“Sulle primarie sono senza parole”. Si vergogna il deputato renziano Matteo Richetti di fronte allo spettacolo offerto dai suoi colleghi. A Modena, le consultazioni del Partito democratico per scegliere candidato sindaco spaccano a metà il gruppo, con una guerra interna che rischia di diventare un boomerang per lo stesso partito. “Sono senza parole per ciò che sta accadendo. Per il livello di irresponsabilità. Di tutti. Non mi capacito di come il primo partito della città (che è anche il mio) possa dar vita a tutto questo. Le primarie – ha aggiunto – sono finite. Muzzarelli è il candidato del Pd. A lui un grande in bocca al lupo e una raccomandazione: l’arroganza è sempre l’anticamera della sconfitta”. Ma il caos dentro il partito è appena cominciato. La seconda classificata Francesca Maletti ha presentato un esposto per denunciare l’irregolarità del voto degli stranieri nei seggi. La risposta è arrivata dopo poche ore, con un controesposto firmato dal Comitato Promotore della candidatura Muzzarelli (attualmente assessore regionale e numero due del governatore Errani). Qualcuno avrebbe pagato i due euro necessari per votare agli stranieri e qualcuno sempre avrebbe rimborsato il pranzo a filippini ed extracomunitari. Accuse che a quasi una settimana di distanza continuano e che hanno portato Stefano Bonaccini, attualmente membro della segreteria Pd, a chiedere pubblicamente che “sia rivisto il voto degli extracomunitari alle primarie”. “Bisognerà che ripensiamo al ruolo degli stranieri”, ha detto pubblicamente, “e ammettiamo alle primarie solo quelli che hanno diritto di voto alle elezioni vere. Noi ora facciamo partecipare anche gli extracomunitari, che alle amministrative non possono votare, come segnale della nostra volontà di ampliare il coinvolgimento. Ma questo provoca ogni volta contestazioni che rischiano di gettare discredito sul Pd e anche sui tantissimi immigrati che vanno ai gazebo senza secondi fini. Una brutta figura a Modena, che rischia di trascinarsi dietro nuove polemiche in vista del voto alle amminstrative.
La guerra si combatte a suon di esposti. L’accusa, firmata dalla sconfitta Maletti, di aver comprato i voti di una larga fetta di elettori stranieri nel seggio 2, con il consigliere comunale Maurizio Dori a risarcire i votanti con due euro e a portarli avanti e indietro in auto, viene rigettata al mittente con le stesse parole al veleno: “Nel seggio numero 2”, spiegano nel documento inviato alla Commissione Garante del Pd modenese con tanto di citazione tratta dal verbale del seggio, “Il Presidente ha messo a verbale che una scrutatrice, la sig.ra Concetta Ognibene, affermava di avere ricevuto la notizia da una elettrice straniera che avrebbe avuto il rimborso della somma di due euro da parte della candidata, e che l’elettrice si riferiva alla candidata Maletti”. E ancora: “Si evidenzia inoltre che sul tavolo accanto al seggio erano esposti foglietti con l’indicazione ‘vota Francesca Maletti’ in posizioni ben visibili, rivolti agli elettori extracomunitari, in palese difformità dalle norme sulla propaganda in prossimità dei seggi elettorali”.
La mole di tracce sulle irregolarità portate dallo staff Maletti vengono rigettate nella sua totalità con la smentita dello stesso Dori e con nuove accuse che chiamano in causa due fedelissimi della Maletti, il vicesindaco Boschini e l’ex senatrice Mariangela Bastico: “La nostra rappresentante di seggio Antonietta Bernardo può testimoniare che non solo il vicesindaco Boschini usciva dal seggio per accogliere elettori extracomunitari, ma anche la senatrice Mariangela Bastico, rappresentante della Maletti nel Comitato Organizzatore, si è recata più volte al seggio 2 senza evidenziare alcunché di irregolare e intrattenendosi con elettori extracomunitari. Come pure per la facilitazione del trasporto: alla mattina verso le ore 8,30 un’auto blu recante il cartello della candidata Maletti ha scaricato un gruppo di elettori extracomunitari, e lo stesso si è ripetuto nell’arco della giornata”.
Durante la giornata Muzzarelli aveva provato a scaricare il consigliere Dori: “E’ uno dei tanti che ha lavorato con i miei supporter in questa campagna elettorale, niente di più. Se un cittadino va per conto suo, prende gente e fa robe… bisognerebbe chiederlo a Dori, non a me, anche perché lui in passato ha lavorato con Richetti”. Parole a cui ha risposto il deputato renziano poche ore dopo: “Leggo con colpevole ritardo un’epica intervista nella quale Muzzarelli, nell’imbarazzante tentativo di scrollarsi di dosso il povero Dori, afferma “io non so nulla, anche perché lui in passato ha lavorato per Richetti” – ha risposto su Facebook il deputato modenese che ha sostenuto la Maletti – “Asciugate le lacrime prodotte tanto dal pianto quanto dalle risate, mi chiedo: perché il mitico Muzza sottolinea questa cosa? Vuole a tutti i costi avermi con se in questa triste vicenda? E ci sono! Ma con il dovere di chiarire. Maurizio Dori, buon per lui, un lavoro ce l’ha – ha continuato Richetti – e non lavora per me. Forse Muzzarelli voleva dire che Dori era tra i miei tanti sostenitori nella campagna per le regionali del 2010. E io, a differenza del mitico, i miei sostenitori li ringrazio dal primo all’ultimo, Dori compreso. Non faccio finta di non conoscerli. Anche perché, caro il mio mitico, il punto è un altro. Troppo comodo scaricare su Dori”.
Nelle ore più concitate che Modena ha vissuto da quando si è aperta la contesa delle primarie vanno registrate le parole del procuratore capo di Modena,Vito Zincani, che ha spiegato di non aver ricevuto nessuna informazione per intervenire: “Per ora sono notizie di stampa. Il giorno in cui facessero pervenire un esposto, il nostro ufficio lo esaminerà”.