Beatrice Borromeo continua la sua inchiesta. La giornalista viaggia tra fanciulle assatanate e ragazzini in preda al panico. Leggendo la sua seconda puntata d’intervista (e non di inchiesta, come vedremo tra poco) mi chiedevo se a Milano esista il Sex-Bronx. Se poi fa queste inchieste nel bel mezzo della Milano bene, dove ci sono case e stanze e alcool, forse, a profusione, sarebbe bene dircelo, perché a occhio mi pare che quella che descrive non sia poi una situazione generalizzabile. A ogni modo una domanda resta sospesa: come si può ricavare da un paio di testimonianze un’inchiesta che parla di sessualità adolescenziale? E questo è un punto che varrebbe la pena approfondire, perché se da due racconti anonimi traiamo una versione della storia che parla della sessualità di tutti gli adolescenti, io temo che il paragone con certi programmi tv trash che fanno sensazionalismo, sia obbligato.
L’ultima volta c’era una baby sverginata (e una sua amica che ne raccontava le vicissitudini sessuali) sulla quale è stato utile rifinire un po’ di pruderie, ora abbiamo nientemeno che un quindicenne, che sembra quasi un prete (viene definito come “liceale non tipico” quindi ci si chiede perché lo si intervisti e chi rappresenti), sconvolto per via delle attitudini della sua ex e, ovviamente, propenso a definirla come l’ultimissima delle gran zoccole.
La morale che se ne ricava è quella di un fanciullo che dice cose molto originali, del tipo:
– Se sei uno amorevole e sentimentale non te la danno. E allora prendi una donna, trattala male, eccetera, e qui Marco Ferradini gli fa un baffo.
– Sono ragazze perdute che fanno sesso senza sentimento. Prossima volta, care adolescenti, armatevi di cuoricini in figa perché altrimenti vi si proibisce il sesso.
– Val bene proiettare le proprie insicurezze sulla fanciulla di fronte alla quale non bisogna far cilecca, pena lo sfottò.
– La danno via per niente, e invece guarda me che sono l’essere più poetico della terra e non acchiappo un tubo.
– La danno ai più grandi e a noi piccoli non ci considerano.
Nel frattempo, come se non bastasse la proporzione di zoccolitudine indicata nel precedente articolo, alle ragazze si dedicano un tot di aggettivi e concetti chiave che le caratterizzerebbero: aggressive; traditrici; prive di autocontrollo; eccessive; fonti d’ansia perché maligne osservatrici; e poi, dulcis in fundo, perdinci, nemmeno amano i fiori, visto che per la festa della donna, la mimosa non la vogliono.
Il quindicenne somiglia a Johnny Depp e dunque può permettersi il lusso di vedersi recensite questo po’ po’ di sciocchezze che fanno certo parte del suo vissuto, forse, ma contengono in sé una serie di giudizi morali che neanche mia nonna, se fosse viva, oserebbe tanto.
Le “corna” sono accessorio d’appartenenza patriarcale che è grave se viene ancora citato a Milano da uno che, avrà pure la faccia di Johnny Depp ma, sta raccontando le stesse cose che direbbe anche l’attore Amedeo Nazzari. Quell’inquietante “loro ci osservano”, come se le ragazze fossero dotate di telecamere nascoste per verificare lunghezze di peni e capacità machiste, è un po’ da terrore della Grande Sorella. Il fatto che una ragazzina debba anche assolvere al ruolo di cura nei confronti di un quindicenne che teme di fare magra figura mi sembra veramente troppo. D’altronde lui si aspetta una che accetti le mimose e dice perciò di guardare con più simpatia le insegnanti e tutto torna. La ricerca della Grande Madre incombe.
Il dramma è che queste vicissitudini, che beninteso trovo anche parecchio comprensibili, si raccontano con gli occhi di una donna adulta che su di esse cala come un macigno uno sguardo moralista e lascia evidentemente emergere aspetti che rimanderebbero a un degrado, una perdita di valori morali, nettamente riferiti al femminile. Sono ‘mbriache, indemoniate, zoccolissime, e ora abbiamo scoperto perfino che fanno le orge. A dirle che anche le ragazze hanno diritto al cunnilingus temo accadrebbe il finimondo.
