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Destinazione Italia, quel condono mascherato sui disastri ambientali

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L’ennesimo regalo ai furbetti viene servito su un piatto d’oro. L’oro è quello dei contribuenti che dovranno pagare la bonifica delle aree inquinate presenti nel nostro Paese. L’ennesimo regalo ai furbetti si trova nascosto tra le pieghe del decreto legge “Destinazione Italia”, in approvazione definitiva in questi giorni alla Camera dei Deputati. L’articolo 4 prevede che siti di interesse nazionale contaminati possano esser bonificati con l’aiuto economico dello Stato italiano.

Il fine giustifica i mezzi, avrà pensato il Ministro dell’Ambiente Orlando davanti a questo bivio: da una parte l’esigenza legittima di pulire un territorio malato, dall’altra quella di far pagare chi inquina. In mezzo c’è questo articolo. In pratica, i proprietari di aree inquinate potranno sottoscrivere un accordo con il Ministero per metterle in sicurezza o bonificarle. Sempre con i soldi pubblici i proprietari avranno delle agevolazioni nella riconversione industriale di quei siti. Un affare che manda al diavolo il sacrosanto principio del ‘chi inquina paga’.

Alcune associazioni, come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Stop Biocidio Lazio, Stop Biocidio Abruzzo e la Rete Comuni SIN, sono sul piede di guerra e hanno organizzato una conferenza stampa a Montecitorio. Saranno presenti due sindaci fra i più interessati al provvedimento, quelli di Brindisi e Priolo che da decenni lottano contro l’inquinamento industriale dei loro territori.

I promotori inoltre fanno notare come “non si fissa neanche un limite di importo all’eventuale sostegno pubblico, né una percentuale massima sul valore complessivo dell’accordo di programma che potrebbe essere presa in carico dallo Stato”. Cioè, in linea teorica, i finanziamenti potrebbero essere infiniti. E potrebbero avvenire anche davanti una semplice messa in sicurezza dell’area, che dunque non la risana da sostanze tossiche e nocive.

La forza dello Stato si misura nelle emergenze. L’inquinamento lo è e fa bene il governo a intervenire, anche su errori commessi da privati. Affinché però questo non si trasformi in un regalo manca però un piccolo comma, un codicillo che avrebbe riaffermato la forza dello Stato davanti all’illegalità diffusa che in alcune zone del Paese è figlia della cultura dell’Anti-Stato, quella mafia che, nella violenza delle regole, ha fertilizzato e contagiato parte della società. Bastava scrivere nel decreto: “i terreni bonificati vengono confiscati dallo Stato”. Chi paga acquista, altrimenti l’acquirente è fesso o in malafede.

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