L’uomo d’affari Luigi Bisignani e il generale dei Carabinieri Antonio Ragusa, sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma su presunte irregolarità legate all’affidamento di appalti per palazzo Chigi. I provvedimenti sono stati eseguiti dagli uomini del nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza e dai carabinieri del Ros. A chiedere ed ottenere le misure il pm Paolo Ielo.
Bisignani è accusato di frode fiscale, mentre a Ragusa sono contestati la corruzione e la turbativa d’asta. Quest’ultimo, nel 2010, era capo del Dipartimento della Risorse Strumentali di palazzo Chigi. I provvedimenti cautelari sono stati disposti dal gip Maria Paola Tomaselli su richiesta del pm Paolo Ielo nell’ambito di un’inchiesta (uno dei filoni legati alla P4 e trasferiti da Napoli a Roma per competenza territoriale) su una serie di presunte irregolarità legate all’affidamento di un appalto per i servizi informatici e di sicurezza per la Presidenza del Consiglio nel 2010.
La difesa di Luigi Bisignani sostiene che la posizione “marginale”. Per gli avvocati Massimo Pellicciotta e Fabio Lattanzi: “Errata è sia la ricostruzione del fatto sia la ricostruzione giuridica. Bisignani ha emesso regolari fatture. Né lui, né la sua società hanno mai evaso il fisco. Tutte le imposte dovute, sono state sempre regolarmente pagate. L’infondatezza dell’accusa ci ha indotto a presentare ricorso immediato per Cassazione. I fatti – concludono i due penalisti – peraltro sono risalenti nel tempo e i presunti importi evasi sono di minima consistenza, tali da non giustificare provvedimenti che limitano la libertà personale. Il nome, su cui si è tanto speculato, ancora una volta ha avuto il suo peso specifico negativo”.
Per il giudice per le indagini preliminari invece Bisignani “ha svolto la delicatissima e fondamentale funzione di intermediario e di garante, al fine di garantirsi il compenso pattuito per lo svolgimento di tale attività di lobbying, senza esitare a far emettere dalla società a lui riconducibile e all’uopo creata le fatture relative a prestazioni inesistenti”. Nel provvedimento di 63 pagine il giudice Maria Paola Tomaselli, riferendosi all’ex giornalista, fa riferimento anche ai suoi precedenti penali citando anche la sentenza per tangente Enimont. Il giudice scrive, inoltre, che “la circostanza che la Four Consulting, la compagine societaria da lui interposta per percepire flussi finanziari illeciti, per gli anni dal 2009 al 2011 ha emesso fatture relative esclusivamente ad operazioni inesistenti e che risulta ancora oggi operante, con operazioni economiche opache, ragionevolmente costituite da attività di lobbying illecita”. Bisignani, scrive ancora il gip, è “soggetto dotato di una spiccata pericolosità sociale, con la conseguenza che il pericolo di recidivanza appare quanto mai concreto e attuale”. ù
Per gli inquirenti l’imprenditore ha svolto “una continua ed incessante attività di lobbying, presentando ‘agganci’ con i più diversi e anche apparentemente opposti contesti, e favorendo con il proprio intervento contatti tra i medesimi al fine di consentire la realizzazione di obiettivi di qualsivoglia natura e finanche il perseguimento di interessi illeciti”. Per la Procura è provato che Bisignani “avesse rapporti con Ragusa, con l’imprenditore Anselmo Galbusera di Italgo spa e con Lorenzo Borgogni, l’ex capo relazioni esterne di Finmeccanica”.
Proprio per Ragusa il gip sottolinea l’assenza di “remora” nell'”alterare il corretto svolgimento della gara” d’appalto e nel “deviare i poteri connessi alla sua pubblica funzione al fine di perseguire meri interessi utilitaristici di carattere privato”. Nel provvedimento il giudice ricostruisce le varie fasi della genesi e dell’affidamento dei lavori alla società Italgo. “Ragusa (ex capo del dipartimento delle risorse strumentali di Palazzo Chigi ndr) incurante dei doveri di imparzialità e correttezza connessi alla sua funzione e della peculiarità dell’ufficio ricoperto, ha in più occasioni favorito i membri della propria famiglia“. Nell’ordinanza si cita anche la figlia, Simona, che “dal gennaio 2008 al dicembre 2012, è stata consulente del ‘Comitato per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vità di Palazzo Chigi, cioè della stessa amministrazione di cui l’indagato rivestiva una funzione apicale, e che l’indagato stesso abbia in più circostanze, fatto pressioni per ottenere favori di carattere lavorativo nei confronti del figlio o del nipote”. Una condotta, scrive il gip, “pericolosa anche se è cessato il suo ruolo all’interno di Palazzo Chigi, e non solo per il carattere sistematico e non occasionale delle modalità familistiche con le quali è solito esercitare funzioni pubbliche giungendo a operarne una vera e propria mercificazione”.
