Bloccati i soldi per le pensioni dei 4mila “esodati della scuola“. La Ragioneria dello Stato stoppa le coperture del testo unificato che poteva risolvere il caso dei circa 4mila insegnanti oggetto della cosiddetta Quota 96, che – a causa della riforma dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero – non erano riusciti ad andare in pensione nonostante possedessero i requisiti. Il disegno legge presentato dal Partito democratico e dal Movimento 5 Stelle – che avrebbe potuto restituire una pensione ai 4mila esodati della scuola – a febbraio aveva ricevuto l’ok dalla Commissione Cultura alla Camera. Il via libera definitivo sarebbe dovuto arrivare da parte del Bilancio, ma così non è stato.
Nella relazione tecnica al provvedimento si individuano in 4mila i beneficiari e si valutano in 35 milioni di euro nel 2014, 105 milioni nel 2015, 101 milioni nel 2016, 94 nel 2017 e 82 nel 2018 gli oneri per l’Inps. La ragioneria boccia la relazione tecnica perché la copertura finanziaria del testo unificato risulta non idonea. “Allo stato – si legge nel parere della Rgs – non risultando economie accertate a consuntivo che possano fare fronte ai maggiori oneri valutati per l’attuazione del provvedimento, non può considerarsi idonea una copertura finanziaria di oneri certi con economie di entità eventuale ed incerta”.
La situazione dei Quota 96 è stata creata dalla riforma delle pensioni voluta dall’ex ministro del governo guidato da Mario Monti. Che al suo interno conteneva l’errore di non considerare la specificità del mondo della scuola, dove l’unità di misura è l’anno scolastico e non quello solare. Anche per il personale della scuola, invece, Fornero ha fissato il termine al 31 dicembre 2011 (fine dell’anno solare) e non al 31 agosto 2012 (fine dell’anno scolastico). Così quei docenti che avrebbero maturato i requisiti (la quota 96, appunto, da raggiungere sommando età anagrafica e contributiva) a fine anno, e che avevano già presentato domanda sono rimasti bloccati in servizio.
La bocciatura della Ragioneria dello Stato arriva nello stesso giorno in cui l’Aula della Camera dà il via libera al decreto legge sugli scatti stipendiali del personale della scuola. Il provvedimento è stato approvato con 416 voti a favore, un contrario e 97 astenuti. Ad astenersi sono stati i gruppi del Prc e M5S.