Qualcosa come 90 milioni divisi tra 130 consiglieri regionali. I politici del Trentino e dell’Alto Adige si spartiranno a giorni una torta da far gola ai peggiori ladroni. Soldi pubblici pronti a entrare nelle tasche di privati, premiati dalla sola anzianità e nessun criterio: chi ha collezionato maggiori presenze prende di più. Non importa se nel corso degli anni non ha presentato neanche un’interrogazione o, nella migliore delle ipotesi, è stato assente. Lo dice una legge che si sono costruiti in casa, in quanto province a statuto speciale.
E di rivelare cifre i consiglieri non ne volevano sapere. Hanno dovuto mollare pressati dalla stampa locale, l’Alto Adige su tutti, e dal Movimento 5 stelle che, ha scritto per mano di Paul Köllensperger una delle interrogazioni più dibattute degli ultimi anni.
Alla fine il presidente del consiglio regionale del Trentino Alto Adige (ente che in pratica neanche esiste, visto che è la fusione delle due Province che legiferano in maniera autonoma e spesso in contrasto tra loro) Diego Moltrer ha ceduto e così la lista dei rimborsi d’oro ora è di pubblico dominio. In realtà la lista dei consiglieri (in carica ed ex) era conosciuta da tempo, quello che però non si sapeva era quanto i rappresentanti delle province autonome di Trento e Bolzano si preparano a incassare. E i numeri sono da capogiro: solo per fare qualche esempio Giorgio Holzmann, parlamentare Pdl dopo una carriera sotto le Dolomiti, si sta per mettere in tasca quasi un milione di euro. Meno di Eva Klotz, leader del Süd-Tiroler Freiheit e pasionaria dell’indipendentismo altoatesino, che incasserà quasi un milione e 136 mila euro. L’elenco è lungo e le cifre possono lievitare fino al milione e mezzo di euro per i consiglieri di più lungo corso.
Un braccio di ferro durato giorni fra chi voleva rendere noti gli emolumenti e chi, trincerandosi dietro la tutela della privacy, preferiva tenere la notizia riservata: da una parte i principali giornali trentini e altoatesini e il Movimento 5 Stelle, dall’altra il resto della politica. Uno scontro che fuori dai palazzi si combatteva a suon di articoli, mentre i consiglieri grillini presentavano due interrogazioni per conoscere sia la lista dei beneficiari degli assegni di vitalizio, sia l’ammontare dei contributi. Ora che la lista è nota l’M5S canta vittoria. “Finalmente si fa luce su questa spesa assurda”, commenta Köllensperger. “Si sono disegnati una legge su misura per scappare con il malloppo in tasca. Noi siamo pronti ad andare fino in fondo: ci rivolgeremo alla Corte dei conti e valuteremo se la legge è costituzionale”.
La norma, approvata durante la scorsa legislatura, aveva paradossalmente lo scopo di tenere sotto controllo la spesa pubblica destinata ai vitalizi. La Regione ai tempi guidata da Rosa Thaler consentiva ai suoi consiglieri di scegliere di percepire un assegno mensile di 2800 euro al quale vanno sommati una buonuscita in parte in contanti e in parte in quote di un fondo familiare.
La battaglia dei grillini però è tutt’altro che vinta. “Siamo solo a metà dell’opera – argomenta Köllensperger – perché ora che sappiamo chi ha percepito un fiume di denaro, chiederemo ai colleghi di fare un bel gesto”. Quale? “Quello di fare come noi, che prendiamo 2500 euro al mese e il resto lo versiamo in un conto che servirà a scopi sociali come la creazione di un fondo a sostegno del microcredito per le realtà del territorio”.
Di Lorenzo Galeazzi e Emiliano Liuzzi
da Il Fatto Quotidiano del 26 febbraio 2014