Giustizia & Impunità
Appalti P. Chigi, Bisignani e Ragusa ai domiciliari. “Illecita attività di lobbying”
Il faccendiere è accusato di frode fiscale, il generale di corruzione e turbativa d’asta. Quest’ultimo, nel 2010, era capo del Dipartimento della Risorse Strumentali di palazzo Chigi. Per il gip l'ex giornalista "ha svolto la delicatissima e fondamentale funzione di intermediario e di garante, al fine di garantirsi il compenso pattuito per lo svolgimento di tale attività di lobbyng, senza esitare a far emettere dalla società a lui riconducibile e all’uopo creata le fatture relative a prestazioni inesistenti"
L’uomo d’affari Luigi Bisignani e il generale dei Carabinieri Antonio Ragusa, sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma su presunte irregolarità legate all’affidamento di appalti per palazzo Chigi. I provvedimenti sono stati eseguiti dagli uomini del nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza e dai carabinieri del Ros. A chiedere ed ottenere le misure il pm Paolo Ielo.
Bisignani è accusato di frode fiscale, mentre a Ragusa sono contestati la corruzione e la turbativa d’asta. Quest’ultimo, nel 2010, era capo del Dipartimento della Risorse Strumentali di palazzo Chigi. I provvedimenti cautelari sono stati disposti dal gip Maria Paola Tomaselli su richiesta del pm Paolo Ielo nell’ambito di un’inchiesta (uno dei filoni legati alla P4 e trasferiti da Napoli a Roma per competenza territoriale) su una serie di presunte irregolarità legate all’affidamento di un appalto per i servizi informatici e di sicurezza per la Presidenza del Consiglio nel 2010.
La difesa di Luigi Bisignani sostiene che la posizione “marginale”. Per gli avvocati Massimo Pellicciotta e Fabio Lattanzi: “Errata è sia la ricostruzione del fatto sia la ricostruzione giuridica. Bisignani ha emesso regolari fatture. Né lui, né la sua società hanno mai evaso il fisco. Tutte le imposte dovute, sono state sempre regolarmente pagate. L’infondatezza dell’accusa ci ha indotto a presentare ricorso immediato per Cassazione. I fatti – concludono i due penalisti – peraltro sono risalenti nel tempo e i presunti importi evasi sono di minima consistenza, tali da non giustificare provvedimenti che limitano la libertà personale. Il nome, su cui si è tanto speculato, ancora una volta ha avuto il suo peso specifico negativo”.
Per il giudice per le indagini preliminari invece Bisignani “ha svolto la delicatissima e fondamentale funzione di intermediario e di garante, al fine di garantirsi il compenso pattuito per lo svolgimento di tale attività di lobbying, senza esitare a far emettere dalla società a lui riconducibile e all’uopo creata le fatture relative a prestazioni inesistenti”. Nel provvedimento di 63 pagine il giudice Maria Paola Tomaselli, riferendosi all’ex giornalista, fa riferimento anche ai suoi precedenti penali citando anche la sentenza per tangente Enimont. Il giudice scrive, inoltre, che “la circostanza che la Four Consulting, la compagine societaria da lui interposta per percepire flussi finanziari illeciti, per gli anni dal 2009 al 2011 ha emesso fatture relative esclusivamente ad operazioni inesistenti e che risulta ancora oggi operante, con operazioni economiche opache, ragionevolmente costituite da attività di lobbying illecita”. Bisignani, scrive ancora il gip, è “soggetto dotato di una spiccata pericolosità sociale, con la conseguenza che il pericolo di recidivanza appare quanto mai concreto e attuale”. ù
Per gli inquirenti l’imprenditore ha svolto “una continua ed incessante attività di lobbying, presentando ‘agganci’ con i più diversi e anche apparentemente opposti contesti, e favorendo con il proprio intervento contatti tra i medesimi al fine di consentire la realizzazione di obiettivi di qualsivoglia natura e finanche il perseguimento di interessi illeciti”. Per la Procura è provato che Bisignani “avesse rapporti con Ragusa, con l’imprenditore Anselmo Galbusera di Italgo spa e con Lorenzo Borgogni, l’ex capo relazioni esterne di Finmeccanica”.
