nel caso Felipe Izquierdo, l’avvocato di Jordi Cases, avrebbe comunque ravvisato irregolarità fiscali – o se li siano divisi tra la Neymar e Rosell, come Cases aveva accusato in maniera abbastanza esplicita a dicembre. In tribunale Rosell rischia un’accusa per appropriazione indebita, e secondo la radio Cadena Ser il Barcellona rischia una multa fino a 230 milioni se il giudice riconoscerà il reato fiscale commesso dal club.