L’ex direttore dell’Asl 1 di Massa Carrara, Antonio Delvino, è stato assolto dall’accusa di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta sul crac dell’azienda sanitaria apuana. Il tribunale di Massa ha assolto con formula piena il manager per non aver commesso il fatto (il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione): nessuna alterazione dei bilanci dell’Asl per coprire il “buco” di circa 300 milioni di euro sviluppatosi tra il 2004 e il 2009. La posizione dell’ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti (già condannato a 5 anni e 6 mesi per peculato) e del precedente direttore generale Alessandro Scarafuggi sarà invece valutata dal gup nell’udienza del 20 marzo: entrambi erano stati arrestati nel maggio 2012 insieme a Delvino con l’accusa di falso in atto pubblico. Delvino, alla guida dell’Asl dal 2007, si era dimesso dall’incarico l’11 ottobre 2010, pochi giorni dopo lo scoppio dello scandalo: l’inchiesta giudiziaria sarebbe poi partita dieci giorni più tardi con l’esposto in Procura del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che all’epoca tra il 2004 e il 2009 era assessore alla Sanità. “Delvino è stato sottoposto per anni alla gogna mediatica – afferma l’avvocato Roberto Valettini – subendo un enorme danno morale e economico: ancora non è però stato deciso se chiederemo il risarcimento dei danni“.
Le dimissioni del manager sono state in passato al centro di un pesante braccio di ferro con la Regione. Secondo il giudice del lavoro il passo indietro di Delvino era stato indotto da pressioni esterne e perciò nell’ottobre 2011 ne fu disposto il reintegro. Il presidente Rossi non gradì affatto e lo stesso giorno licenziò il direttore generale: “Decadenza a fronte della mancata ottemperanza del dottor Delvino all’obbligo dell’equilibrio di bilancio” si giustificò. Nell’aprile 2012 il tribunale di Massa accolse comunque il reclamo della Regione contro l’ordinanza di primo grado del giudice del lavoro: “Le dimissioni di Delvino – precisarono da Palazzo Strozzi – non sono frutto di illegittime pressioni e il reintegro disposto nell’ottobre 2011 non è perciò ammissibile”. La partita sulla questione non appare però affatto chiusa, soprattutto sotto il profilo politico, visto che Forza Italia parla di “capro espiatorio”.
Qual è la posizione di Rossi – anch’egli indagato per falso ideologico – rispetto alla sentenza nei confronti di Delvino? “Le sentenze si rispettano, la Regione ha fatto quello che doveva con l’esposto alla Procura”. Il governatore continua però a puntare il dito contro l’ex direttore amministrativo Giannetti: “Sono sempre più convinto che il principale artefice di quanto accaduto sia stato l’ex direttore amministrativo dell’Asl. La sentenza, sia pure di primo grado, avalla questa mia convinzione”. Poi conclude: “A denunciare il buco sono stato io e continuo a sfidare la sanità nazionale a fare come la Toscana, certificando tutti i bilanci delle Asl”. Sulla “voragine” nel bilancio Asl si era concentrata anche una commissione parlamentare nel febbraio 2012.
Il pronunciamento del giudice Alessia Solombrino viene adesso preso al balzo dal centrodestra per attaccare Rossi, assessore regionale alla sanità dal 2000 al 2010. Il senatore Lucio Barani (craxiano ancora oggi) ne chiede senza mezzi termini le dimissioni. Giovanni Donzelli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, attacca: “La verità sta venendo fuori, Rossi è il responsabile politico di quel buco di bilancio”. Stesso ritornello da parte dei due consiglieri regionali di Forza Italia Stefano Mugnai e Jacopo Ferri: “Assolto con formula pieno il ‘capro espiatorio’ di Rossi: il governatore è nudo davanti alle proprie responsabilità politiche”. Maria Luisa Chincarini, capogruppo regionale di Centro Democratico, si chiede invece provocatoriamente “chi pagherà per il buco milionario di circa 400 milioni di euro”.