Assunta dal marito pochi giorni prima di essere riconfermata come assessore dal Comune di Ravenna, il tutto fatto in modo che i contributi previdenziali venissero pagati dalla giunta del sindaco Vidmer Mercatali. Con questa accusa l’ex ministro allo sport e alle pari opportunità Josefa Idem, senatrice in carica del Partito democratico, ha ricevuto un avviso di conclusione indagini insieme al marito Guglielmo Guerrini per l’inchiesta che la vede accusata di truffa sui contributi pensionistici. Un’indagine rapida quella della Guardia di finanza del capoluogo romagnolo, coordinata dal pubblico ministero Angela Scorza.
“C’è un esposto sulla vicenda dei contributi a cui seguono delle indagini e la conseguente, quanto naturale, chiusura delle indagini. Tutte cose che ho scritto e anticipato nel mio libro. Vorrei sapere dov’è oggi la notizia”, ha detto Idem commentando la notizia pubblicata per prima dalla Voce di Romagna . La vicenda dei contributi era emersa infatti a giugno 2013 quando la ex campionessa olimpionica finì al centro della bufera per un’altra questione: l’Ici non pagata per una palestra fatta passare come prima casa anni addietro (per questa vicenda non ci sono stati sviluppi penali). In quei giorni – durante i quali la canoista tedesca era pressata perché si dimettesse dal governo Letta – il consigliere comunale di Ravenna, Alvaro Ancisi con un comunicato riportò a galla anche un’altra vicenda. Quella appunto di una assunzione ‘sospetta’ della campionessa olimpionica di origine tedesca da parte della società sportiva di suo marito Guerrini.
L’associazione Kayak infatti il 25 maggio 2006 assunse Josefa Idem, versando all’Inps i contributi per solo 10 giornate lavorative. Andata in aspettativa perché divenuta assessore nella giunta dell’appena eletto Matteucci, fu il Comune di Ravenna a versare i contributi fino alla cessazione dall’incarico il 7 maggio 2007, per un totale di 8.642 euro, pari a 183 giornate lavorative. Ancisi, con una interrogazione spiegò inoltre che dal giorno successivo alla fine dell’incarico di assessore nel 2007 “non risulta all’istituto di previdenza alcun versamento di oneri”. La Idem non era più neppure dipendente dell’associazione: diversamente quest’ultima avrebbe dovuto riprendere a effettuare il pagamento dei contributi interrotto un anno prima dopo appena 10 giorni di lavoro. .
Dove sta il problema? Quando il 25 maggio 2006 Guerrini assume sua moglie, tutti a Ravenna sanno che Josefa potrebbe presto diventare assessore. Il 30 maggio, Fabrizio Matteucci vince le elezioni con il 70% dei consensi. Normale in una città “rossa” come Ravenna. Nel toto-nomi per la giunta del vincitore, il nome di Josefa Idem compare subito. “Ecco i nomi in pole position. Per i Ds certa la conferma di Gabrio Maraldi, Alberto Cassani e Susanna Tassinari; da valutare gli impegni sportivi di Sefi Idem tornata in canoa con ottimi risultati”, scriveva il sito internet Ravennanotizie.it. Il 7 giugno un’agenzia di stampa ribadisce: “Di certo c’è solo la presenza dei vecchi assessori, come da richiesta del neo primo cittadino: per i Ds Alberto Cassani, Lisa Dradi, Gabrio Maraldi, Carlo Pezzi, Susanna Tassinari e Josefa Idem (sport), a meno che non decida di riprendere in toto l’attività agonistica”.
Ai giornalisti de ilfattoquotidiano.it arrivò anche la testimonianza di un ex assessore comunale, collega della olimpionica: “Quella riconferma ad assessore di Josefa Idem non fu una sorpresa. Tutti davano per scontato che lei venisse rinominata”. Un altro consigliere comunale, che preferì l’anonimato, confermò: “Era uno degli assessori per i quali immaginavo un secondo mandato. Mi aspettavo che lo rifacesse. Peraltro – spiegò la fonte – era usuale che gli assessori facessero due mandati a Ravenna”. Da qui l’esposto presentato a fine agosto dal consigliere comunale Alvaro Ancisi, che è anche vice presidente vicario dell’Anci, anch’egli tra le persone sentite dalla Guardia di finanza nella sua ricostruzione dei fatti.
