E’ guerra di sanzioni tra Russia e Stati Uniti sullo sfondo della crisi in Ucraina. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato nuove restrizioni economiche contro 20 esponenti dell’amministrazione russa. La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Il Cremlino ha imposto misure punitive contro nove personalità americane, tra queste: il presidente della Camera Usa, il repubblicano John Boehner, e il presidente della commissione Affari esteri del Senato, il democratico Robert Menendez. Ma la mossa del Cremlino appare una provocazione che un provvedimento incisivo, visto che nei giorni scorsi Putin aveva ridicolizzato le minacce dell’Occidente. Intanto Kiev mantiene le truppe in assetto di allerta per tutelarsi da nuove invasioni russe. “Abbiamo indicazioni che Mosca sia pronta a lanciare un intervento su larga scala a est e sud dell’Ucraina”, ha specificato Yuri Klymenko, capo della missione Ucraina presso le Nazioni unite a Ginevra. Sul piano internazionale l’Onu cerca di utilizzare l’arma della diplomazia, mentre l’Europa segue la linea dura per cercare di arginare la Russia.
Gli sforzi diplomatici dell’Onu
Gli sforzi diplomatici per trovare una via di uscita che conduca fuori dalla crisi Ucraina non si fermano, anche se per ora gli esiti non sono stati incoraggianti. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, dopo l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che “come segretario generale dell’Onu non posso non provare una profonda preoccupazione per la situazione in Ucraina e in Russia”. Il segretario ha proposto l’invio degli osservatori Onu in Crimea. “E’ importante che sia garantita la difesa dei diritti di tutti i cittadini dell’Ucraina, soprattutto delle minoranze. Il miglior modo di eliminare l’inquietudine per i diritti umani sarebbe che tutte le parti accettassero il dispiegamento di gruppi di osservatori Onu che in loco potrebbero valutare la situazione e comunicarci quello che succede”, ha detto Ban Ki-Moon.
Ucraina, liberato il capo della marina. Truppe in stato di allerta
Ma intanto la tensione a livello militare tra Mosca e Kiev continua ad aumentare. Anche se in mattinata era stato liberato il comandante della Marina militare di Kiev Serghiei Gaiduk, fermato mercoledì a Sebastopoli dopo l’assalto al suo comando da parte di miliziani filo russi. La liberazione dell’ufficiale era apparsa come un piccolo segnale di disgelo. Ma è stato solo un bagliore, visto che nel pomeriggio le Forze armate ucraine hanno elevato lo stato di allerta e “sono pronte a combattere”, lo ha detto il segretario del Consiglio della sicurezza nazionale e della Difesa. Il presidente russo invece ha firmato il decreto che riconosce i ranghi militari e la formazione per i soldati ucraini che intendessero trasferirsi per prestare servizio in Russia. L’allerta di Kiev è arrivata dopo che mercoledì si sono susseguiti episodi che hanno rischiato di far scoppiare scontri armati tra soldati ucraini e russi. Almeno quattro basi militari in Crimea controllate da Kiev, infatti, sono passate sotto il controllo dei soldati russi. Non ci sono stati particolari episodi di violenza, ma dopo il fermo del comandante della Marina, l’Ucraina aveva lanciato l’ultimatum al governo separatista della regione. Lo scontro frontale tra Ucraina e Russia in Crimea arriva dopo il voto al referendum di domenica e la firma per l’annessione alla Federazione russa da parte di Putin.
Consiglio europeo a Bruxelles. Merkel: “G8 sospeso”
L’Occidente intanto pensa alle prossime strategie diplomatiche. “Fin quando non ci saranno le condizioni politiche per un format così importante come quello del G8”, ha fatto sapere la Cancelliera Merkel, “non ci saranno più G8”. Il governo tedesco deciderà ora “se e conseguentemente in quale forma” si terranno le consultazioni russo-tedesche previste per fine aprile. Dalla Germania inoltre, è arrivato l’annuncio di un probabile “allungamento” della lista delle persone colpite dalle sanzioni Ue. “Al Consiglio europeo che inizia oggi“, ha detto la cancelleria tedesca Angela Merkel, “i capi di Stato e di governo dell’Unione europea stabiliranno le sanzioni (della fase due) decise due settimane fa. Tra queste, un allungamento della lista di persone colpite dal divieto sui visti e il congelamento dei beni”, ha detto Merkel parlando al Bundestag. Poi ha avvertito: “In caso di escalation siamo pronti in qualsiasi momento a passare alla fase tre delle sanzioni e si tratterà senza dubbio di sanzioni economiche “.