Sono ragazze perdute, non c’è che dire, e accanto avrebbero una generazione di ragazzini che restano vergini fino al Grande Amore. Quello che mi viene in mente è che capisco le ragazze che stanno con i più grandi perché l’adolescenza è anche un po’ questo: è sperimentare, e per quanto ne so, solitamente, senza voler tirare fuori altri stereotipi, le ragazze non stanno lì a terrorizzare, con tette e vagine al vento, bimbetti cui è caduto in letargo il pene la prima volta che si sono masturbati senza sentimento.
C’è una varietà infinita di soggetti cui dare la parola, ma dare loro la parola significa non ripassare le loro narrazioni, ingenue, forse perfino esagerate o anche no, non lo so, condite di visioni adulte che lasciano intravedere un minimo di pregiudizi. Il mondo degli adolescenti, io lo so, è fatto di ingenuità, disagi, di mille complessi e problemi e c’è sicuramente il ragazzino che ha il terrore di affrontare il sesso temendo di fallire, dove il fallire, però, è dato anche da una cultura secolare che narra di lunghezze e grandezze peni, di attitudini machiste e di una buona dose di grandi balle che i ragazzi si raccontano l’un l’altro.
Quando un ragazzo si racconta all’altro spesso si ricava infatti l’idea che sia stato protagonista di scene che manco Rocco Siffredi. Capita che c’è una che gli ha mollato un bacio, ma quello che l’ha ricevuto racconta a scuola che lei è una gran zoccola e che gli ha fatto cose che neanche sa pronunciare. Ovvero, è anche possibile, e non mi scandalizza, il fatto che esistano ragazze spregiudicate, forse insensibili, anche un po’ bulle, che in ogni caso a buon diritto cercano, indagano, il piacere, l’erotismo, cose sporche che a chi parla di amore sentimentale suonano paurose e incomprensibili. Ma è evidente che quel che esce fuori da queste inchieste è un mondo diviso con l’accetta. Di là ci stanno i bimbi preti e qua gli orgiastici indiavolati. Di là ci stanno le gran zoccole e di qua le santissime fanciulle.
Ricordando bambini di otto anni che dalle mie parti non risparmiano di toccarti il culo, ancora, tuttavia, penso sfugga la complessità. Non smetterò perciò mai di dirlo: serve educazione a una sessualità consapevole e consensuale e poi serve che si racconti a ragazzi e ragazze che il sesso è bello quando piace e che la contraccezione li preserva da malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate.
Vi posso dire, infine, quello che mi viene in mente? E’ meglio di una fiction. Voglio sapere come va a finire. E dunque: il Johnny Depp quindicenne, tanto per dire, se la sua ex torna la smette di raccontare balle per sputtanarla con il mondo o poi si scopre che a lui piacciono le orge e lo troviamo in una dark room, guarnita di mimose, che indaga sull’amor sentimentale con l’insegnante trasgressiva più materna e bona?
Eretica
Precari(A)
Donne di Fatto - 10 Marzo 2014
Sesso&minori, è sempre (e tutta) colpa delle ragazze
Beatrice Borromeo continua la sua inchiesta. La giornalista viaggia tra fanciulle assatanate e ragazzini in preda al panico. Leggendo la sua seconda puntata d’intervista (e non di inchiesta, come vedremo tra poco) mi chiedevo se a Milano esista il Sex-Bronx. Se poi fa queste inchieste nel bel mezzo della Milano bene, dove ci sono case e stanze e alcool, forse, a profusione, sarebbe bene dircelo, perché a occhio mi pare che quella che descrive non sia poi una situazione generalizzabile. A ogni modo una domanda resta sospesa: come si può ricavare da un paio di testimonianze un’inchiesta che parla di sessualità adolescenziale? E questo è un punto che varrebbe la pena approfondire, perché se da due racconti anonimi traiamo una versione della storia che parla della sessualità di tutti gli adolescenti, io temo che il paragone con certi programmi tv trash che fanno sensazionalismo, sia obbligato.
