Il mondo FQ

Cnel, l’ultimo a promettere l’abolizione è Renzi. I consiglieri: “Non ci elimineranno”

Per molti è un inutile carrozzone mangiasoldi, il premier e Carlo Cottarelli spingono per cancellarlo, ma chi vi fa parte alza le barricate per non perdere stipendio e privilegi
Commenti

Il sole primaverile bacia la facciata liberty di Villa Lubin, in cima a Villa Borghese, polmone verde di Roma. E’ la sede del Cnel, mitologico carrozzone dello Stato. Venerdì pomeriggio, i tornelli sono chiusi. Dentro, solo i dipendenti e lo spettro della chiusura. Istituito dall’articolo 99 della Costituzione, il Consiglio economico dell’economia e del lavoro è una “camera di mediazione” degli interessi di lavoratori e imprese, esprime pareri e può proporre leggi su temi sociali ed economici. Questi i nobili intenti della Carta. La cronaca è più severa: il Cnel è considerato, da una larga maggioranza di economisti e giuristi, un organo inutile e costoso. L’abolizione è stata evocata spesso e mai attuata. L’ultimo ad averla promessa è il nuovo premier. Tra le vivaci diapositive mostrate da Matteo Renzi in conferenza stampa, ce n’era una dedicata al Cnel: “Un Consiglio: Aboliamolo!”. In modo più sobrio, ma non meno significativo, anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha confermato la volontà di eliminare l’istituto.

Cnel, i consiglieri: 'Renzi vuole abolirlo? Colpa di B., lui ci ha reso un ente inutile'
www.ilfattoquotidiano.it di Paola Mentuccia
0 seconds of 3 minutes, 5 secondsVolume 90%
Press shift question mark to access a list of keyboard shortcuts
00:00
03:05
03:05
 

Solo costi senza risultati
Ogni anno lo Stato italiano stanzia poco più di 19 milioni di euro per il Cnel. Un investimento che ha portato magri risultati: negli ultimi 30 anni il Consiglio dell’economia e del lavoro ha elaborato la bellezza di 12 proposte di legge. Approvate in parlamento: zero. Ecco alcuni dei soldi pubblici stanziati nel bilancio di previsione del 2014: 3 milioni e 300 mila euro per il personale amministrativo, 1 milione e 920 mila euro per le “competenze fisse e continuative” del presidente Antonio Marzano, dei suoi due vice e dei 64 consiglieri. Altre spese hanno definizioni bizantine: 3 milioni e 380 mila euro “per gli oneri derivanti da accordi interistituzionali (inclusa la partecipazione alle riunioni di estranei al Cnel)”. Altri 2 milioni e mezzo per l’“acquisizione dei dati necessari all’attività di programma”. Chi siano questi “estranei” e a quale titolo partecipino ai lavori del Cnel e quali siano questi “dati”, non è specificato. La Corte dei Conti, nel dubbio, ha iniziato un’indagine su spese incontrollate e consulenze “illegittimamente conferite”. I 64 consiglieri (fino al 2011 erano 119) sono così divisi: 10 esperti “della cultura economica, sociale e giuridica”, 8 dei quali nominati direttamente dal Presidente della Repubblica; 48 rappresentanti delle categorie produttive (sindacati e Confindustria la fanno da padrone) e 6 esponenti del terzo settore.

Il loro impegno – nonostante siano quasi tutti over 65 e il Consiglio del Cnel è solo il secondo o terzo impiego – non è così gravoso: una seduta al mese per uno stipendio netto di quasi 1300 euro, gratificazioni escluse. L’assenteismo è dilagante, garantiscono fonti interne: i segretari generali di Cisl e Uil – per fare un esempio – a Villa Lubin non mettono piede quasi mai, nonostante la busta paga da consiglieri. La promessa di Renzi di far scomparire il Cnel ha turbato i numerosi beneficiari delle sue voci di spesa. Giovedì mattina il “parlamentino” era in subbuglio.

Marzano & C. in trincea
Michele Dau, dirigente di prima fascia (e stipendio da 155mila euro lordi): “IlCnel va riformato, non abolito. Non credo che il governo voglia licenziare le persone. E’ un annuncio propagandistico e pericoloso”. Giorgio Alessandrini, consigliere del Cnel da quattro legislature (quasi vent’anni): “Non è una scelta da spending review. La politica è talmente in crisi che ha paura delle forze sociali”. Non mancherà, insomma, chi darà battaglia per salvare la baracca. Per ora il Cnel è spaccato: il presidente, l’ex ministro berlusconiano Antonio Marzano, è in rotta di collisione con il Consiglio. Ieri mattina l’assemblea straordinaria convocata da Marzano contro l’abolizione è andata deserta grazie al boicottaggio dei consiglieri. In mezzo, ci sono circa 70 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro. Uno di loro si è sfogato con ilfattoquotidiano.it: “Chiedete alle ‘case madri’ chi sono le cariatidi che mandano qua”.

di Paola Mentuccia e Tommaso Rodano

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione