Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria.
Una giornata dedicata al ricordo anche degli stermini nazisti delle persone con disabilità.
La folle ideologia nazista, supportata dall’idea dell’esistenza di vite inutili, di costi non sostenibili dalla società e dalla purezza della razza ariana, sterminò decine di migliaia di persone con disabilità, attraverso leggi e pratiche in ospedali e istituti speciali.
Bambini soppressi alla nascita con iniezioni letali, persone con disabilità psicosociale, prima sterilizzate e poi gasate, morti per privazioni di alimenti e di liquidi, cavie umane sottoposte a esperimenti scientifici rappresentarono una prassi costante durante il nazismo. Il culmine si raggiunse con il famigerato programma Aktion T4, voluto da Hitler all’inizio della II guerra mondiale durante il quale vennero uccise e cremate con modalità cinicamente pianificate in 6 centri speciali in Germania circa 70.000 persone con disabilità. Settantamila vite umane.
Questo racconto dell’orrore e la lucida ideologia che lo sostiene è purtroppo riproposto ai nostri giorni dalle tesi di Peter Singer, moralista americano, che propugna l’idea di non investire risorse sui bambini nati con gravi disabilità – considerati subumani – a cause delle risorse limitate della società contemporanea.
Non meno inquietante risulta essere il protocollo di Groningen stilato da diversi medici che definisce come uccidere i bambini con disabilità gravi alla nascita (in Olanda ed in Belgio esistono leggi sull’eutanasia attiva per questi neonati) o la assurda richiesta del Collegio reale degli ostetrici e ginecologi del Regno Unito di uccidere i neonati con forti diversità funzionali.
Le motivazioni appaiono le stesse dei nazisti: bambini che dalla nascita presentano gravi disabilità rappresenterebbero un peso insostenibile per la famiglia e per la società, considerati i costi delle cure mediche e assistenziali ed inoltre queste persone condurranno delle vite di sofferenza e di dolore.
A Napoli il 27 gennaio in un convegno internazionale organizzato da DPI-Italia Onlus a Palazzo reale ed in una mostra/evento presso la Biblioteca Nazionale saranno denunciate queste incredibile riproposizione delle orribili pratiche naziste.
Come acutamente osserva il dr. Giampiero Griffo, rappresentante per l’Italia dell’ European Disability Forum e membro dell’esecutivo mondiale del Disabled Peoples International il rischio che stiamo correndo è quello di sempre: “Quando si decide di selezionare le persone da eliminare, si sa dove si comincia, ma non dove si finisce… “.
Fare memoria del passato è sempre una pratica virtuosa ma in questo caso diventa un obbligo per ognuno.