L’ultima volta c’era una baby sverginata (e una sua amica che ne raccontava le vicissitudini sessuali) sulla quale è stato utile rifinire un po’ di pruderie, ora abbiamo nientemeno che un quindicenne, che sembra quasi un prete (viene definito come “liceale non tipico” quindi ci si chiede perché lo si intervisti e chi rappresenti), sconvolto per via delle attitudini della sua ex e, ovviamente, propenso a definirla come l’ultimissima delle gran zoccole.
La morale che se ne ricava è quella di un fanciullo che dice cose molto originali, del tipo:
– Se sei uno amorevole e sentimentale non te la danno. E allora prendi una donna, trattala male, eccetera, e qui Marco Ferradini gli fa un baffo.
– Sono ragazze perdute che fanno sesso senza sentimento. Prossima volta, care adolescenti, armatevi di cuoricini in figa perché altrimenti vi si proibisce il sesso.
– Val bene proiettare le proprie insicurezze sulla fanciulla di fronte alla quale non bisogna far cilecca, pena lo sfottò.
– La danno via per niente, e invece guarda me che sono l’essere più poetico della terra e non acchiappo un tubo.
– La danno ai più grandi e a noi piccoli non ci considerano.
Nel frattempo, come se non bastasse la proporzione di zoccolitudine indicata nel precedente articolo, alle ragazze si dedicano un tot di aggettivi e concetti chiave che le caratterizzerebbero: aggressive; traditrici; prive di autocontrollo; eccessive; fonti d’ansia perché maligne osservatrici; e poi, dulcis in fundo, perdinci, nemmeno amano i fiori, visto che per la festa della donna, la mimosa non la vogliono.
Il quindicenne somiglia a Johnny Depp e dunque può permettersi il lusso di vedersi recensite questo po’ po’ di sciocchezze che fanno certo parte del suo vissuto, forse, ma contengono in sé una serie di giudizi morali che neanche mia nonna, se fosse viva, oserebbe tanto.
Le “corna” sono accessorio d’appartenenza patriarcale che è grave se viene ancora citato a Milano da uno che, avrà pure la faccia di Johnny Depp ma, sta raccontando le stesse cose che direbbe anche l’attore Amedeo Nazzari. Quell’inquietante “loro ci osservano”, come se le ragazze fossero dotate di telecamere nascoste per verificare lunghezze di peni e capacità machiste, è un po’ da terrore della Grande Sorella. Il fatto che una ragazzina debba anche assolvere al ruolo di cura nei confronti di un quindicenne che teme di fare magra figura mi sembra veramente troppo. D’altronde lui si aspetta una che accetti le mimose e dice perciò di guardare con più simpatia le insegnanti e tutto torna. La ricerca della Grande Madre incombe.
Il dramma è che queste vicissitudini, che beninteso trovo anche parecchio comprensibili, si raccontano con gli occhi di una donna adulta che su di esse cala come un macigno uno sguardo moralista e lascia evidentemente emergere aspetti che rimanderebbero a un degrado, una perdita di valori morali, nettamente riferiti al femminile. Sono ‘mbriache, indemoniate, zoccolissime, e ora abbiamo scoperto perfino che fanno le orge. A dirle che anche le ragazze hanno diritto al cunnilingus temo accadrebbe il finimondo.
Sono ragazze perdute, non c’è che dire, e accanto avrebbero una generazione di ragazzini che restano vergini fino al Grande Amore. Quello che mi viene in mente è che capisco le ragazze che stanno con i più grandi perché l’adolescenza è anche un po’ questo: è sperimentare, e per quanto ne so, solitamente, senza voler tirare fuori altri stereotipi, le ragazze non stanno lì a terrorizzare, con tette e vagine al vento, bimbetti cui è caduto in letargo il pene la prima volta che si sono masturbati senza sentimento.
