Per Enrico Letta “la crisi è alle spalle”. Ma non per il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi. Tanto meno per il Sole24Ore, quotidiano economico-finanziario di proprietà dell’associazione degli industriali. L’editore del giornale diretto da Roberto Napoletano sta entrando in un nuovo stato di crisi che sposterà parte dei suoi problemi finanziari sulle casse pubbliche. Il Sole24Ore utilizzerà infatti “strumenti per garantire il raggiungimento di un risparmio strutturale del costo del lavoro” equivalente a 35 giornalsiti sui 246 in organico, come si legge nel verbale di accordo sindacale siglato venerdì 31 gennaio da tre dei quattro rappresentanti sindacali della redazione.
Gli strumenti in questione sono sostanzialmente due. Il primo è un nuovo ricorso ai contratti di solidarietà, per 24 mesi, con un taglio del 14% dell’orario di lavoro relativo al primo anno. Con un impatto relativo sul salario dei giornalisti che sarà parzialmente compensato dall’ente previdenziale della categoria, l’Inpgi. Il secondo è il pensionamento “per limiti di età ex articolo 33 del contratto di lavoro giornalistico” e, soprattutto, il prepensionamento “per il raggiungimento dei requisiti previsti dalla Legge 416/1981”, opzione quest’ultima prevalentemente a carico del fondo pubblico che stato appena rifinanziato con la legge di Stabilità. Obiettivo, l’uscita di una quarantina di giornalisti.
L’editore confindustriale, dal canto suo, si impegna a presentare ai sindacalisti de il Sole24Ore “entro marzo 2014, e comunque prima della ratifica in sede ministeriale dell’accordo di stato di crisi” un piano di risanamento approvato dal consiglio di amministrazione e “volto a raggiungere il pareggio a livello di margine operativo lordo (Ebitda) nel periodo di piano”. Una sfida importante per il gruppo editoriale che ha archiviato i nove mesi del 2013 con 30 milioni di perdite, ricavi in calo a 277 milioni, un margine operativo lordo negativo per 18,8 milioni e una posizione finanziaria netta negativa per 48 milioni di euro.
In ogni caso l’azienda si riserva di rivedere gli obiettivi “nel caso in cui alla fine del periodo di vigenza del presente accordo i risultati raggiunti fossero insufficienti rispetto agli obiettivi fissati di risparmio sul costo del lavoro giornalistico pari al costo di 35 unità, le Parti si incontreranno per valutare e definire congiuntamente le opportune azioni e strumenti necessari al recupero di efficienza previsto nel presente accordo”. La parola ora passa alla redazione che mercoledì sarà chiamata a votare l’accordo.