“La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buona fede e per questo ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da 10 giorni”. Così il senatore Antonio Gentile – appena nominato sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti – parte al contrattacco: “Sono trasparente e con me lo è la mia famiglia”. Nelle ultime ore si sono ripetuti gli appelli da parte del Partito democratico per chiedere a Matteo Renzi di ritirargli la delega (leggi). E anche i direttori dei quotidiani sembrano tutti d’accordo sull’inopportunità di questa nomina (leggi). Gentile attacca editore e direttore de L’Ora della Calabria, per arrivare a una conclusione in cui tira in ballo i grandi giornali nazionali: “Sono questi i miei detrattori. Gli stessi che rappresenterebbero la libertà di stampa addirittura per il Corriere, per Repubblica, per il sole 24 ore, per il Giornale, per un quotidiano (La Stampa, ndr) diretto dal figlio di un eroe, ucciso barbaramente da chi, sulle colonne di Repubblica, si erge ad intellettuale nonostante sia stato condannato a 22 anni di carcere”.

Nella sua difesa, Gentile cita il caso delle pressioni esercitate sui vertici dell’Ora della Calabria per bloccare la pubblicazione di un articolo sul figlio indagato: “Mio figlio, che è un brillante penalista, è stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l’uscita di un quotidiano che non leggo e che è espressione della corruttela più truce. Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza “, afferma il sottosegretario dell’Ncd. A dimostrazione di ciò ,”querelando, ho sottolineato la mia totale estraneità alla vicenda della mancata uscita della velina su mio figlio che, peraltro, era già stata ampiamente pubblicata lo stesso giorno dall’Ora di Calabria che poi oscurò (!) incredibilmente la pagina come io ho riportato nella querela medesima”. Gentile spiega che la notizia era stata pubblicata anche da altri organi di stampa calabresi. Da quelle telefonate tra editore e stampatore non emerge nemmeno un lontano indizio di mie responsabilità per la non pubblicazione di un giornale che da anni, ripeto, senza pagare fornitori e giornalisti, cambiando nome sociale a piacimento e fraudolentemente, mi aggredisce”. Infine Gentile annuncia che “parte del ricavato del risarcimento danni che otterrò dalle querele lo devolverò alla vedova di Alessandro Bozzo, un giornalista libero, ucciso dai suoi estorsori nel silenzio di tutti”.

Il direttore dell’Ora della Calabria, Luciano Regolo, commenta così la nota del sottosegretario: “Se lo scopo della dichiarazione di Tonino Gentile è quella di intimorire o ridurre al silenzio me e tutta la redazione dell’Ora, sappia il senatore, che è destinato a fallire. Ho letto con molta attenzione quanto sostiene, ma piuttosto che fornire una spiegazione del fosco accaduto che ho denunciato preferisce sparare fango sul padre dell’editore dell’Ora della Calabria per confondere le acque”. 

E da Nuovo Centrodestra, partito di Antonio Gentile, arriva il soccorso, con un contrattacco che suona intimidatorio nei confronti della testata protagonista della polemica: “Fare luce quanto prima sui trattamenti economico-previdenziali e contrattuali che l’editore del quotidiano L’Ora di Calabria, salito agli onori delle cronache in questi giorni, riserva ai suoi giornalisti, credo sia un dovere della politica, ma anche del mondo dell’informazione”. A dichiararlo è Barbara Saltamartini. “Dopo la presa di posizione da parte dei direttori delle più importanti testate italiane contro il sottosegretario Gentile e il governo, mi auguro che il gotha dell’informazione abbia la stessa celerità e determinazione nel voler chiedere altrettanta chiarezza sulla situazione in cui sembrano costretti a lavorare alcuni loro colleghi”.  

Di tutt’altro tenore il commento del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Se questo è il nuovo che avanza,allora è un disastro. La Lega Nord è pronta a sfiduciare tutti gli indagati che Renzi ha messo al governo”. 

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