Dalla A di Abate (Pietro, segretario Camera di commercio di Roma) alla Z di Zoccali (Stefano Salvatore, direttore generale dell’ente per l’irrigazione della Puglia, Lucania e Irpinia) eccoli tutti i redditi e i patrimoni dei dirigenti dello Stato e della Pubblica amministrazione, degli enti pubblici, delle aziende autonome e speciali, nonché delle controllate dallo Stato con più del 20 per cento del capitale. La legge numero 441 del 1982 impone a presidenti, vicepresidente, amministratori delegati e direttori generali di comunicare (come avviene per i deputati) redditi e patrimoni ogni anno. La Presidenza del Consiglio stila un bollettino in formato pdf che però, anche per colpa dei ritardi dei manager, esce all’incirca un anno dopo. Il bollettino del 2012 (274 pagine) è uscito a luglio mentre il supplemento con gli ultimi dati (187 pagine) è stato stampato poche settimane fa. Il Fatto pubblica entrambi i documenti (unificati in un file unico sotto). Con nomi, redditi, auto, azioni, case, barche degli uomini che rappresentano il cervello della nostra amministrazione.
Il reddito indicato è quello complessivo delle dichiarazioni 2012, quindi per l’anno di imposta 2011. Non si tratta dello stipendio ma dell’intero reddito che in alcuni casi è in minima parte influenzato dalla carica pubblica. Marco Arato dichiara un milione e 518 mila euro nel bollettino perché è presidente dell’aeroporto di Genova ma ovviamente trae gran parte di quel guadagno dalla sua attività di socio di uno dei maggiori studi italiani. Lo stesso vale per l’avvocato Cristiana Maccagno con il suo reddito di un milione e 830 mila euro che certo non arriva dalla carica di vicecommissario della Fondazione Ordine Mauriziano. Domenico Arcuri (amministratore delegato di Invitalia) nel 2011 ha portato a casa 1 milione e 214 mila euro superando il presidente dell’Enel Paolo Andrea Colombo, che si ferma a un milione 193 mila euro.
Non poteva mancare Antonio Mastrapasqua, il presidente dell’Inps che ha dichiarato un milione 174 mila e 308 euro, (il direttore generale dell’Inps Paolo Nori si ferma a 227 mila euro) nonostante abbia dovuto rinunciare a qualcuna delle sue cariche nel 2011. Mastrapasqua non ha subito variazioni nel suo patrimonio che comprende tre immobili a Roma e quindi non dichiara nulla in merito. Andrea Monorchio, presidente della Consap, dichiara invece un milione e 292 mila e 413 euro e cede piccoli pacchetti di Bper, Intesa, Enel, Banca Popolare di Vicenza e Snam. In compenso si è comprato una casa a Roma.
L’amministratore delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, dichiara un milione e 46 mila euro mentre il presidente Lamberto Cardia si accontenta di 896 mila euro. Il presidente di Fintecna Maurizio Prato arriva a un milione 50 mila e 770 euro. Entrambi allegano le dichiarazioni delle mogli, ferme a 30 mila euro ciascuna. Enrico Cotta Ramusino, oggi manager della società di ricerche di mercato Cfi Group Italia e nel 2011 della Millward Brown compare nel supplemento del bollettino come liquidatore dell’Aeroporto della Provincia di Pavia con un milione e 141 mila euro. L’allora presidente del Coni Giovanni Petrucci veleggia a 427 mila euro. Maria Rita Lorenzetti, presidente di Italferr recentemente coinvolta nell’indagine sul nodo Tav di Firenze, dichiarava nel 2012 solo 159 mila e 200 euro e vantava una Giulietta del 2012 e un’Alfa 156 del 2006.
Attilio Befera, gran capo di Equitalia e dell’Agenzia delle entrate, autodichiara al fisco 772 mila e 335 euro e notifica agli italiani che temono le sue ganasce che ha venduto la sua auto: una Honda Crv del 2007. L’allora presidente dell’Anas Pietro Ciucci dichiarava 817 mila e 481 euro qualche piccolo pacchetto di azioni Unicredit (30 mila) Finmeccanica (mille) e Generali (3.760) mentre Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, dichiara 864 mila e 899 euro più l’acquisto di una Volkswagen Polo usata del 2008. Il presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini, 540 mila euro di reddito complessivo, nel bollettino di giugno dichiara l’acquisto di una casa a New York e l’accumulo di presidenze in Condotte e Metroweb. Infine Piergiorgio Massidda, allora presidente dell’Autorità Portuale di Cagliari, oggi commissario imposto dal ministro Maurizio Lupi (che è per questo indagato), dichiarava 155 mila euro più una casa a Roma, una ad Arzachena e una lunga lista di quote di proprietà immobiliari e societarie.
da Il Fatto Quotidiano del 28 gennaio 2014