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“Tornate a casa marocchini di m.”. La squadra di stranieri lascia il campionato

Il club Casablanca partecipava al campionato amatoriale della Uisp ed era composto da undici giocatori di origini marocchine. Sabato scorso la decisione di abbandonare la competizione: "E' stato solo l'ultimo di una lunga serie di insulti a sfondo razziale. Adesso basta, non giochiamo più"
“Tornate a casa marocchini di m.”. La squadra di stranieri lascia il campionato
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L’accoglienza era sempre la stessa ogni volta che scendevano in campo per giocare la partita: “Tornate a casa marocchini di m…”. Così il club Casablanca, squadra iscritta al campionato amatoriale della Uisp di Forlì – Cesena, undici giocatori di origini marocchine, alla fine ha scelto di abbandonare la competizione. E di ritirarsi definitivamente dal torneo dell’Unione italiana sport per tutti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’esasperazione, come racconta il capitano del Casablanca, il quarantunenne Rachid Hansal, ex giocatore di serie A in Marocco con qualche presenza nella nazionale del paese d’origine, sono gli insulti razzisti con i quali la squadra veniva apostrofata dagli avversari durante ogni partita, giocata nel fine settimana. L’ultimo episodio, spiega Hansal, risale a sabato scorso quando, durante il match disputato contro il Club Juventinità di Forlimpopoli, vinto dal Casablanca per 3 goal a zero, il copione si è ripetuto, e assieme ai suoi compagni il capitano si è sentito dire: “Tornate a casa, marocchini di m…”. I giocatori del Casablanca, racconta sempre Hansal, hanno prontamente avvisato l’arbitro, ma nessun provvedimento è stato preso contro gli avversari. Da qui la decisione di chiudere l’esperienza legata al campionato della Uisp di Forlì.

“Quelle parole sono inaccettabili. Quello di sabato è solo l’ultimo di una lunga serie di insulti a sfondo razziale – racconta Hansal al Resto del Carlino – Purtroppo quasi ogni sabato è così. Non ne possiamo più. E adesso non giochiamo più”. Una decisione che non ha precedenti, quella presa dal Casablanca. Che almeno dall’arbitro si sarebbe aspettato una reprimenda nei confronti dei calciatori responsabili. Non mancano, del resto, i precedenti di insulti razzisti sanzionati con giornate di sospensione nella storia recente del calcio italiano: a Gaetano Iannini, giocatore del Matera, che il 4 agosto scorso, durante la partita Sud Tirol – Matera, valida per il primo turno eliminatorio di Coppa Italia, rivolse un “epiteto insultante espressivo di discriminazione razziale” ai danni di un giocatore avversario, sono state inflette 10 giornate di squalifica.

Per I diavoli neri di Gorfigliano, che durante il match contro il Morianese hanno insultato due giocatori italiani di origine marocchina con frasi del calibro di “negro di m… stai zitto” e “Marocchini di m… figli di p…, tornatevene al vostro paese, è per questo che uno poi diventa razzista” è scattata la Daspo, il divieto, cioè, di accedere a manifestazioni sportive. E dieci giornate di squalifica sono arrivate anche per Alberto Grassi, centrocampista dell’Atalanta Primavera e dell’Italia Under 19, che durante un incontro con il Verona a un giocatore ha detto “alzati, vu’ cumprà”. Per fare qualche esempio. “Quando abbiamo segnalato l’episodio al direttore di gara, però – sottolinea il capitano del Casablanca – non ha detto nulla. Ora abbiamo presentato anche un esposto alla Uisp, citando il nome del giocatore che ha detto quella frase. Di certe offese così non ne sopporteremo più. Era giunto il momento di fare qualcosa. Di prendere una decisione forte. E l’abbiamo presa”. Scegliendo non tornare in campo domenica prossima.

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