Restano a Genova i quattro delfini dell’acquario di Rimini. La Corte di Cassazione infatti ha confermato il sequestro preventivo degli animali del Delfinario romagnolo, disposto lo scorso mese di agosto. Respingendo così il ricorso presentato dalla società titolare della struttura. Lo rendono noto, in un comunicato congiunto, le associazioni Lav, Marevivo ed Enpa, parlando di “nuova clamorosa sconfitta” per l’impianto riminese.
“È la prima volta che in Europa si riesce a far sequestrare dei mammiferi marini per le condizioni in cui vivono” scrivono in una nota. “Del resto tutti i delfini rinchiusi in vasche e costretti a esibirsi in cambio di cibo, si ammalano di più e muoiono prima. La verità è questa e non è affatto un bello spettacolo”. E proprio “per mettere fine alle prigioni d’acqua, agli acquari e ai delfinari, che costringono i grandi cetacei a comportamenti innaturali”, nelle prossime ore Lav e Marevivo lanceranno una petizione con cui chiedono al Governo e al Parlamento una nuova legge che vieti l’importazione di delfini e di altri cetacei a fini di spettacolo. “Questa nuova autorevole pronuncia dell’autorità giudiziaria – dichiarano le associazioni – conferma ancora una volta, dopo il pronunciamento del Tribunale del Riesame, il sequestro preventivo degli animali, stabilendo che i delfini non debbano tornare al delfinario e che le informazioni raccolte dalla magistratura e della polizia giudiziaria siano sufficienti a prefigurare la necessità del sequestro ed il fumus del reato di maltrattamento”.
Gli animalisti si rivolgono anche all’amministrazione comunale di Rimini, e in particolare al sindaco Andrea Gnassi, per invitarlo a prendere atto “della conferma delle ipotesi di reato e del sequestro” e di abbandonare il progetto di costruzione di un nuovo delfinario. “Chiediamo che non si costruisca una nuova prigione per i delfini e che non si spendano milioni di euro dei cittadini. Anche il sindaco di Rimini – concludono – prenda atto che il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari e che per l’81% di loro i delfini sono più felici in natura”.
Il delfinario di Rimini, uno dei più vecchi d’Italia (fu aperto nel 1968) era stato sanzionato dal Corpo forestale dello Stato ad agosto. Erano state rilevate diverse violazioni della legge del 2005, quella che determina le regole per la custodia degli animali selvatici, e del decreto ministeriale del 2011, che si riferisce invece proprio al mantenimento dei delfini in cattività. In una sola parola: maltrattamenti. Con condizioni di vita non salutari, dovute a spazi troppo ristretti, e utilizzo di farmaci, inclusi tranquillanti, per limitare l’aggressività. Da qui la richiesta di sequestro presentata dal pm Mario Cerioni, e confermata poi dal giudice per le indagini preliminari.