C’è una varietà infinita di soggetti cui dare la parola, ma dare loro la parola significa non ripassare le loro narrazioni, ingenue, forse perfino esagerate o anche no, non lo so, condite di visioni adulte che lasciano intravedere un minimo di pregiudizi. Il mondo degli adolescenti, io lo so, è fatto di ingenuità, disagi, di mille complessi e problemi e c’è sicuramente il ragazzino che ha il terrore di affrontare il sesso temendo di fallire, dove il fallire, però, è dato anche da una cultura secolare che narra di lunghezze e grandezze peni, di attitudini machiste e di una buona dose di grandi balle che i ragazzi si raccontano l’un l’altro.
Quando un ragazzo si racconta all’altro spesso si ricava infatti l’idea che sia stato protagonista di scene che manco Rocco Siffredi. Capita che c’è una che gli ha mollato un bacio, ma quello che l’ha ricevuto racconta a scuola che lei è una gran zoccola e che gli ha fatto cose che neanche sa pronunciare. Ovvero, è anche possibile, e non mi scandalizza, il fatto che esistano ragazze spregiudicate, forse insensibili, anche un po’ bulle, che in ogni caso a buon diritto cercano, indagano, il piacere, l’erotismo, cose sporche che a chi parla di amore sentimentale suonano paurose e incomprensibili. Ma è evidente che quel che esce fuori da queste inchieste è un mondo diviso con l’accetta. Di là ci stanno i bimbi preti e qua gli orgiastici indiavolati. Di là ci stanno le gran zoccole e di qua le santissime fanciulle.
Ricordando bambini di otto anni che dalle mie parti non risparmiano di toccarti il culo, ancora, tuttavia, penso sfugga la complessità. Non smetterò perciò mai di dirlo: serve educazione a una sessualità consapevole e consensuale e poi serve che si racconti a ragazzi e ragazze che il sesso è bello quando piace e che la contraccezione li preserva da malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate.
Vi posso dire, infine, quello che mi viene in mente? E’ meglio di una fiction. Voglio sapere come va a finire. E dunque: il Johnny Depp quindicenne, tanto per dire, se la sua ex torna la smette di raccontare balle per sputtanarla con il mondo o poi si scopre che a lui piacciono le orge e lo troviamo in una dark room, guarnita di mimose, che indaga sull’amor sentimentale con l’insegnante trasgressiva più materna e bona?
Articolo Precedente
Femminicidio, i numeri gonfiati e la retorica di Stato
Articolo Successivo
Maternità, non rinunciamo alla nostra opportunità più preziosa
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, i medici del Gemelli: “Non è fuori pericolo, il vero rischio è la sepsi. Resterà ricoverato almeno tutta la settimana prossima”
Mondo
Ucraina, Usa: “Zelensky firmerà l’intesa sui minerali”. Media: “Putin vuole annunciare vittoria il 24 febbraio”. Ma l’Ue punta a dare altre armi per 6 miliardi a Kiev
Mondo
Braccio teso di Bannon alla convention dei conservatori. Bardella annulla l’intervento. Schlein: “Meloni vassalla di Trump”
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Stiamo assistendo a dei profondi cambiamenti. Non so se la geopolitica salverà il mondo, credo che la diplomazia lo possa fare, con tutte le dovute cautele. Il lavoro delle diplomazie di tutto il mondo" è "sempre stato fondamentale per evitare guerre o farle finire e questo è un momento in cui, nel quadrante dove lavoro io, cioè nel Golfo ma anche nel resto del Medio Oriente, stiamo assistendo, dopo oltre un anno, a qualche buona notizia. Cessate il fuoco a Gaza, cessate il fuoco in Libano. Ci sono stati dialoghi interregionali che sicuramente fanno sperare in una nuova fase. Tutto è ancora molto fragile e quindi dovremmo lavorarci con enorme forza". Lo ha detto Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell’Ue per la regione del Golfo, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
"Sicuramente questo è un momento in cui a livello internazionale è meglio non lavorare da soli - aggiunge Di Maio - Più si può stare insieme e si può lavorare insieme ai nostri alleati, ai nostri partner, meglio è. L'illusione che si possa fare, si possa affrontare le dinamiche geopolitiche da soli è qualcosa che appartiene a un passato, neanche di grande successo, e questo è pienamente in linea anche con lo spirito con cui il governo italiano sta affrontando questo momento. Molti si meravigliano che l'incontro tra Trump e Putin possa avvenire in Arabia Saudita, ma l’Arabia Saudita ha costruito una politica estera, soprattutto nei momenti di grande polarizzazione del mondo. Dopo il Covid sui vaccini o dopo l'aggressione russa all'Ucraina, è chiaro ed evidente che questi Paesi" del Golfo “hanno investito in una politica multipolare, come la chiamano, e oggi riescono a dialogare con tutti, anche con gli europei, da una posizione molto credibile, evidentemente".
