La smentita arriva solo dopo qualche ora. Graziano Delrio, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione ‘In mezz’ora’ aveva aperto alla possibilità di aumento la tassazione dei Bot: “Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo”. Alle 21.30 però da Palazzo Chigi arriva la smentita: “Non è prevista né ci sarà alcuna nuova tassa. L’orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro. Un tema – aggiunge l’ufficio stampa di Palazzo Chigi – che sarà illustrato domani dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso del suo intervento in Parlamento per il voto di fiducia.

Ma il tema delle nuove tasse non è l’unico ad aver suscitato un acceso dibattito. Il  neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha parlato anche di legge sul conflitto di interessiSe solo 28 giorni fa l’aveva definita “la luna”: ora Delrio la ritiene “necessaria”: “Va fatta perché il Paese lo merita”. Eppure, sentito da Il Corriere della Sera il 26 gennaio scorso Delrio aveva soffocato sul nascere gli entusiasmi suscitati dalla proposta di Enrico Letta che, a sua volta, il 23 gennaio dagli studi di ‘Otto e mezzo’ aveva detto, implicitamente rivolto a Renzi, che era ora di “affrontare le regole per il conflitto di interessi perché gli italiani le aspettano da tanto tempo”. Si trattava appunto di una contromossa all’allora sindaco di Firenze per portarlo a prendere posizione su quel tema la cui regolamentazione viene osteggiata da oltre 20 anni soprattutto a opera di Silvio Berlusconi, novello alleato di Renzi sul pacchetto riforme

Conflitto d’interessi? “La luna”. No, “legge necessaria” – Adesso Delrio sembra aver cambiato idea: “Quando dico che vogliamo far diventare l’Italia un Paese modello” significa anche che “abbiamo bisogno di una legge sul conflitto di interessi, una cosa che il Paese merita”. Eppure, quando Letta aveva proposto di intervenire in tal senso, l’ex sindaco di Reggio Emilia aveva ribattuto sottolineando come al Paese in realtà servissero due cose, “un quadro politico solido e la soluzione di problemi molto seri come la disoccupazione“. Insomma, se un mese fa non era il momento, ora invece il momento sembra arrivato. Sarà perché nel frattempo, il governo è passato dalle mani di Enrico Letta a quelle di Matteo Renzi. Un passaggio in realtà “gelido” tra i due che, durante lo scambio della campanella, non si sono nemmeno guardati in viso. Troppo fresca è la memoria della rottura del 13 febbraio scorso quando la direzione del Pd votò la sfiducia all’allora presidente del Consiglio seguendo in massa il nuovo conduttore, quel Matteo Renzi che, dalla vittoria delle primarie non aveva fatto altro che ripetere di non voler prendere il posto di Letta. Detto Fatto. Così se oggi qualcuno ipotizza che il premier deposto possa andarsene dal partito perché vittima di un complotto fratricida, Delrio fornisce una smentita che sembra una conferma: “Non abbiamo defenestrato nessuno, è stata semplicemente una lettura diversa di diversi contesti. Nessun complotto di potere e nessun giudizio personale contro Letta”.

Fraccaro (M5S): “Riproporremo il nostro testo e smantelleremo il governo Renzi” – Il conflitto di interessi rischia di essere argomento centrale del dibattito politico nei primi giorni di governo Renzi. Innanzitutto per la battaglia che il Movimento 5 stelle annuncia di voler condurre per bocca del deputato Riccardo Fraccaro, autore del testo proposto dal M5S in materia di conflitto di interessi: “Delrio parla di conflitto di interessi, ma fa parte di un esecutivo che è fondato sul berlusconismo a partire dall’accordo sul ForzaItalicum e dalle riforme incostituzionali, dalle logiche clientelari che ne governano le linea politica e soprattutto dalle mastodontiche incompatibilità dei ministri – spiega Fraccaro su Facebook – Il Paese ha bisogno di fatti, non delle chiacchiere con cui il Pd si riempie la bocca da 20 anni: porteremo in Aula le proposte già depositate dal M5S sul conflitto di interessi e smantelleremo pezzo per pezzo il governo Renzi. Altro che rottamazione, sarà un’impresa di demolizione“.

Federica Guida e Giuliano Poletti, due “incompatibili” – E sono proprio le “incompatibilità dei ministri” il secondo nodo che Renzi dovrà sciogliere in fretta. In particolare le incompatibilità che ruotano attorno ai due dicasteri dello Sviluppo economico e del Lavoro. Per quanto riguarda il primo, con tanto di delega alla Comunicazione, il ministro scelto è la modenese Federica Guidi, dal ’96 nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, nata dalla separazione nel 1926 dalla Ducati Meccanica, di cui oggi è vicepresidente. Suo padre è Guidalberto, per dieci anni storico vice in Confindustria. Oggi Ducati Energia, ha settecento dipendenti e un fatturato di 115 milioni di euro, realizzato per il 70 per cento all’estero, se però si escludono le commesse con le Poste, Ferrovie dello Stato, Enel, Terna e Rfi, la quota estera sale all’80 per cento. E sono proprio le commesse pubbliche a rappresentare il conflitto di interessi per la neo ministra. “Tutti gli atti che potranno avere un potenziale conflitto del ministro Guidi o del ministro Poletti verranno esaminati dal presidente del Consiglio personalmente”, ha assicurato Delrio.

“No alla patrimoniale, sì a tassa sui bot”. Poi Palazzo Chigi smentisce – Rispetto alle misure economiche che il governo Renzi dovrà intraprendere Delrio rifiuta l’idea della patrimoniale, un prelievo sulla ricchezza su cui Matteo Renzi non ha mai preso una posizione netta lasciando che a parlare per lui fosse il responsabile Economia della sua segreteria Filippo Taddei, favorevole alla reintroduzione dell’Imu. Delrio ha aperto alla possibilità di tassare alcune rendite finanziarie nonché i Bot: “Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro avrà problemi di salute. Vediamo”, ha detto Delrio su Raitre suscitando le ire dei parlamentari di Forza Italia. e priobabilmente anche di Renzi stesso visto il comunicato uscito da Palazzo Chigi.

“Gratteri consulente per la criminalità di Renzi” – Delrio interviene anche sul caso giustizia dopo il caos creato dalla sostituzione all’ultimo minuto del magistrato antimafia Nicola Gratteri con il politico Andrea Orlando al ministero della Giustizia. “Gratteri è una figura di speranza per la gente comune. Sa, e gliel’ho confermato anche stamattina , che se vorrà essere consulente per la criminalità del premier le porte di palazzo Chigi per lui sono sempre aperte”. Ipotesi su cui Gratteri non ha rilasciato alcun commento. “Assolutamente Berlusconi non c’entra nulla”, ha poi specificato il neo sottosegretario spiegando che le nomine dei ministri “non sono state concertate con nessuno, solo con il capo dello Stato”.

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