Forse siamo finiti dentro un incantesimo. Una
forza neonata, prima a fare opposizione autentica in Parlamento dopo tempo immemore,
si batte per non regalare soldi pubblici alle banche private. Sono gli stessi “fascisti” che, contro tutti o quasi, si sono battuti contro gli F35 (Renzi dov’eri?) e a favore della Costituzione (Renzi dov’eri?), contro i boss delle slot machine e contro i furbini degli affitti d’oro. Sono gli stessi che, unici o quasi, hanno sollevato la
questione morale contro Alfano (Renzi dov’eri?), Cancellieri (Renzi dove sei?) e De Girolamo.
Ora, magicamente, questa opposizione autentica – e pienamente democratica – viene del tutto stravolta dalla grancassa di regime, che intende trasformarla
da difensore delle regole a “eversiva”. Il capovolgimento totale della realtà: un po’ come prendersela col poliziotto burbero che ha detto “stronzo” al ladro e glorificare il ladro perché ha sorriso alle telecamere quando gli hanno messo le manette. Giustissimo sottolineare errori e sbandate di un Movimento che è spesso bravissimo a sabotarsi da solo, e quando non lo fa
ci pensa un post ad minchiam di Grilloa rovinare quasi tutto, sdoganando la volgarità del solito gruppo tripartisan di decerebrati-web.
Parole inammissibili, ma al giochino patetico e colpevole del “5 Stelle= nuovi fascisti” non partecipo. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Non è neanche una semplificazione: è una stortura empia, deliberata, carognesca. Davvero siamo arrivati a un tale livello di rincoglionimento? Davvero c’è chi crede che Di Battista sia un balilla e Vito Crimi il novello Farinacci? Davvero c’è chi ha più paura di una Giulia Sarti che di un Denis Verdini (sì, quel Verdini che ha scritto il Troiaium tanto caro a Matteo Peppo Pig)? Davvero c’è chi pensa che i grillini siano “stupratori potenziali”? Bastano alcuni commenti anonimi per asserirlo? Allora, in base ai commenti sulla mia pagina facebook – che vanta più o meno 176mila persone in più dei lettori de L’Unità – io potrei affermare che quasi tutti i renziani sono beceri e violenti, perché mi insultano ogni giorno? Cos’è, uno scherzo?
A me i “boia chi molla” e affini fanno schifo. Schifo. Ma mi fanno ancora più schifo – o quantomeno è un pareggio – gli schiaffoni alle deputate per mano di pseudo-questori di Sciolta Civica, gli insulti ai deputati 5 Stelle malati di sclerosi multipla (“Cambiategli i fogli!” Ah ah ah, buuuuu!!”: li avete giù dimenticati?), le risatine di scherno di piddini e piddine (“Oh oh, sono arrivati i grillini, i turisti della democrazia, ah ah ah!”) e le provocazioni sistematiche delle piddine amene – quelle che ieri erano bersaniane, oggi renziane e domani si vedrà – che gridano “fascisti” a chi ha avuto il nonno deportato ad Auschwitz. Davvero il rincoglionimento è a questi livelli? E’ rimasto da qualche parte un briciolo di libertà di pensiero? Davvero pretendete che io, che fino all’altro giorno ero ritenuto addirittura “renziano” e “pennivendolo” solo perché avevo criticato – come sempre ho fatto e farò – le prese di posizione immobiliste-talebane dei 5 Stelle, mi travesta da un francescomerlo qualsiasi e spari le mie brodaglie politicamente (s)corrette in difesa dei Boccia?
Chi accusa di “faziosità” me o Travaglio, Gomez o Padellaro, Freccero o Liuzzi, non ci vorrebbe “imparziali” (l’imparzialità non esiste, esiste l’onestà intellettuale): ci vorrebbe “parziali” a suo gusto. E’ una cosa molto diversa.
Ci vorrebbe piddini. Ci vorrebbe Lerner, ci vorrebbe Augias, ci vorrebbe Maltese (e ho volutamente citato persone stimate e stimabili, sia chiaro). Chi ci critica ci vorrebbe “fazioso” come lui e dunque renziano: preferisco vivere, ragazzi. E dunque pensare. Ho troppo amore delle idee per passare dal “Siamo realisti esigiamo l’impossibile” al “Vamos a la playa oh oh oh oh”. Mi voglio troppo bene per credere a Renzi. Preferisco aderire, come ho appena fatto,
alla Lista Civica Tsipras, che non so se riuscirà a presentarsi né se voterò a maggio, ma so – eccome – che sentirmi accanto a Paolo Flores D’Arcais o Barbara Spinelli mi fa stare bene. Molto bene. E un’alternativa democratica, per giunta nobilissima, è sempre una buona notizia. Ancor più di questi tempi.
Il giochino di queste ore è far credere che i Di Maio e le Taverna siano i nuovi fascisti. Ma davvero qualcuno ci crede? Che droghe usa questa gente? Il Movimento 5 Stelle ha falle e lacune che critico ogni giorno. Lo faccio da quando Pigibattista aveva ancora i capelli. Chi parla di 5 Stelle, quasi sempre, non sa minimamente di cosa parla. I 5 Stelle sono fatalmente immaturi, talora odiosamente massimalisti e strategicamente masochisti: ma fascisti proprio no. E’ un falso storico, non diciamo castronerie. Casomai hanno evitato un nuovo fascismo, veicolando democraticamente una protesta sempre più tracimante. M5S è l’unica novità autentica di questo presente politico (il che non vuol dire che siano perfetti, anzi). Tra un errore e l’altro, hanno combattuto e combattono battaglie nobilissime. Spulciano i decreti, controllano, studiano. Si sbattono, ci credono. E sono onesti, al di là di qualche dissidente di professione folgorato sulla via della diaria (poveretti). Se il “nuovo” sono le De Micheli e le Biancofiore, le Boschi e le Carfagna, gli Speranza e i Faraone, allora sì che siamo proprio alla canna del gas.
Mi si chiede: ma a te questo presente non fa paura? Certo che mi fa paura. Ma mi fa paura per altri motivi. Tra Letta e Taverna, non è la seconda a inquietarmi. Mi fa paura, anzitutto, il rincoglionimento che pare esondare ovunque. Mi fanno paura i Verdini. Mi fanno paura i Casini, i poteri forti dietro a Renzi e l’eterno ritorno del Caimano. Mi fa paura la mancanza pressoché totale di decenza di troppa stampa. Mi fa paura anche Casaleggio, o quantomeno non è il mio genere: prima verrà reciso il cordone ombelicale tra lui e i “cittadini” in Parlamento, e meglio sarà. Ma se l’assioma per sembrare “equilibrati” e “democratici” è pensare che Nicola Morra è lì, con la camicia nera, pronto a marciare su Roma canticchiando eia eia elalà, be’ ragazzi: io amo il vino, ma voi pretendete che raggiunga un’ubriacatura cerebrale che fortunatamente mi è ignota.
P.S. Quando si è di fronte a una palese porcata, la democrazia si esercita non avallando la porcata, ma arrabbiandosi e combattendola. Democraticamente, ma con ogni mezzo lecito.