Proprio per Ragusa il gip sottolinea l’assenza di “remora” nell'”alterare il corretto svolgimento della gara” d’appalto e nel “deviare i poteri connessi alla sua pubblica funzione al fine di perseguire meri interessi utilitaristici di carattere privato”. Nel provvedimento il giudice ricostruisce le varie fasi della genesi e dell’affidamento dei lavori alla società Italgo. “Ragusa (ex capo del dipartimento delle risorse strumentali di Palazzo Chigi ndr) incurante dei doveri di imparzialità e correttezza connessi alla sua funzione e della peculiarità dell’ufficio ricoperto, ha in più occasioni favorito i membri della propria famiglia“. Nell’ordinanza si cita anche la figlia, Simona, che “dal gennaio 2008 al dicembre 2012, è stata consulente del ‘Comitato per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vità di Palazzo Chigi, cioè della stessa amministrazione di cui l’indagato rivestiva una funzione apicale, e che l’indagato stesso abbia in più circostanze, fatto pressioni per ottenere favori di carattere lavorativo nei confronti del figlio o del nipote”. Una condotta, scrive il gip, “pericolosa anche se è cessato il suo ruolo all’interno di Palazzo Chigi, e non solo per il carattere sistematico e non occasionale delle modalità familistiche con le quali è solito esercitare funzioni pubbliche giungendo a operarne una vera e propria mercificazione”.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Per i socialisti e democratici europei, il piano della UE per la difesa comune è un primo passo avanti che ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio. Insieme". Lo scrive su Twitter la deputata del Pd Marianna Madia.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
Due sono le soluzioni presentate in fiera, per il pagamento e la gestione delle ricariche elettriche: Optcompact ed e-smartOpt. Optcompact è un terminale compatto, versatile ed efficiente, dotato di lettore di carte con chip, banda magnetica, Nfc e Qr code. Disponibile in tre configurazioni (Embedded, Wall Mount e Stand Alone). E-smartOpt è un terminale multifunzione, progettato per gestire contemporaneamente più punti di ricarica e parcheggi.
Con questi dispositivi, Fortech offre agli operatori un’infrastruttura di pagamento sicura, flessibile e adatta a qualsiasi contesto di ricarica, semplificando l’esperienza per gli utenti finali.
Oltre a innovare il pagamento, Fortech presenta in fiera una piattaforma all-in-one che permette agli operatori di gestire l’intera rete di ricarica da un’unica interfaccia. Fortech offre, poi, soluzioni avanzate per la fatturazione elettronica e la gestione dei corrispettivi telematici, garantendo agli operatori della ricarica elettrica massima trasparenza e conformità normativa.
“Il nostro obiettivo è semplificare la ricarica elettrica per utenti e operatori. La nostra tecnologia consente di gestire pagamenti e infrastrutture in modo intuitivo, senza barriere e con la massima efficienza. Ci definiamo Mobilty Makers e questo significa che vogliamo offrire strumenti concreti per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile”, dichiara Luca Banci, Ev Charge Development Manager.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
Due sono le soluzioni presentate in fiera, per il pagamento e la gestione delle ricariche elettriche: Optcompact ed e-smartOpt. Optcompact è un terminale compatto, versatile ed efficiente, dotato di lettore di carte con chip, banda magnetica, Nfc e Qr code. Disponibile in tre configurazioni (Embedded, Wall Mount e Stand Alone). E-smartOpt è un terminale multifunzione, progettato per gestire contemporaneamente più punti di ricarica e parcheggi.
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Oltre a innovare il pagamento, Fortech presenta in fiera una piattaforma all-in-one che permette agli operatori di gestire l’intera rete di ricarica da un’unica interfaccia. Fortech offre, poi, soluzioni avanzate per la fatturazione elettronica e la gestione dei corrispettivi telematici, garantendo agli operatori della ricarica elettrica massima trasparenza e conformità normativa.
“Il nostro obiettivo è semplificare la ricarica elettrica per utenti e operatori. La nostra tecnologia consente di gestire pagamenti e infrastrutture in modo intuitivo, senza barriere e con la massima efficienza. Ci definiamo Mobilty Makers e questo significa che vogliamo offrire strumenti concreti per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile”, dichiara Luca Banci, Ev Charge Development Manager.