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Ferrovie dello Stato, Italia deferita dalla Commissione Ue per i diritti dei passeggeri

Bruxelles ricorda che il nostro Paese non ha ancora istituito un organismo ufficiale per vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul territorio e non ha stabilito norme volte a sanzionare violazioni della legge: "I pendolari non possono far rispettare i loro diritti in caso di problemi"
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Ferrovie dello Stato ancora nel mirino di Bruxelles. Il giorno dopo avere annunciato l’apertura di un’indagine su presunti interventi pubblici a favore di Trenitalia, la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia europea per non aver recepito la normativa comunitaria in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario. Il regolamento Ue sui diritti dei passeggeri stabilisce infatti obblighi vincolanti per gli Stati membri che dovevano essere applicati entro fine 2009. Secondo quanto spiega Bruxelles, l’Italia non ha ancora istituito un organismo ufficiale e autorizzato a vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul suo territorio, né ha stabilito norme volte a sanzionare violazioni della legge.

Senza queste due azioni necessarie, “i passeggeri che viaggiano in treno in Italia o verso altri Paesi dell’Ue non possono far rispettare i loro diritti in caso di problemi. La protezione dei passeggeri che viaggiano in Europa è una delle pietre miliari della politica dei trasporti Ue – osserva il vicepresidente della Commissione, Siim Kallas, responsabile per i Trasporti -. Tutti gli Stati membri devono garantire la messa in atto di strutture a cui i passeggeri possano rivolgersi per far rispettare i loro diritti e sanzionare le violazioni. Così si garantisce anche un clima di concorrenza equa per il settore ferroviario in tutta l’Europa”.

Il 20 novembre 2013 l’Italia era finita nel mirino della Commissione Ue per lo scarso interesse mostrato verso le condizioni di vita dei suoi 3 milioni di pendolari. Bruxelles ha inviato a Roma un parere motivato (secondo stadio della procedura di infrazione) perché lo Stato, a 4 anni dal regolamento che avrebbe dovuto essere attuato entro il 3 dicembre 2009, non ha ancora istituito un’agenzia nazionale permanente per vigilare sulla corretta applicazione dei diritti dei passeggeri nelle ferrovie, né stabilito norme volte a sanzionare le violazioni della legislazione comunitaria.

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