Continuano a susseguirsi gli attacchi da parte delle forze armate russe in Crimea. I blindati di Mosca hanno assaltato la base di Belbek, ultimo presidio militare ucraino di rilievo nella penisola annessa dalla Russia. Lo riferiscono testimoni sul posto, precisando che ci sono stati almeno due feriti e che un residuo contingente ucraino è rimasto asserragliato in un edificio della struttura, prima di arrendersi. Dopo l’attacco, il comandante ucraino, Iuli Mamciur, ha trattando la resa dell’installazione. Prima di negoziare, l’ufficiale ha arringato i suoi elogiandoli per aver “fatto il possibile” per difendere l’onore delle loro divise.
Testimoni sul posto hanno raccontato all’Ansa che Mamciur ha riunito in piazza d’armi gli uomini rimasti con lui asserragliati nell’ultimo edificio della base e, dopo aver parlato, ha intonato con loro l’inno ucraino. Nel cortile della base sono entrati quattro blindati dell’artiglieria russa, mentre al di fuori la struttura è circondata da milizie di cosacchi filo-Mosca.
Ma quella di Belbek non è stata l’unica base militare assaltata. Una folla di persone ha dato l’assalto anche alla base di Novofedorivka, a circa 50 chilometri da Sinferopoli in Crimea. Lo fa sapere il ministero della Difesa ucraino. L’emittente televisiva nazionale Tsn ha riferito che le truppe all’interno della base hanno lanciato fumogeni per tentare di disperdere i gruppi di giovani che tentavano di entrare nella sede, tra cui c’erano anche dei bambini. Secondo il ministero della Difesa russo, meno di 2mila dei 19mila soldati ucraini di stanza in Crimea fino a ieri sera avevano “espresso il desiderio di tornare in Ucraina”. Il ministero non ha tuttavia affermato che i militari ucraini intendano passare all’esercito russo.
Dopo alcuni giorni caratterizzati da una fragile tregua, torna alta la tensione nella regione autonoma che domenica, in un referendum discusso, si è espressa a favore per l’annessione alla Federazione russa, i sì sono stati il 95% dei voti. Un atto che è stato ufficializzato martedì 18 marzo dal Cremlino con la firma del presidente Vladimir Putin. La presa della base di Belbek è solo l’ultimo blitz da parte dei soldati russi. Il 19 marzo ben quattro basi militari, tra cui il quartier generale della Marina ucraina a Sebastopoli, sono state strappate alle forze armate ucraine.ù
Oltre alla Crimea, la tensione attraversa altre città filorusse che si trovano nella parte orientale dell’Ucraina. Migliaia di filorussi sono scesi in piazza a Donetsk chiedendo il ritorno al potere di Viktor Ianukovich, il presidente destituito dalla rivolta antigovernativa di piazza Majdan, che si è conclusa con la morte di più di 100 persone, tra novembre e febbraio. Proprio Donetsk è la città natale dell’ex presidente e suo feudo elettorale storico. Manifestanti in strada anche a Kharkiv.