Emilia Romagna
Ravenna, Josefa Idem e il marito indagati per truffa sui contributi
L'ex ministro aveva presentato le dimissioni per non aver pagato Ici sulla casa palestra. I due coniugi, scrive La Voce di Romagna, compaiono nella notifica di fine indagine della procura di Ravenna
Assunta dal marito pochi giorni prima di essere riconfermata come assessore dal Comune di Ravenna, il tutto fatto in modo che i contributi previdenziali venissero pagati dalla giunta del sindaco Vidmer Mercatali. Con questa accusa l’ex ministro allo sport e alle pari opportunità Josefa Idem, senatrice in carica del Partito democratico, ha ricevuto un avviso di conclusione indagini insieme al marito Guglielmo Guerrini per l’inchiesta che la vede accusata di truffa sui contributi pensionistici. Un’indagine rapida quella della Guardia di finanza del capoluogo romagnolo, coordinata dal pubblico ministero Angela Scorza.
“C’è un esposto sulla vicenda dei contributi a cui seguono delle indagini e la conseguente, quanto naturale, chiusura delle indagini. Tutte cose che ho scritto e anticipato nel mio libro. Vorrei sapere dov’è oggi la notizia”, ha detto Idem commentando la notizia pubblicata per prima dalla Voce di Romagna . La vicenda dei contributi era emersa infatti a giugno 2013 quando la ex campionessa olimpionica finì al centro della bufera per un’altra questione: l’Ici non pagata per una palestra fatta passare come prima casa anni addietro (per questa vicenda non ci sono stati sviluppi penali). In quei giorni – durante i quali la canoista tedesca era pressata perché si dimettesse dal governo Letta – il consigliere comunale di Ravenna, Alvaro Ancisi con un comunicato riportò a galla anche un’altra vicenda. Quella appunto di una assunzione ‘sospetta’ della campionessa olimpionica di origine tedesca da parte della società sportiva di suo marito Guerrini.
L’associazione Kayak infatti il 25 maggio 2006 assunse Josefa Idem, versando all’Inps i contributi per solo 10 giornate lavorative. Andata in aspettativa perché divenuta assessore nella giunta dell’appena eletto Matteucci, fu il Comune di Ravenna a versare i contributi fino alla cessazione dall’incarico il 7 maggio 2007, per un totale di 8.642 euro, pari a 183 giornate lavorative. Ancisi, con una interrogazione spiegò inoltre che dal giorno successivo alla fine dell’incarico di assessore nel 2007 “non risulta all’istituto di previdenza alcun versamento di oneri”. La Idem non era più neppure dipendente dell’associazione: diversamente quest’ultima avrebbe dovuto riprendere a effettuare il pagamento dei contributi interrotto un anno prima dopo appena 10 giorni di lavoro. .
Dove sta il problema? Quando il 25 maggio 2006 Guerrini assume sua moglie, tutti a Ravenna sanno che Josefa potrebbe presto diventare assessore. Il 30 maggio, Fabrizio Matteucci vince le elezioni con il 70% dei consensi. Normale in una città “rossa” come Ravenna. Nel toto-nomi per la giunta del vincitore, il nome di Josefa Idem compare subito. “Ecco i nomi in pole position. Per i Ds certa la conferma di Gabrio Maraldi, Alberto Cassani e Susanna Tassinari; da valutare gli impegni sportivi di Sefi Idem tornata in canoa con ottimi risultati”, scriveva il sito internet Ravennanotizie.it. Il 7 giugno un’agenzia di stampa ribadisce: “Di certo c’è solo la presenza dei vecchi assessori, come da richiesta del neo primo cittadino: per i Ds Alberto Cassani, Lisa Dradi, Gabrio Maraldi, Carlo Pezzi, Susanna Tassinari e Josefa Idem (sport), a meno che non decida di riprendere in toto l’attività agonistica”.
Ai giornalisti de ilfattoquotidiano.it arrivò anche la testimonianza di un ex assessore comunale, collega della olimpionica: “Quella riconferma ad assessore di Josefa Idem non fu una sorpresa. Tutti davano per scontato che lei venisse rinominata”. Un altro consigliere comunale, che preferì l’anonimato, confermò: “Era uno degli assessori per i quali immaginavo un secondo mandato. Mi aspettavo che lo rifacesse. Peraltro – spiegò la fonte – era usuale che gli assessori facessero due mandati a Ravenna”. Da qui l’esposto presentato a fine agosto dal consigliere comunale Alvaro Ancisi, che è anche vice presidente vicario dell’Anci, anch’egli tra le persone sentite dalla Guardia di finanza nella sua ricostruzione dei fatti.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.