Tale situazione "non riguarda soltanto i sauditi - conclude Di Maio - Gli emiratini nell'ultimo anno hanno negoziato il rilascio di prigionieri sia russi che ucraini, per oltre 2000 persone, i catarini hanno fatto rientrare i bambini ucraini in Ucraina dalla Russia, grazie ad una mediazione tra Russia e Ucraina e così via. Assistiamo a un Golfo, il paese e la regione in cui lavoro, che diventa sempre più un hub per mediazioni diplomatiche e facilitazioni diplomatiche. La buona notizia è che noi", come italiani "abbiamo ottimi rapporti con loro e siamo partner strategici di questi paesi. Lo dico senza nessun interesse, e come una persona che sicuramente ha avuto anche diverse discussioni, con gli attuali leader politici: credo che siamo in un momento europeo in cui l'Italia si sta dimostrando uno dei paesi più stabili politicamente e questa non è una cosa da poco. Dobbiamo cercare di ricostruire sempre più una politica che tenga al centro l'interesse europeo, abbiamo bisogno adesso di mettere al centro l'interesse europeo".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Nella riforma della giustizia "il problema è nella narrazione. Conosco centinaia di colleghi assolutamente onesti, desiderosi di esprimersi in collettività. Definire i gruppi come delle correnti, gruppi di potere per alterare il meccanismo della giustizia, non corrisponde alla realtà globale che conosco”. Così Cesare Parodi, presidente Associazione nazionale magistrati, partecipando focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze, sottolinea che “gli interlocutori per Anm sono tutti, quindi anche con il governo: anche in un momento difficile come questo, se qualcuno è disposto ad ascoltarci, la porta è aperta. È un principio irrinunciabile, ma serve una volontà. La speranza è che ci possa essere un dialogo assolutamente franco, leale e costruttivo da entrambe le parti".
Sulla geopolitica "l’unica cosa sensata che posso dire - aggiunge Parodi - è una profonda e profondissima preoccupazione a livello internazionale con prospettive molto pericolose e negative, non solo a livello bellico, ma anche per le ricadute economiche che possono verificarsi. Da cittadino, prima che da magistrato, chiederei una maggiore capacità di sedersi intorno al tavolo. Sono morti troppi ragazzi russi e ucraini. Il sentimento di preoccupazione penso possa essere condiviso".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Il Senato della Repubblica ha deciso di ricordare il terzo anniversario dell'invasione dell'Ucraina. Lunedì 24 febbraio la facciata di Palazzo Madama sarà illuminata con i colori della bandiera ucraina dalle ore 18 fino alle 7 del giorno successivo.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Nessun ordine di cancellare il video, ma una 'diffida' a divulgarlo. E' questa la spiegazione fornita da carabinieri, indagati per depistaggio e favoreggiamento, sentiti in procura a Milano nell'inchiesta sull'incidente accaduto la sera del 24 novembre nel quartiere Corvetto dove ha perso la vita Ramy Elgaml, 19 anni di origine egiziana. I due militari sono arrivati con una terza gazzella quando il T Max era già a terra e un collega stava praticando il massaggio cardiaco al diciannovenne. I militari, che hanno identificato il giovane che stava filmando, gli avrebbero chiesto di non mostrare le immagini perché dal contenuto fortemente sensibile.