“Oggi i miei rapporti con Renzi sono inesistenti. Io ho dato un contributo credo significativo su alcuni punti, soprattutto sul doppio turno che è un mio pallino. Altre cose non mi sono piaciute e l’ho detto: io faccio il mio mestiere e Renzi fa il suo”. Roberto D’Alimonte, parlando con i giornalisti a Firenze a margine di una conferenza con gli studenti della Luiss, rende ancora più netta la sua presa di distanza dalla riforma ora in discussione alla Camera. Il politologo è considerato il padre dell’Italicum, anche se lui prefereisce definirsi lo “zio”.

“Io mi rendo conto che la legge elettorale, come tutte le riforme è frutto di compromessi”, ha spiegato. “So benissimo che Berlusconi l’idea di una soglia unica, che era anche il mio pallino, non poteva accettarla. Questo sistema di soglie complicate, con lo sconto, speciali -vedremo se passerà la soglia speciale per la Lega- va incontro a una richiesta di Berlusconi. Dal mio punto di vista ritengo che questo sistema di soglie sia troppo complicato e probabilmente anche viziato da incostituzionalità alla luce della sentenza della Consulta; ma sono compromessi che vanno accettati”. 

Il politologo ha scherzato: “Sono lo zio dell’Italicum, questa è la definizione che ho inventato io. Ci sono i padri, Renzi e Berlusconi, ci sono gli zii, cioè io, Verdini e la Boschi, e poi ci sono i cugini e i nipoti, ma questi non li citiamo”. L’Italicum, però, “anche dimezzato è meglio della riforma della Consulta, ma potrebbe anche essere un espediente per costringere a fare la riforma del Senato, che è la grande riforma da fare ora”.

Già qualche giorno fa D’Alimonte aveva sconfessato l’attuale testo in un’intervista al Corriere della Sera. “Il testo è da rivedere, ci sono errori” aveva detto, indicando come punti da modificare la soglia del premio di maggioranza che dovrebbe essere innalzata al 40% e la soglia di sbarramento per l’accesso in Parlamento: “Un’unica soglia uguale per tutti e fissata al 4% semplificherebbe il sistema e lo renderebbe più presentabile”. Attualmente, invece, ci sono varie soglie di sbarramento per chi si coalizza, per chi non si coalizza, per i partiti regionali (con la norma “Salva Lega”).

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