Unicredit e Intesa vendono il 13% di Pirelli al colosso petrolifero Rosneft. Ma lasciano saldamente il volante nelle mani di Marco Tronchetti Provera per altri cinque anni. Anche a dispetto del fatto che l’ex presidente di Telecom abbia ormai una fetta di capitale Pirelli inferiore a quella dei nuovi soci russi, già presenti in Italia nel capitale della Saras dei Moratti. E’ questo il risultato di una complessa operazione piramidale che cambia gli equilibri azionari di Pirelli senza alterarne il controllo. E che permette, oltre all’alleggerimento delle banche, anche l’uscita dal capitale di Pirelli del fondo Clessidra guidato da Claudio Sposito.

Finora infatti Unicredit, Intesa e Clessidra, riunite nella Lauro 61 spa, controllavano, assieme alla Nuove Partecipazioni di Tronchetti, il 26,193% di Pirelli attraverso Camfin. Le banche e Clessidra hanno però deciso di alleggerirsi sciogliendo l’alleanza. E creando un nuovo sistema di scatole cinesi: il controllo di Pirelli è infatti passato ad una nuova società di cui il gruppo petrolifero Rosneft avrà il 50% grazie ad un investimento di poco superiore ai 500 milioni (12 euro per azione, cifra vicina al prezzo di mercato). L’altra metà della holding sarà di Tronchetti all’80% e del duo Unicredit-Intesa per il restante 20% equamente diviso fra i due istituti di credito. Alla fine del giro di riassetto azionario, Rosfnet sarà quindi il primo azionista di Pirelli con il 13%, mentre l’ex presidente Telecom avrà in mano una quota pari a poco più del 10% e le due banche avranno ancora circa l’1,5% a testa. Tutto questo senza però che nulla cambi nel governo societario. Almeno nei prossimi cinque anni come stabilito negli accordi fra le parti e in base ai quali nel caso Tronchetti lasciasse l’incarico per sua scelta, cioè prima dei 5 anni previsti, Rosneft avrà il diritto di vendere le azioni Pirelli proprio a Mtp Spa e a un prezzo che le garantisca un rendimento del 10% sull’investimento effettuato 

“Nuove Partecipazioni – spiega una nota diffusa da Intesa Sanpaolo e Unicredit – indicherà il presidente e ceo di Pirelli, con pieni poteri sulla gestione ordinaria della società. La governance della Bicocca rimane invariata, resta centrale il ruolo di guida del board”. Un colpo da maestro, insomma, per Tronchetti Provera, che anche in Telecom, attraverso la scatola Olimpia controllava il gruppo con uno sparuto pacchetto azionario. Tanto più che nelle idee delle banche, l’accordo raggiunto con Rosneft permetterà di “sviluppare le attività e il business di Pirelli, anche rafforzando la rete commerciale in Russia grazie alla capillare presenza sul territorio” dei nuovi soci con cui Pirelli ha già una serie di intese in campo commerciale e nella ricerca e sviluppo di materiali per la produzione di pneumatici e nella gomma sintetica. 

 

 

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