“Non abbiamo rassicurazioni da dare” ai partner europei sullo stato dei conti e basta con il “costante refrain italiano per cui si dipinge l’Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L’Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola e lo farà non perché lo dice l’Europa ma per il futuro dei nostri figli”. Matteo Renzi interviene così sulle frizioni in corso tra Roma e Bruxelles, proprio mentre l’esecutivo è al lavoro sulle prime azioni di rilancio che dovrebbero vedere luce la prossima settimana. Al centro delle contestazioni lo stato dei conti pubblici italiani dopo i severi giudizi arrivati dalla Ue, secondo cui l’Italia ha “squilibri macroeconomici eccessivi” e per questo motivo deve essere monitorata.
La giornata di giovedì è iniziata con un’intervista a Il Sole 24 Ore nella quale il titolare di via XX Settembre Pier Carlo Padoan chiarisce che l’obiettivo ora è “concentrare tutto l’intervento in una direzione, tutto sulle imprese, oppure tutto sui lavoratori”. Quanto alle coperture dalla spending review queste possono arrivare a “5 miliardi su base annua”, poi ci saranno misure transitorie come il “rientro dei capitali”. Il ministro parla inoltre di un possibile utilizzo dei fondi europei per finanziare il programma annunciato da Renzi. Poi i conti: “Sul deficit non dobbiamo tornare oltre il 3 per cento”. Il debito, aggiunge, va abbattuto e “non perché ce lo chiede l’Europa ma per noi”. Urge quindi “rafforzare il programma di privatizzazioni”.
Più tardi, dai microfoni del Gr1, il ministro traccia la strada che l’esecutivo guidato da Renzi deve seguire per uscire dall’impasse. “Il governo ha una strategia ambiziosa di crescita, riforme e risanamento della finanza pubblica in un arco di tempo di medio termine, ci accingiamo a vararla e poi a implementarla”. Sull’accento posto anche su Francia e Germania dal Rapporto Ue, Padoan dichiara: “Il mal comune non è mezzo gaudio, dobbiamo tutti avviare politiche che rilancino crescita e occupazione” in modo che in vista del semestre di presidenza Ue “possiamo auspicabilmente rilanciare la crescita in tutto il continente, non solo da noi”.
Sul rapporto con Bruxelles è intervenuto anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Chiederò a Renzi e al suo ministro dell’Economia e delle Finanze, Padoan, di venire in Parlamento a dirci come stanno veramente i conti dell’Italia”, attacca a Radio Uno. “Perché se è vero che Renzi avrebbe detto che i conti di Letta non erano quelli che Letta andava raccontando, Letta e Saccomanni, se è vero che Renzi ha detto questo, ce lo venga a dire in Parlamento in modo formale, e non nelle sedi di partito. Ripeto, perché il dottor Matteo Renzi è il presidente del Consiglio di tutti gli italiani”.